Parole del Subcomandante Inurgente Marcos
Riunione con le Organizzazioni Politiche di Sinistra
6 Agosto 2005
Regione Selva Tzeltal
Vogliamo spiegarvi più o meno l’organizzazione del lavoro che stiamo proponendo: la nostra proposta è che prima parliamo noi e spiegheremo alcune questioni sulla sesta, quello che vi proponiamo, e qui forse riusciremo a rispondere ad alcuni dubbi che ci hanno sempre esposto, su López Obrador, su che cosa successe con la CND… eccetera e dopo ci sarà una breve pausa. Quindi ascolteremo la vostra parola con voi.
Ci sono due possibilità: quelli che vogliono parlare davanti a tutti e quelli che vogliono conversare a porte chiuse con la direzione zapatista Non è che la riunione a porte chiuse sia clandestina, tutto quello che viene detto lo renderemo pubblico con tutta la gente che si sta sommando alla Sesta. Ma ci sono cose che si spiegano meglio in breve. Perciò le organizzazioni possono decidere di dire qui la loro parola e di tenere una riunione a parte. Il nostro lavoro è serio e staremo qui tutto il giorno e tutta la notte per risolvere i vostri dubbi.
Vi ripeto il benvenuto da parte dei compagni del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno, da parte dei compagni e delle compagne che stanno qui. I Comandanti e le Comandanti fanno parte della Commissione Sesta, in questo caso ci sono i compagni della zona Selva Tzeltal. Ci saranno compagni Comandanti e compagne Comandanti che sono stati volontari nel lavoro della Sesta, della zona di confine che è la zona tojolabal, della zona de Los Altos che è la zona tzotzil, della zona nord che è la zona chol e della zona tzotz choj che è quella che voi conoscete come Altamirano. In alcune riunioni ne vedrete alcuni, in altre altri. Il loro lavoro principale è presentarsi a tutti voi ed informare le basi di appoggio su ciò che si sta progettando. Il mio lavoro è funzionare da ponte tra il comando ed il Comitato o le organizzazioni, persone, gruppi, che lavoreranno con noi nella Sesta Dichiarazione.
Oggi questa riunione è con le organizzazioni politiche. Un'organizzazione politica è quella che si rivendica come organizzazione politica. Così come negli Accordi di San Andrés si dice: indigeno è quello che si rivendica come indigeno, allora un’organizzazione politica è quella che si rivendica come organizzazione politica. Sappiamo che ci sono compagni che decidono di venire a titolo personale, saranno accolti tutti, ma in ogni riunione sarà data di preferenza la parola e l'attenzione alle proposte di coloro che sono convocati, in questo caso delle organizzazioni politiche. Insomma, se vengono delle persone a livello individuale saranno benvenute, ma chiediamo loro che rispettino i compagni a cui tocca la riunione.
Oggi tocca alle organizzazioni politiche di sinistra e vogliamo ringraziarvi di essere venuti. In primo luogo perché la relazione fra l'EZLN e le organizzazioni politiche di sinistra non è stata tanto buona, fondamentalmente per la nostra goffaggine e la nostra inesperienza a partire da gennaio del ‘94 per entrare in quello che era il clima nazionale ed il lavoro che quelle organizzazioni stavano realizzando da varie parti. Tuttavia, malgrado che la nostra sia stata una relazione accidentata per colpa nostra fondamentalmente, in nessun momento abbiamo messo in discussione la legittimità che vi siete guadagnati nei movimenti sociali fra la gente. Manifestiamo il riconoscimento e l’ammirazione che proviamo, con l'offensiva neoliberale e capitalista in corso, per la gente che si definisce di sinistra, pronta a partecipare, succeda quel che succeda… quando la moda è essere di centro o di destra moderata. La maggioranza delle organizzazioni di sinistra qui presenti sta facendo un lavoro importante, un lavoro di base. Avete la nostra garanzia che riconosciamo quel lavoro, che non solo non lo mettiamo in discussione, ma che lo riconosciamo pubblicamente.
Sappiamo che avete corso dei rischi per venire fin qua, perché per quanto si dica, l'EZLN continua ad essere un'organizzazione politico-militare differente e pesano su lui differenti tipi di minacce, come le chiamano?... "stato di diritto". Sappiamo dunque che implica un rischio venir qua con noi o stabilire una relazione con noi e credo che tutte le organizzazioni che sono qui presenti sono coscienti che dovremo affrontare una campagna molto intensa di discredito, ancor più di quella scatenata contro il movimento della Huelga dell'UNAM nel 1999. E sono pure sicuro che ci sono molte scommesse sul fallimento di tutto questo, perché qualunque tentativo di far accordi con la sinistra è destinato al fallimento per definizione e in questo senso l'iniziativa dell'EZLN di tentare di aver relazioni con le organizzazioni di sinistra è destinata al fallimento. Noi siamo disposti a fallire, come abbiamo già fallito prima nelle nostre relazioni con quel partito, che credo si chiami - ma non sono molto sicuro - Partito della Rivoluzione Democratica, che fu con il cardenismo molto tempo fa e con altri settori diciamo progressisti, intellettuali e della società civile.
A partire da questi presupposti noi vogliamo chiarirvi in primo luogo che la Sesta Dichiarazione propone due livelli di relazione: una è la partecipazione diretta ed a parità di condizioni con noi nella programmazione e nella realizzazione dell'altra campagna. Non so a che cosa state pensando voi, ma noi non stiamo pensando ad un'azione come quella della marcia dei 1.111 o alla consultazione del ‘99 né alla marcia della dignità indigena. Stiamo pensando ad un lavoro politico per contrapporci al piano sessennale di un decennio. In questo senso, anche se abbiamo di fronte la congiuntura elettorale del 2006, quello che sta proponendo l'EZLN con l'Altra Campagna va più in là, non solo dei loro progetti politici ma anche del loro calendario, anche se l'EZLN può uscire e ritornare mentre ci sono le elezioni, potrà fare una fermata o una pausa mentre ci sono le elezioni, ma il lavoro proseguirà indipendentemente da quello che succederà nel processo elettorale.
L'invito che stiamo facendo a quelli che hanno aderito alla Sesta è che partecipino con noi a parità di condizioni, nel quadro delle riunioni preparatorie come questa. Noi la decidiamo, noi siamo gli anfitrioni, prepariamo l'ordine dal giorno ma il nostro pensiero è che alla fine di queste riunioni non sia già più così, ma ci sia un accordo con le organizzazioni politiche, sociali, ong e con tutta la gente che sta venendo… si fa una specie di accordo ed allora ci tocca stare lì a volte per chiarire, secondo come ci si metterà d’accordo sul lavoro.
L'altro livello di relazione con l'EZLN è quello di proporre relazioni bilaterali. Può darsi che a parte della partecipazione all'altra campagna, delle organizzazioni politiche di sinistra siano interessate a relazioni da organizzazione ad organizzazione con l'EZLN e questo si può fare di comune accordo. Non implica che debba essere una sola, ma si chiede per favore che annuncino nelle loro organizzazioni che possono stare tutte due, in una sola o in nessuna…
Vi ribadisco che vi ringraziamo molto e che sappiamo che avete dovuto passare per molte comunità per arrivare qui e coraggio … che tutto riuscirà bene.
In questa prima riunione diamo la preferenza alle organizzazioni che hanno detto di aderire alla Sesta, sappiamo che ci sono organizzazioni che vengono ad esporci altri problemi, ma la riunione è stata convocata in modo chiaro. Non ci rifiutiamo di parlare con altri, ma prima lo faremo con quelli che hanno aderito alla Sesta e dopo se c’è tempo ed il modo, quelli che vogliano proporre altre cose, possono farlo e li ascolteremo.
Chiaramente vi dico che vi ascolteremo con rispetto, ma qualsiasi argomento intorno all’appoggio della candidatura di López Obrador o del PRD è condannato al fallimento con noi: se qualcuno ha la pazienza ed il fegato per ascoltare argomenti su quello, non ci opponiamo, noi No.
Sono 12 anni che si sta vedendo ciò che quel partito ha fatto. Se qualcuno ha qualche dubbio su quello che López Obrador propone, qui ho la sintesi delle sue interviste al NY Times ed al Financial Times, insieme ai 50 punti, insieme alla sua storia come capo di governo del DF ed insieme alla storia del PRD. Se qualcuno dice che dentro il PRD ci sono basi che bisogna riscattare, le riscatti, noi no.
Se volete dibattere sulle possibilità del PRD e della sinistra, noi possiamo portare i compagni a cui hanno sparato i paramilitari a Zinacantán, tutti i comitati a cui ha voltato le spalle quando si votò la legge indigena, i compagni di quei villaggi che sono stati aggrediti dall'ORCAO perredista, il compagno che è stato sequestrato e torturato dalla CIOAC perredista e tutti quelli che in un modo o nell’altro quel partito, che dice essere di sinistra, ha aggredito, perché ha sempre aggredito il movimento con sistematicità.
A noi non interessa.
Se qualcuno vuole dirci qualcosa su questo perché l'ascoltiamo ecc., però che sia chiaro che noi siamo contro il PRI, contro il PAN e contro il PRD, che nessuno lo dubiti… ma se qualcuno di voi pensa che può ottenere qualche deputazione in cambio del sollevamento di un movimento di sinistra o ha la vana speranza, che un gran movimento renda López Obrador di sinistra… d’accordo, solo chiediamo loro che siano onesti con noi e con la gente, che se volete questo lo diciate alla gente “il nostro piano è questo: non crediamo in López Obrador ma se faremo un bel casino così forse ci dà una deputazione"… d’accordo, è una strategia, può servire o non servire, ma siate onesti con noi, non diteci "no, è molto bello quello che voi dite e sotto che cosa ci dai"…
Non ci spaventeremo per nulla, davvero, ma quello che non permetteremo è che siate disonesti con noi, perché noi siamo onesti con voi. A partire da ora condivideremo tutto: se arriva una proposta di Fox che vuole parlare con noi, la conoscerete; se Martha Sahagún vuole che l'altra campagna l'appoggi, lo saprete, se in un determinato momento decidiamo per un candidato adeguato lo saprete. Insomma, qualunque cosa possa essere segreta, noi non la manterremo segreta, la condivideremo con voi e diremo qual è la nostra posizione… Forse non ci siete abituati, ma ciò che dice la Sesta è che non ci sono cose nascoste, ci sono molte definizioni pendenti ma credo che siamo in sintonia quando vi dico che manca una definizione dello Stato, manca una definizione della posizione di fronte al potere dello Stato, sulla caratterizzazione della composizione organica del capitale, delle classi sociali, delle frazioni, di ... tutto quanto non ancora definito per una semplice ragione, quello non è il posto per definire tutto questo.
La Sesta Dichiarazione non dice di essere per il socialismo, perché in realtà il nostro gioco nascosto è che vogliamo impiantare il feudalesimo… qualunque altra definizione che è in attesa lì … Nella Sesta Dichiarazione pensiamo che deve essere il prodotto di due processi: il processo di sviluppo dell'altra campagna che significa…. e vediamo che cosa tira fuori il processo della relazione tra l'EZLN e le organizzazioni di sinistra… tutte quelle cose che mancano nella Sesta Dichiarazione, pensiamo che via via si definiranno insieme a voi.
Potete crederci o no, ma siamo stati onesti quando abbiamo detto che da quando siamo nati come Esercito Zapatista da Liberazione Nazionale, la nostra convinzione non è solo di non essere l'avanguardia di un movimento di trasformazione in Messico, ma pensiamo pure che il movimento di trasformazione in Messico sia prodotto dell'azione di molte forze politiche di sinistra, delle quali facciamo parte. Questa azione ha bisogno per forza della partecipazione di operai, contadini, studenti, lavoratori della città e della campagna e per noi è legittimo che qualunque organizzazione di sinistra aspiri a costruire ed a partecipare nella lotta di tutti quei settori.
L'EZLN non fa lavoro operaio, né studentesco, ma il suo lavoro è fondamentalmente indigeno; non vi disputeremo il riconoscimento morale e la legittimità che si è guadagnato il movimento operaio contadino popolare o come vogliano chiamarlo, né disputeremo con voi per la direzione di quei movimenti. La Sesta è molto chiara: vogliamo unire le nostre lotte con le lotte di operai e contadini, non vogliamo dirigere la lotta di operai e contadini. Voi avete il vostro lavoro, non lo spiego in dettaglio qui, sapete e vi siete guadagnati la legittimità ed il riconoscimento di quella gente, non importa se non appaiono sui media. La logica mediatica e la logica quantitativa che un'organizzazione vale a seconda del numero di gente che ha, con noi non attacca. Noi abbiamo cominciato in 6 e quando dicono "non parlare con quell'organizzazione perché è molto piccola", se sono più di 6 ne vale già la pena, può crescere. E se andiamo alla quantità, qui dovrebbe star seduto il PRI – che in ogni caso è quello che ha più gente -.
Quello è che vi chiediamo è di aiutarci, non stiamo chiedendo che ci seguiate, né che facciate quello che vi diremo di fare. Voi fate un lavoro operaio, un lavoro con gli studenti, con i cittadini, con i contadini, con gruppi popolari, non governativi, vi chiediamo perciò di essere il ponte affinché l'EZLN possa ascoltare quello che i compagni devono dire su questi punti. La Sesta Dichiarazione è chiara, quando l'EZLN andrà in giro non dirà che la ricchezza si forma perché una piccola ape va e porta il polline ad un'altra, la ricchezza ha origine dallo sfruttamento… in questo non vi aiuteremo, qualunque parola che sia iscritta in un movimento anticapitalista contro lo sfruttamento è quella che vogliamo ascoltare.
Se gli operai, i contadini e gli studenti e quello che sia, sono di tendenza anarchica non importa, vogliamo parlare con loro; se sono troskisti, non importa, vogliamo parlare con loro; maoisti, stalinisti, quello che sono, se hanno un progetto in questa grande frangia anticapitalista ed una proposta, vogliamo ascoltarla. Questo per prima cosa e per seconda: vogliamo vedere se è possibile unire la nostra lotta con la vostra lotta. Questo è quanto vogliamo e verso cui andiamo. La proposta dell'altra campagna non è tracciare una linea, non è promuovere la lotta armata, ma andare e domandare alla gente che pensa, come la vede.
Non ci guidano i sondaggi, se uno dice che c'è un gran movimento che appoggia López Obrador, è un problema di López Obrador e della gente pagata. Quello che noi vogliamo sentire è che cosa ne pensa la gente dei suoi problemi, come sta risolvendoli e soprattutto che ci racconti le sue esperienze di lotta. Voi li conoscete perché state lavorando lì. Noi non diremo ai compagni di San Salvador Atenco come opporsi ad un Aeroporto, come organizzare lì un movimento di resistenza, né vogliamo insegnare ai compagni ed alle compagne del Fronte dei Pensionati come resistere all'offensiva. Noi vogliamo andare a parlare con voi e che voi ci raccontiate la vostra storia e per dove volete andare… forse troveremo dei punti in comune ed andremo dappertutto dove ci inviterete. Vi avviso: la Sesta Dichiarazione la svilupperemo anche da soli ed anche se nessuno vuole lavorare con noi. Metteremo un cartello che dice: “si tagliano corde di amaca, si spiumano galli".
Ci sembrerebbe completamente naturale che arrivassimo per parlare con i contadini di una regione e che i fratelli di un'organizzazione dicessero ad un'altra "venite con noi". Quello che non vi diremo è di entrare nell'EZLN. Questo non lo faremo. Il lavoro dell'Altra Campagna non significa promuovere la crescita di un'organizzazione, ma ci sembrerebbe naturale che voi la promuoveste. In questo senso vogliamo dire chiaramente che l'EZLN conserva la sua linea: continua a promuovere l'apparizione di nuovi individui sociali, di nuove organizzazioni, di nuove forme di organizzazione e di nuovi mondi. Non offriamo alla gente una struttura organizzativa, ma lo vedremmo naturale, normale e bisogna far sì che le dispute delle opzioni politiche della campagna offrano possibilità alla gente per convincerla ad entrare in un progetto politico nuovo. L'Altra Campagna non sta proponendo una via per trasformare la società… voi ce l’avete già.
Noi non promuoveremo che la gente entri in un’organizzazione politica ma neanche che non entri, questo non è un nostro problema. Il nostro problema è tentare di unire le nostre lotte. Se la lotta di quelli di San Salvador Atenco ha una tendenza politica non importa, quello che vogliamo è unire la nostra lotta con la vostra, coi pensionati dell’IMSS, con gli studenti dell'UNAM, con i movimenti culturali, per la lotta per i diritti umani.
Ma l'Altra Campagna è molto chiara, non promuoveremo né proporremo, non giocheremo nemmeno con la possibilità che… forse chi lo sa… dipende da quanto ci danno e poi appoggiamo la candidatura di alcuni dei partiti: ed allora... Se qualcuno qui ci dice “io entro nell'altra campagna, ma bisogna appoggiare López Obrador”, noi siamo onesti e rispondiamo “vedetelo un po’ voi”, perché andiamo… compagni, ma senza sparare un tiro, senza equipe elettorali, senza consulenti d’immagine, senza annunci pagati in televisione e, vivi o morti, liberi o carcerati, pagheranno tutti quelli che hanno fatto, o andiamo insieme a presentar loro il conto o andiamo soli … sono tutti un mucchio di gaudenti, compagni, si sono presi gioco di noi e di molta gente e lo pagheranno… perché lo pagheranno. Non c'importa se ci promettano una cosa o un'altra, questo è quello che vogliamo dir loro ed in questo stile tutti sono benvenuti… siamo onesti e vi chiediamo di essere onesti, compagni… Che cosa si riuscirà a fare qui non lo sappiamo, forse il movimento cresce molto, forse non crescerà niente, forse finiamo per litigare…
Forse arriverà il momento in cui il movimento deve definirsi in una congiuntura. Tutto questo siamo disposti a discuterlo in uguaglianza di condizioni, ma riguardo ai principi: che nessuno ci dica “partecipiamo all'Altra Campagna" ed al momento di salire sul palco dica "compagni bisogna appoggiare a López Obrador". Non lo picchieremo, ma diremo “non credetegli"… Vi diciamo qui: leggete la Jornada, ma anche il NY Times, che dicono quanto stanno proponendo… A meno che crediate a quelli che dicono che vuole tornare al passato populista, ma lui non vuole ritornare al passato populista, ci vuole fare a pezzi. In un'intervista del NY Times, gli domandano se è vero che ha fama di autoritario e lui risponde che i movimenti sociali esigono una mano dura… vedete? Là (nel DF) vi sarete resi conto di che cosa è successo col movimento urbano popolare durante il suo governo. Ma anche noi avevamo scommesso ed abbiamo perduto perché non solo ci hanno tradito, ma si sono pure presi gioco di noi, ci hanno mancato di rispetto. Noi siamo disposti a che ci ammazzino, che ci mettano alla prigione, che ci facciano sparire, ma non a che ci manchino di rispetto e questo è quello che vogliamo far pagare loro e non solo… Se noi continuiamo a pensare chissà se questo si può fare e chissà se l'altro… allora arriva il momento in cui non c’è più soluzione, compagni. La situazione sta diventando grave, se noi non facciamo niente, non importa più se uno è troskista, maoista, non ci sarà già più un progetto.
L'altra cosa che vogliamo dirvi è che in questo processo rispetteremo la gente, come abbiamo rispetto per voi… dobbiamo ancora parlare con gli indigeni, con i movimenti sociali, con le ong, con i gruppi, con tutti loro… ed in collettivo uscirà tutto e tutta una serie di progetti e proposte che devono uscire da tutti questi incontri, però non solo più con l'EZLN, ma pure ciò che riguarda l'Altra…
L'EZLN ha una posizione a livello internazionale che significa, nel caso di Cuba, che stiamo col popolo di Cuba: c'è lì una lezione e stiamo prendendo una posizione. Se qualcuno non è d’accordo, non c'è problema, possiamo lavorare nell'Altra Campagna, se sul Messico siamo d’accordo. Se qualcuno pensa che a livello internazionale bisogna limare le unghie al neoliberalismo noi pensiamo che non è così, che se perdiamo questa guerra non ce ne sarà un’altra… La generazione del seguente anello della catena è quella del pinguino ed allora in ciò che succede a livello internazionale ci possono essere delle differenze su come si caratterizza quello che succede in Bolivia, in Ecuador, sul movimento di resistenza in Europa, sul fatto se la Cina è comunista o non lo è. Non so ciò che ognuno pensa su queste cose. Ma non dobbiamo litigare su questo, perché se no questa battaglia può durare tre mesi… perché per quanto riguarda il Messico è molto chiaro, dall'altra geometria a quello che abbiamo visto nella Sesta, che è quello che pensiamo.
Vi racconto una storia che spero vi serva per rispondere, tra le altre, alla domanda che fanno i compagni di En Lucha, "che è successo con la CND?", perché dicono a ragione "perché quelli di noi che non siamo stati convocati nella CND, sono quelli che ora sono convocati e quelli che erano convocati nella CND ora non sono convocati?". Noi lo spieghiamo così: in questa idea generale che abbiamo che la trasformazione in Messico non è prodotto di una sola forza, per questo abbiamo bisogno di alleanze con i nostri popoli. Nel 1994 noi avevamo analizzato e definito la forza del cardenismo. Il cardenismo veniva dalla frode dell’88, di un gran movimento di masse e dell'autorità morale che si era costruito intorno ad una persona: Cuauhtémoc Cárdenas Solórzano, l'ingegnere – come lo chiamavamo. Nel ‘94, dato che abbiamo iniziato come ora in una congiuntura elettorale, noi non eravamo per le elezioni, eravamo per quel movimento ed intorno a Cuauhtémoc Cárdenas si definivano due grandi posizioni… Forse erano di più quelli che speravano che si potesse promuovere un processo di trasformazione grazie al cardenismo ed a Cárdenas con la sua candidatura, rispetto a quelli che dicevano di no, e così al momento di optare, noi abbiamo pensato che fosse possibile che col cardenismo e con le forze che si raggruppavano attorno a lui potessimo arrivare ad un processo di trasformazione che includesse le richieste degli 11 punti insieme alle rivendicazioni dei popoli indios. Secondo noi, quello che è successo dopo è un processo di decomposizione accelerato della classe politica del PRD dal momento che ha vinto le elezioni nel DF. Quel processo di decomposizione è stato così grande che è arrivato al punto che quell’impegno compromesso personale del cardenismo come corrente cardenista e come partito del PRD di portare avanti le richieste dell'EZLN e dei popoli indios, non è importata più loro per nulla. Semplicemente, per il calcolo politico: "ci conviene che l'EZLN rimanga nelle montagne del sudest messicano che averlo qui a lottare politicamente come una qualsiasi organizzazione". Allora decisero: “non ci conviene che facciano politica, se riconosciamo gli accordi di San Andrés, l'EZLN potrà far lavoro politico apertamente, è meglio che rimanga là". Questo è stato un calcolo politico deciso in riunioni segrete. Ed ad un determinato momento, non so quale, Cárdenas decide di appoggiare questa opzione.
Per noi il punto di rottura con la classe politica, non solo col PRD, con tutta la classe politica, è l’aprile del 2001: quando tutti si mettono d’accordo al momento del voto della legge Cocopa. Possiamo anche sbagliarci ma per noi non si può dire "no, questi sono sempre stati la stessa merda", secondo noi non erano ancora merda, lo stavano diventando.
Anche secondo noi il processo di decomposizione della classe politica è così grande che ormai non c'è più nulla da fare... Noi comprendiamo che forse converrebbe appoggiare López Obrador, perché intorno a lui si è sviluppato un movimento popolare, ma noi pensiamo che non possiamo capire che qualcuno faccia quel calcolo. Se volete farlo, fatelo, noi no: a quelli che dicono che nel PRD ci sono basi che bisogna riscattare (come dice Mario Saucedo) perché hanno la maglietta zapatista… beh! l'hanno conservata bene. Se è gente onesta, che se vada da lì. Noi non possiamo continuare ad aspettare, bene Zedillo, ci ha mancato, bene Fox ha mancato, López Obrador pure ed allora, chi ci sarà ancora?...
Questa riunione è in un posto simbolico per noi: questa era una proprietà latifondista prima del 1994, questo posto simbolico. Il padrone viveva lì (nella villa), i peones non entravano, il capoccia era quello che dava gli ordini. Quelli che vivono qui, sono i peones di allora, ma ora sono quelli che vivono su queste terre. Lì quello che ha fatto l'EZLN è di far fuggire i latifondisti e la terra si è divisa, col lavoro collettivo. Non mi ricordo chi aveva detto che la terra era di chi la lavora.... Noi pensiamo che questo sia il processo a livello nazionale valido sia per i lavoratori che per i contadini.
Allora, ci sono molte opzioni. Noi vi invitiamo a discuterle, ma vi diciamo chiaramente, se ci venite a dire che come nel 1994 il PRD è un'opzione di sinistra, ci sono altre tribune in cui dirlo, non questa. Quello che noi pensiamo è che abbiamo sopportato fino ad arrivare al culmine… Anche con i molti appoggi che possono arrivare a livello nazionale ed internazionale, quello che noi pensiamo definitivamente è che dobbiamo unirci con la lotta di altri e questo è lo spirito della Sesta.
L'altra definizione chiara della Sesta è che pensiamo che solamente un'alternativa di trasformazione in Messico del neoliberalismo può salire solo dalla sinistra: non dal centro. Dalla destra non esce niente, solo della sinistra. Per questo, c'interessa parlare proprio con voi. Davvero, avremo molto tempo quando ci metteranno in prigione. Dobbiamo ascoltare tutte le vostre proposte, le vostre analisi e continuare ad imparando.
La colonna vertebrale dell'Altra Campagna saranno i popoli indios, la prossima settimana abbiamo una riunione con loro ed ad essi chiederemo di essere la sede dove passerà la delegazione zapatista quando inizierà a lavorare. Ma pure i compagni e le compagne che entrano alla sesta, perché se la delegazione zapatista vuole andare all'UNAM, deve chiedere appoggio alle organizzazioni politiche che lavorano lì e non creare un nuovo comitato apposta.
Quindi ci metteremo d’accordo con le organizzazioni che partecipano e non avremmo nessun problema ad averle di fianco a noi. Ma ci sono cose che non sopporteremo. La proposta della Sesta è di allearsi, ma non con organizzazioni politiche pro-elettorali: non dice che non lottino per il potere né che fra le loro strategie non ci sia la lotta elettorale. Come l'Altra Campagna entra nella campagna elettorale, non vogliamo che si usi per un candidato. Il problema che vediamo è che nella congiuntura elettorale si voglia far di tutto per appoggiare un candidato.
La prima riunione con voi è quella di apertura. Voi potete decidere di non appoggiare l'altra campagna, ma si possono tenere relazioni bilaterali, perché dalla posizione e dall’atteggiamento che assumete voi dipendono molte cose. Infatti se voi decidete di mettere nell’altra campagna, sabbia nella discussione come nemici ideologici dallo stesso bando, mandate alla malora tutto e le proposte finiscono male e la gente che potrebbe avvicinarsi se ne va via.
Noi proponiamo luoghi di discussione, che ci incentriamo nell'Altra Campagna per preparare un piano nazionale per ascoltare i principali punti dove ci sono delle lotte. Non vi chiediamo di abbandonare il vostro lavoro, ma di aiutarci a parlare con loro.
Vi invitiamo a condividere con voi la vostra proposta di trasformazione sociale e così di queste 2 proposte, ne costruiamo un'altra, che non sappiamo che cos’è. In questo processo stiamo mettendo oltre al pinguino, la nostra vita. Noi non vi chiediamo di rischiare la vostra vita né la vostra struttura organizzativa come organizzazione. Vi chiediamo di rispettarci e di essere onesti con noi. Se volete ingannare i gringos e mentire dicendo che siamo neoliberali, allora vi faremo dar la volta… ditelo e discutiamo…
Siamo onesti, che non ci siano candidati alle elezioni, o ong con l’appoggio dei partiti, o del PRD... siate onesti...
Dato che stiamo pensando al lavoro per organizzare la campagna, stiamo dicendo a chi vuole dare la sua adesione, e qui alcuni dicono "si aderiamo" ed altri “non aderiamo", di decidere e di inviare dei delegati per le riunioni che seguiranno affinché ci siano dei delegati della vostra organizzazione per la Sesta.
Quando finiscano tutte le riunioni a metà di settembre tireremo fuori un documento, un pronunciamento. Ormai non più dell'EZLN, non solo dell'EZLN, ma firmato da organizzazioni, individui e persone che sono d’accordo.
Secondo la nostra idea della campagna, prima mandiamo una persona per misurare quanto è profondo il fiume, se non l'ammazzano, se non lo fanno spariscono, o non lo mettono in galera, seguirà l'accordo che abbiamo stretto con voi e con altre organizzazioni.
Noi dobbiamo risolvere il problema di ciò che ci può succedere…
Questo è a grandi linee quello che propone la Sesta…
(traduzione del Comitato Chiapas di Torino)