La Jornada 5 maggio 2005
ATTIVISTI ITALIANI RICONOSCONO LA LOTTA PER LA DEMOCRAZIA IN TERRE ZAPATISTE
Confermano di aver costatato che "prosegue, costante, la guerra di bassa intensità"
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

San Andres Sakam'chen de los Pobres, Chis. 4 maggio - Celebrando il gemellaggio con il municipio ribelle San Andrés Sakam'chén de los Pobres, i rappresentanti della municipalità italiana di Pescara, hanno riconosciuto davanti al consiglio autonomo zapatista che: "il cammino che avete percorso in questi anni non è l'unica soluzione", ma è "senza dubbio, una delle esperienze più avanzate" della lotta per la democrazia e la giustizia, e contro il neoliberismo. La cerimonia è stata uno dei momenti culminanti della carovana di gruppi politici ed organizzazioni Italiani che questa settimana ha visitato i cinque Caracoles ribelli per promuovere la cooperazione e lo scambio di esperienze.

In un documento indirizzato alle giunte di buon governo (JBG) e all'EZLN, questi gruppi hanno affermato che la loro presenza in Chiapas è "per riflettere con voi sulla lotta che insieme abbiamo fatto e sulla strada che ancora dobbiamo fare per promuovere la democrazia, la giustizia e la libertà. Mentre i padroni della globalizzazione neoliberista continuano a devastare il nostro pianeta, noi abbiamo il diritto ed il dovere di resistere e di lottare contro le ingiustizie".

Hanno aggiunto che "resistere è necessario, ma non sufficiente per realizzare un'alternativa alla nostra vita colma di guerra, miseria ed insicurezza". E hanno detto: "abbiamo costatato che nei territori zapatisti prosegue, costante, una guerra di bassa intensità".

I visitatori italiani hanno visitato le comunità ribelli "per vedere dall'interno il senso e le forme dell'autonomia, e per capire ed apprezzare il significato della costruzione dei Caracoles e delle Giunte di Buon Governo: un miglioramento
dell'organizzazione e del coordinamento in grado di rafforzare i principi della democrazia e dell'autonomia
".

Concludendo il loro viaggio, gli attivisti hanno esaminato i principali progetti dell'autonomia in queste terre: "La sanità autonoma materializza il diritto alla salute attraverso un modello diffuso e reticolare, nel quale le comunità stesse sono gli agenti principali nella difesa e rafforzamento di questo diritto".

La rete dei promotori e promotrici, le microcliniche, le case di salute, i comitati di salute, "sono pilastri di un modello di sviluppo dal basso che si fonda sull'impegno diretto delle comunità con l'educazione sanitaria ed il recupero della medicina tradizionale".

I servizi zapatisti offrono "per quanto possono, assistenza al parto, interventi urgenti, vaccinazioni e prevenzione". Il sistema sta tentando di raggiungere "un livello più elevato, come dimostrato dai nuovi spazi sanitari". Inoltre, le strutture di secondo livello e le cliniche regionali confermano che "queste strutture più complesse possano essere autonome".

La carovana, composta da circa 30 persone di diverse regioni del sud d'Italia, ha dichiarato che "il pilastro fondamentale per costruire un'altra società ed un altro futuro sono i diritti dell'infanzia. Il diritto alla felicità ed al gioco devono essere garantiti a tutti i bambini e bambine, come deve essere garantito il diritto allo studio. Il meccanismo reticolare dei promotori permette di diffondere un sistema educativo che prima della sollevazione zapatista mancava completamente nelle scuole secondarie".

Hanno riconosciuto che "l'aspetto più interessante dell'educazione zapatista è la sua dimensione fondata sulla propria storia e cultura, le proprie tradizioni, il bilinguismo che permette da una parte l'emancipazione e l'inserimento sociale, e dall'altro la conservazione dell'identità e della lingua". Così, la cultura non è vista come privilegio personale
ma come un bene collettivo. Questa concezione, hanno segnalato, si applica in diversi modi. "È evidente il tentativo di realizzare libri di testo che, a differenza di quelli del governo, non siano estranei al contesto in cui si utilizzano, ma siano espressione della propria cultura tradizionale indigeno. Questo nuovo quadro educativo riserva un posto importante alla tutela dell'ambiente come un bene ed una risorsa da difendere".

Rispetto alla produzione e commercializzazione dei prodotti agricoli ed artigianali, un altro aspetto basilare dell'autonomia, balzano agli occhi "le economie di sussistenza delle comunità zapatiste, direttamente colpite dal neoliberismo barbaro, dagli accordi finanziari internazionali fino alla speculazione dell'ultimo coyote."

La cooperazione nelle comunità rappresenta non solo la resistenza, ma combatte anche "il desiderio perverso di privatizzare e mercificare il mondo intero, l'acqua, la terra, la vita. La mobilitazione sociale contro le riforme del diritto alla terra comune si unisce con la difesa collettiva della madre terra, un punto irrinunciabile per le comunità zapatiste ed in generale per qualunque comunità indigena y/o contadina".

La produzione ed il commercio dei prodotti agricoli ed artigianali significano "il punto principale di un altro modello di società, fondato sulla giustizia e la solidarietà. Contro la miseria che impone il neoliberismo, il lavoro collettivo è una forma di difesa comune di fronte al mercato che provoca sfruttamento ed insicurezza dei coloro che sono relegati nell'oblio, siano indigeni in Messico o emigranti in Europa".

Secondo le organizzazioni in visita, le cooperative di donne "sono una risposta alle necessità ed una forma di emancipazione delle donne iniziata con la sollevazione zapatista". Hanno anche segnalato che durante il loro viaggio hanno ascoltato testimonianze relative ai problemi legati ai paramilitari e alla militarizzazione.

"L'esperienza di questi giorni ci ha fornito un quadro molto interessante di riflessione sulla capacità e la possibilità di nuove forme ed un nuovo significato di democrazia diretta, ora che si fanno strada dinamiche autoritarie in risposta alla crisi delle democrazie rappresentative tradizionali".

Formano la carovana italiana rappresentanti dei Giovani Comunisti, Cantieri Sociali, Rete di Appoggio al Chiapas Ribelle, LESS, ScanZiamo le Scorie, Abruzzo Social Forum ed i municipi di Pescara e Roma Cinque.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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