La Jornada - Domenica 6 febbraio 2005
Le mazahuas hanno deciso di alzare il livello della protesta
Il loro presidio davanti alla Semarnat verrà spostato anche davanti ad altri enti

ALMA E. MUÑOZ

Il Fronte Mazahua ha deciso ieri di inasprire le sue azioni di protesta di fronte alla mancanza di risposta da parte del governo ad una serie di richieste che hanno la loro origine nel rifornimento di acqua potabile per gli abitanti del municipio di Villa de Allende, stato del Messico, nonostante che nella regione ci sia l'impianto di Cutzamala che rifornisce la valle del Messico.

Tra oggi e domani gli indigeni estenderanno i loro presidi ad altri enti col proposito di far pressione sul direttore della Commissione Nazionale dell'Acqua (Conagua), Cristóbal Jaimes, che considerano il principale responsabile della problematica, che definiscono ormai "molto grave".

Hanno ribadito la loro intenzione di chiudere le valvole dell'impianto che rifornisce d'acqua potabile milioni di persone nella valle del Messico.

Manuel Araujo, coordinatore del fronte, ha accusato il governo di non valutare bene il danno causato dall'estrazione dell'acqua nella regione dove abitano 15 mila indigeni di 10 comunità. "Per togliere il fango dall'acqua che arriva all'impianto, la Conagua utilizza vari agenti chimici, come cloro e solfato. Dopo aver lavato i filtri, tutti i rifiuti vanno a finire direttamente nel fiume Malacatepec le cui acqua vengono da noi utilizzate per le coltivazioni di mais, avena, fagioli. Prima potevamo pescare ed arrivavano le anatre a svernare. Ora non abbiamo più nè flora nè fauna a causa degli agenti chimici", ha spiegato.

Lo scorso ottobre, durante la firma dell'accordo che avrebbe dovuto risolvere le richieste portate avanti dall'Esercito delle Donne Zapatiste per la Difesa dell'Acqua, il governo si era impegnato a dare una soluzione immediata al massimo entro il 31 di dicembre scorso evitare che bloccassero l'erogazione dell'acqua.

Alberto Cárdenas, titolare della Segreteria dell'Ambiente e Risorse Naturali (Semarnat), era il responsabile dell'accordo, per questo gli indigeni hanno dato vita da 12 giorni ad un presidio e poi al blocco degli uffici centrali dell'ente.

L'accordo al quale si era giunti l'anno scorso comprendeva: il rifornimento di acqua per 10 comunità di Villa de Allende, di riparare 12 kilometri di strade attorno all'impianto di Cutzamala, la costruzione di 773 latrine a secco per non contaminare l'ambiente; la dotazione di progetti produttivi, serre e strutture per l'allevamento di piccoli animali, oltre che l'analisi delle proteste dei mazahuas che incolpano la Conagua di aver espropriato loro 400 ettari di terre per la costruzione di una diga che nonè mai stata realizzata.

Secondo Manuel Araujo, di tutto quanto sopra è stata fatta solo la metà delle opere per rifornirli di acqua potabile.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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