LA JORNADA MICHOACAN - Lunedì 6 giugno 2005
Dodicesima edizione del tianguis* nella quale l'unica regola è l'assenza di denaro
Indigeni purépechas recuperano la millenaria tradizione del baratto

Morelia, Mich, 5 giugno - "Di fronte agli attacchi del capitalismo che soffriamo da più di 500 anni, noi indigeni purépechas ci rivolgiamo ad i nostri antenati per riscattare la cultura del mutuo aiuto, nel quale persona sta prima della merce", ha affermato Filemón Zintzun, originario della comunità di Cuanajo, durante l'inaugurazione del Mojtakuntani o Tianguis Purépecha Regionale Scambio come Fratelli.

Nel 1993, nel contesto della firma del Trattato di Libero Commercio dell'America del Nord (TLCAN), "abbiamo sentito che stavamo rimanendo al margine delle decisioni economiche del paese. I nostri prodotti erano senza mercato e fu allora quando il parroco di Cuanajo, Gilberto Lucas Juárez, propose l'idea del baratto che all'inizio si realizzò tra le comunità più vicine a Cuanajo", ha spiegato Zintzun.

A 12 anni dal primo Mojtakuntani che riunì 16 comunità in Tzintzuntzan, culla dell'impero purépecha, questa domenica si è celebrato il primo tianguis del mese di giugno in Cuanajo, a pochi chilometri dalla carrozzabile Pátzcuaro-Morelia. All'incontro sono arrivati commercianti di 14 comunità dello stato e del Distretto Federale.

Indigene purépechas provenienti delle rive del lago di Pátzcuaro, Jarácuaro, Santa Fe, San Andrés Ziróndaro, Urandén, San Pedro, Ojo de Agua, San Jerónimo e di Ihuatzio, hanno steso le loro coperte e sul suolo hanno collocato frutta, terracotta, tessuti, piante, spezie, atole, pozol, semi, pannocchie, stuoie e vari oggetti intagliati in legno.

Dalla Città del Messico è arrivato un gruppo della scuola preparatoria Churchill offrendo quaderni, matite, sapone, detergente, tonno in lattine, olio, pasta e altri commestibili.

Il tianguis era pronto dalle 10:30 della mattina, ma è iniziato formalmente alle 11, una volta che il parroco della comunità ha sventolato la bandiera inaugurale ed al ritmo di tamburi è iniziato il baratto.

Saponi e detergenti in cambio di ricami e cesti di paglia; panchette di legno per quaderni da disegno; semi e borse in cambio di pasta ed olio, mentre giovani della comunità regalavano bicchieri di pozol ai partecipanti.

"Questi sono i valori del tianguis, dove torniamo a ritrovarci come fratelli, dove torniamo ad usare il nostro linguaggio purépecha, dove possiamo, perfino, parlare delle nostre necessità, di economia, di politica, del sociale. In questo modo si condividono anche le festività, con inviti di una comunità ad un’altra".

"È l’incontro, è la festa, è la convivenza e, contemporaneamente, è lo scambio, il baratto dei prodotti. Questi sono i grandi valori del tianguis", ha detto Zintzun, commosso per il viavai di prodotti in assenza di denaro.

Anche se è riuscito a conservarsi per più di 10 anni, la sopravvivenza del tianguis del baratto non è stata facile, perché la mancanza di produzione e la difficoltà di trasporto da una comunità all’altra ostacola che un suo ingrandimento.

Riprendendo il lemma della Rete di Scambio Alternativo, dell'Ecuador, i purépechas hanno invitato, per il prossimo 19 giugno, ad andare nella comunità di Santa Fe de La Laguna, sulla riva del lago di Pátzcuaro, per un altro baratto fraterno con un'unica regola: “non c'è denaro".

* fiera - mercato

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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