La Jornada - lunedì 7 marzo 2005
Chiapas: con spot pubblicitari il governo cerca di fermare la protesta dei maestri
Invita a denunciare l'assenteismo degli insegnanti

ANGELES MARISCAL - CORRISPONDENTE

Tuxtla Gutierrez, Chis., 6 marzo - Il governo statale ha stabilito un sistema di denuncia e di monitoraggio per impedire ai maestri affiliati al Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell'Educazione (SNTE) di partecipare questo lunedì ad una marcia - convocata da organizzazioni ufficiali e non governative - contro la privatizzazione dei settori energetico, della sanità, dell'agricoltura, dell'educazione e delle risorse naturali, così come contro le riforme in campo economico e lavorativo.

Con spot diffusi sui media - compreso il Sistema Chiapaneco di Radio e Televisione - e con avvisi pubblicitari sui periodici locali, il governo del Chiapas ha esortato i genitori a denunciare gli insegnanti che si assentino dalle aule nel giorno della mobilitazione.

Inoltre, ha iniziato una campagna per accusare di possibili atti di coazione verso i leader del Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell'Educazione (SNTE), perché non si esclude che obblighino a partecipare alla marcha i quasi 50 mila insegnanti che lavorano nello stato.

"Il 7 marzo è stata annunciata una nuova mobilitazione dei maestri legata a richieste di carattere federale. Di fronte a questo, il governo del Chiapas afferma quanto segue: qualsiasi cittadino può controllare il lavoro reale in classe. Se qualche maestro manca da scuola, comunicatelo a EDUTEL: 01 800 69 69 688, gratis", segnala uno spot governativo.

Aggiunge che la Contraloría General dello stato è stata rafforzata da brigate "con partecipazione sociale", per controllare che si impartiscano le lezioni e si avverte che agli insegnanti che mancheranno dal lavoro, senza giustificazione, si ridurrà lo stipendio corrispondente. Inoltre, sostiene che le mobilitazioni dei maestri "danneggiano, come in passato, l'educazione delle bambine e dei bambini del Chiapas".

L'amministrazione del governatore Pablo Salazar Mendiguchía ha anche diffuso un comunicato nel quale dichiara che "insegnanti di diverse zone indigene hanno denunciato alle autorità educative che sono oggetto di pressioni da parte di leader sindacali affinché partecipino alla mobilitazione". Aggiunge che "ci sono molte scuole che funzioneranno regolarmente visto che non ci sono ragioni reali per manifestare".

Secondo il direttore dell'Educazione Indigena della Vicesegreteria dell'Educazione Federalizzata chiapaneca, Guadalupe Cruz Gómez, i maestri vengono "minacciati" di vedersi cancellati i prestiti, di essere oggetto di sanzioni economiche o di essere espulsi "dalle zone scolari" se non si presenteranno alla marcia.

Invece, i rappresentanti di almeno 21 sindacati ed organizzazioni sociali e contadine dello stato, hanno detto che durante la marcia di lunedì si ripudierà la privatizzazione dei settori energetico, della sanità, dell'agricoltura, dell'educazione, delle risorse naturali, così come la riforma economica, del lavoro e la Legge dell'ISSSTE.

In una conferenza stampa hanno spiegato che diversi sindacati ed organizzazioni non governative che operano in Chiapas hanno costituito un fronte a favore dei diritti lavorativi e sociali, che - secondo loro - il governo federale pretende di annullare.

"Siamo ormai stufi della politica che sta applicando Los Pinos in Messico, che non è altro che quella imposta dal Fondo Monetario Internazionale. In Chiapas vediamo la crudeltà del risultao di questo sistema globale, che ha provocato l'impoverimento del popolo", ha detto Víctor Hugo Zavaleta Ruiz, segretario generale della sezione 50 del Sindacato Nazionale dei Lavoratori della Sanità e dell'Assistenza.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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