La Jornada - lunedì 5 settembre 2005
Ci saranno grandi cambiamenti nell'uscita degli zapatisti
Marcos: il programma nazionale di lotta tarderà

ELIO HENRIQUEZ - CORRISPONDENTE

Dolores Hidalgo, Chis, 4 settembre - L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, EZLN, si è alzato in armi in gennaio del 1994 affinché "nessuno più e mai più ci venga a dire che cosa è quello che dobbiamo fare o smettere di fare", ha affermato il subcomandante Marcos rispondendo alle critiche che gli hanno fatto.

Ha precisato che l'altra campagna convocata dall'EZLN "non parla con tutta la gente", ma solo agli "umili e semplici che stanno lottando; con colui che ha qualcosa da raccontarci della sua lotta, perché quello che vogliamo è imparare".

Chiudendo questo pomeriggio il maratonico incontro con individui e famiglie, ha precisato che coloro che non hanno la pazienza di ascoltare "soffriranno molto" nella riunione generale che comincerà il prossimo 16 settembre in una comunità della zona del caracol de La Garrucha.

Qui, ciò che si è visto non è neanche la millesima parte di ciò che sarà il 16 e di ciò che sarà l'altra campagna", ed ha aggiunto che qui si sono ascoltate molte posizioni personali, individuali, ma il 16 settembre “vi aspetta l'inferno se non arriviamo con la disponibilità ad ascoltare. Per questo noi stiamo allenandoci".

Come una settimana fa, la riunione incominciata sabato con persone presenti a titolo individuale, familiare, di strada, quartiere o comunità, si è prolungata fino a domenica, ma molti non sono rimasti fino alla fine e da prima di mezzogiorno hanno cominciato ad abbandonare l'incontro.

Perciò Marcos non ha fatto il sunto degli interventi, come ha fatto nei primi tre incontri. "Le parole finali le invieremo, perché se ne andata già via la maggioranza". Poi questo pomeriggio, ringraziando per la loro presenza i circa 700 convenuti, il dirigente ribelle ha letto un messaggio nel quale affermò che molte delle cose che sono state dette qui avevano già la loro risposta nei suoi interventi delle precedenti riunioni.

Ha chiarito che queste riunioni preparatorie - che si concluderanno con la sesta la prossima fine settimana - non servono per fare il programma nazionale di lotta, ma per preparare l'altra campagna i cui problemi sono "quando si esce, con chi, per quali strade e qual è il metodo che usa per ascoltare la gente".

Ha aggiunto che dopo "avere ascoltato la gente per la strada, nel suo lavoro, in casa sua, nel mercato… e per far questo occorre del tempo", si vedrà qual è il programma nazionale di lotta "e penseremo se vorremo fare la nuova Costituzione e tutta quella lotta".

Davanti ad alcuni centinaia di persone che restavano ancora lì e l'ascoltavano attenti, il sup ha precisato: "permettetemi di richiamare la vostra attenzione, non per rimproverare, ma perché poniate attenzione su questo punto: qualunque cosa - perché molti hanno fatto riferimento alla loro traiettoria insieme a noi dal 1994 -, qualunque riferimento abbiano le altre mobilitazioni nelle quali siamo stati insieme, non ha assolutamente niente a che vedere con quello che si vuole fare ora. Non è la linea dei palcoscenici, dei grandi discorsi … incominceranno a cambiare molte cose relativamente all’idea che avete voi su quello che significa l’uscita degli zapatisti".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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