La Jornada - Mercoledì 2 novembre 2005
Aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva manifestano in San Cristóbal de Las Casas
Pro zapatisti ricordano i loro morti, desaparecidos e prigionieri politici

ELIO HENRIQUEZ – CORRISPONDENTE

San Cristóbal de Las Casas, Chis, 1º novembre - Più di 200 membri di distinte organizzazioni che hanno aderito alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, hanno manifestato per le strade di questa città nell’arco delle attività per "ricordare i nostri morti, desaparecidos e prigionieri politici" e per l'altra campagna zapatista.

Con evviva ad Emiliano Zapata ed all'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), i manifestanti hanno iniziato il loro percorso poco prima delle 18 nel quartiere di San Diego, per poi camminare per varie strade e viali arrivando alla piazza dalla cattedrale, dove da sabato avevano collocato un grande altare per morti, desaparecidos e prigionieri politico zapatisti.

Un grande striscione bianco con varie scritte "celebriamo la vita che ci hanno dato i morti in lotta", "camminiamo per difendere la libertà dei nostri prigionieri", "non abbiamo paura della paura", "non dimentichiamo, Pável vive" e "non sono morti", era alla testa della manifestazione, con la presenza di vari osservatori internazionali.

Alcuni di presenti, pure con cartelli con la fotografia di Digna Ochoa, si sono dipinti il viso e si sono travestiti con maschere allusive al giorno dei morti combinati con costumi indigeni regionali.

"Siamo qui per dimostrare che camminiamo con i nostri morti e le nostre morte e che continuiamo a render omaggio, col pugno in alto a coloro che ci hanno dato la vita, il futuro e l'orizzonte", ha affermato l'attivista Julieta Hernández, durante il breve meeting di fronte all'altare nella piazza della cattedrale, dove si è osservato un minuto di silenzio per i defunti.

Dopo, i manifestanti si sono diretti al palcoscenico installato di fronte al palazzo municipale, dove si è sviluppato il programma politico, letterario e culturale, rispondendo così alla richiesta dell'EZLN durante la riunione plenaria di settembre nel caracol de La Garrucha.

Dal palcoscenico sono stati letti i nomi dei 46 miliziani e comandanti dell’EZLN caduti nel 1994. Ad ogni nome pronunciato al microfono, il pubblico rispondeva: "presente".

Quindi ci sono state poesie e filastrocche, canzoni ed interventi di critica al presidente Vicente Fox, che aveva promesso di risolvere il conflitto in Chiapas in 15 minuti.

A notte ha suonato il caracol per "aprire il cammino ai nostri morti grandi", e col caracol è cominciata la cerimonia per ricevere gli zapatisti deceduti duranti 22 anni di lotta, con alla testa il subcomandante insurgente Pedro, che cadde durante la presa del capoluogo municipale di Las Margaritas il 1º gennaio 1994.

"A loro, che vengono dal caracol degli antichi cavalcando con Votán Zapata per iniziare la difesa e la protezione a quelli della Sesta Dichiarazione durante l'altra campagna, raccomandiamo di proteggere il delegato zero (il subcomandante Marcos) che partirà (da San Cristóbal de Las Casas il 1º gennaio prossimo per percorrere tutto il paese) aprendo il cammino dal basso ed a sinistra, dalla parte del cuore", hanno affermato gli organizzatori dell’evento che continuerà anche domani.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

logo

Indice delle Notizie dal Messico


home