LA FOJA COLETA
N. 1495 - Mercoledì 3 febbraio 2005
DEI CHIAPANECHI E QUALCOSA DELLA LORO TRISTE STORIA
Dai massacri di Golomchan, Sitalá, Carranza, Chamula, Simojovel, Los Chorros, El Bosque, Villa las Rosas, Tzajalchem, Mactumactza, Chimalapas, Ocosingo, Acteal, Montes Azules e oggi Tila
- Francisco Ruiz Zuart -

Se rivediamo la recente storia chiapaneca degli ultimi 34 anni, riguardo ai suoi problemi sociopolitici, durante i quali il popolo chiapaneco è stato il protagonista principale, sono sempre presenti le manifestazioni sociali di protesta e di rifiuto delle condizioni di vita e di sviluppo prevalenti in Chiapas.

È stato inoltre quasi una costante affrontare qualsiasi manifestazione sociale con superbia, indifferenza e reprimerla quando i suoi protagonisti non erano disponibili ad una soluzione nella forma e nei modi proposti dai Governanti di turno.

Ogni manifestazione sociale che nasce e mette in discussione a fondo le questioni e propne elementi che scuotono dalle fondamenta i veri problemi strutturali dei Chiapanechi, quasi sempre ottiene risposte dello stesso tenore e dal conseguente sviluppo... solo con leggere variabili: dialoghi manovrati, intimidazioni, sgomberi irrazionali, saccheggi barbari, desaparecidos, torturati e incarcerati.

E ad ogni tappa, con alte dosi di disprezzo verso i valori universali di tutti gli esseri umani.

Davvero poche sono state le occasioni di manifestazioni a cui non è seguita una sequela di morti e vessazioni.

Se fosse necessario illustrare la realtà vissuta negli ultimi 34 anni, sarebbe sufficiente anche solo enumerare alcuni dei più rappresentativi episodi da sempre nella memoria di chi lotta.

In questa lista di oltraggi ai molti che non hanno niente, troveremo i conflitti e la repressione subita a Golomchan, Sitalá, nella regione di Simojovel e a El Bosque, a Carranza e a Villa las Rosas, a Chenaló con Los Chorros, Yibeljob e Acteal, Tenejapa con Tzajalchen, Chamula e le sue espulsioni, l'annientamento dei raccoglitori di mais de La Frailesca, le periodiche cacce alle streghe per annientare la scuola magistrale rurale Mactumactza, le proteste nella zona Chol e Tojolabal, i vari conflitti postelettorali e derivanti dall'esercizio delle Amministrazioni Pubbliche Municipali, le lotte legittime e permanenti dei maestri chiapanechi, federali, statali, bilingue, ecc.

Sgomberati, incarcerati, torturati, desaparecidos e ammazzati, lo stesso nella regione Centro, che nella Frailesca, nel Nord, negli Altos, nella Selva o Frontiera del Chiapas. E sempre presenti: intolleranza, indifferenza, superbia ed insensibilità sociale... sempre assenti umiltà, prudenza, responsabilità e visione e tatto politici.

Questo è quanto, in una breve sintesi degli ultimi 34 anni. I governanti non hanno ancora imparato e quelli che non hanno nulla non si sono ancora arresi.

I conflitti e le manifestazioni sociali in generale, quasi sempre sono stati espressione di problemi mai conclusi o irrisolti sulla proprietà della terra, di intolleranza religiosa, di lotte per il potere, di corruzione nei municipi, di abusi nell'applicazione della legge e di assenza di condizioni favorevoli per poter vivere e riprodursi degnamente. Ingiustizie sociali a tutti i livelli e dovunque.

Democrazia, Giustizia e Libertà, Lavoro, un prezzo giusto per ciò che si produce, Salute, Migliore Vita e Sviluppo Reale, sono stati in genere la scintilla e la bussola dei movimenti sociali del popolo chiapaneco, dove in molte occasioni, l'ingenuità, l'incapacità, la cecità o la superbia dei nostri Governanti, invece di facilitare le cose, complicano la soluzione delle istanze sociali.

In questo scenario di non accettare mai più tanto oltraggio, fa la sua comparsa l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale il 1° gennaio del 1994.

Tutti sappiamo dei duri, sanguinosi ed impari scontri, del cessate il fuoco, degli scambi epistolari, degli incontri e disincontri, della firma degli accordi - incompiuti -, del tentativo di annientamento militare, del tradimento, del congelamento del dialogo, delle simulazioni e della rottura assoluta della comunicazione.

Ad 11 anni dall'apparizione sulla scena pubblica dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, le condizioni di povertà e di emarginazione si sono approfondite, accentuandosi nella campagna chiapaneca e nelle periferie delle sue principali città. Si contano a centinaia di migliaia i chiapanechi che sono emigrati negli Stati Uniti soprattutto alla ricerca di cibo e risorse economiche per dare un tetto, vestiti, istruzione, salute ed una vita degna ai loro famigliari. Nonostante tutti i rischi, i maltrattamenti e le umiliazioni ai quali sono sottoposti all'estero, lo preferiscono al morire di fame o vivire in galera.

In 11 anni, si è passati attraverso un conflitto bellico, un apparente dialogo costruttivo, un'indifferenza macchiavellica accompagnata dai postulati di base di una guerra di bassa intensità ed ultimamente attraverso un tentativo di colpo di grazia per decreto, quando nel mese scorso l'Esecutivo Federale, insieme a quello Statale, ha dichiarato in piena selva chiapaneca che lo Zapatismo era cosa del passato.

Quest'ultima costosa campagna per cancellare per decreto in pieno suolo Zapatista, usando tutte le risorse dei Governanti con eco manovrata all'interno e all'esterno del Paese, è crollata da sola quando nel Municipio Autonomo Ribelle Zapatista 16 de Febrero hanno parlato le autorità dichiarandosi in resistenza ed in ribellione.

Secondo l'informazione ricevuta perché diffusa pubblicamente nel suo notiziario dal Maestro Hugo Isaac Robles Guillén, in questa festa d'inaugurazione del "Palazzo di Governo" del Municipio Autonomo Ribelle, le autorità in ribellione hanno spiegato quanto sia difficile "costruire la loro autonomia", occuparsi delle necessità delle comunità, della salute e dell'istruzione; risolvere i problemi senza fare distinzioni di religione, colore, partito o organizzazione. Incontrarsi con le autorità ufficiali quando ci sono dei problemi, oltre ad occuparsi dei progetti del loro municipio. Tutto questo è riportato nella nella registrazione dell'evento.

Secondo il messaggio lanciato nell'inaugurazione, a 20 mesi dalla formazione del Municipio Autonomo Ribelle Zapatista 16 de Febrero e dall'inizio dei lavori del Consiglio Autonomo, hanno già inaugurato il "Palazzo di Governo" ed hanno una "piccola" biblioteca, due scuole autonome, hanno riforestato vari ettari di terreno e promosso l'Organizzazione delle Donne Artigiane (tessuti, ricami e lavori con l'ambra).

Hanno anche dichiarato di aver avviato un progetto per costruire una micro clinica e dei progetti produttivi di cui beneficeranno tutte le basi d'appoggio Zapatiste.

Considerando i fatti, lo Zapatismo e gli Zapatisti non sono una questione del passato, sono presenti e stanno definendo il loro futuro... costruendo la loro autonomia.

I nostri Governanti dovrebbero imparare da questo sforzo sociale comunitario, in cui si sviluppano le capacità organizzative e di autogestione della comunità, ad avvicinarsi di più a loro, riconoscerlo con umiltà e contribuire a moltiplicarlo. Lasciare da parte l'orgoglio, la cecità e l'insensibilità. Conferire a ciò una dimensione responsabile ed unirsi alla costruzione del bene comune, mettendo da parte i benefici personali, famigliari, di gruppo o congiunturali.

Sicuramente, oggi i lettori troveranno che in questo articolo c'è troppo odore di polvere da sparo, di gas lacrimogeni e di sangue. Oltre ad essere pieno di frasi forti, melanconiche che riflettono troppa preoccupazione, disperazione, tristezza e scontento. Non può essere diversamente, questa è stata la reltà e qui mi hanno condotto ricordi e riflessioni nati dai recenti fatti di Tila.

Perché non costruire per risolvere? Perché costruire per occultare, far sparire o confondere?

I nostri Governanti, se davvero vogliono adempiere alle loro responsabilità sociali o trascenderle, devono voltare la pagina della storia: studiarla, analizzarla, osservarla ed apprendere da essa.

I cattivi governi quasi sempre riescono a farcela con le sentenze della congiuntura, ma mai con i giudizi della storia.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino e dal Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo)

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