USA TODAY - 2 Agosto 2005
CALCIO IN PASSAMONTAGNA?
GLI ZAPATISTI SFIDANO SUL CAMPO IMPORTANTE SQUADRA ITALIANA

Oventic, Messico - In quello che alcuni potrebbero ritenere uno strano accoppiamento, per non dire impari, il principale club di calcio italiano, l'Inter di Milano, e la squadra di calcio del movimento Zapatista messicano stanno organizzando un incontro diretto.

È un match nato dal rispetto reciproco. Il club italiano ha sostenuto sia verbalmente che finanziariamente i ribelli Zapatisti, anticapitalisti che sono divenuti icone per lo stesso movimento antiglobalizzazione italiano. Il Subcomandante Marcos, il leader che fuma la pipa, poeta-scrittore, che indossa il passamontagna, che, come molti in questa regione, è più da pallacanestro, recentemente ha sviluppato una particolare predilezione per l'Inter di Milano.

Tutto è cominciato con una affettuosa lettera inviata nel maggio scorso da Marcos al presidente dell'Inter, Massimo Moratti, che gli suggeriva due partite: una allo stadio dell'Università Autonoma Nazionale di Città del Messico, una fortezza del sentimento pro-Zapatista, e l'altra a Milano, con la presenza della leggenda argentina Diego Maradona.

La trasferta milanese del progetto potrebbe creare interessanti problemi aeroportuali in quanto gli Zapatisti indossano in pubblico i passamontagna, usano nomi di battaglia, e difficilmente hanno passaporti.

A parte questo, Luis H. Álvarez, l'inviato del Presidente Vicente Fox per negoziare con il gruppo guerrigliero, dice di non vedere alcun problema, in teoria, con il progetto. "La mia opinione personale è che va bene", ha detto a El Universal, un quotidiano locale, il mese scorso.

Anche Mauricio Zavala, portavoce della federazione calcio del Messico è impassibile. È vero, ha ammesso, che gli Zapatisti non hanno una vera squadra di calcio formale, ma "il calcio è il calcio, chiunque con una palla può giocarlo".

Il rapporto tra l'Inter e gli Zapatisti risale alla decisione presa l'anno scorso dal capitano della squadra italiana, Javier Zanetti, di mandare i soldi delle multe pagate dai giocatori agli insorti messicani. Quando la somma ha raggiunto i 5.000 dollari, Bruno Bartolozzi, il dirigente dell'Inter di Milano, è volato in Chiapas per consegnarli personalmente, insieme ad un carico di palloni da calcio ed un'ambulanza.

"Ho detto loro che ci sono persone in Europa e in altre parti del mondo che sostengono la democrazia e gli Zapatisti", dice Mr. Bartolozzi al telefono dall'Italia.

"Il calcio", prosegue filosofeggiando, "è come la lotta di resistenza - pieno di sorprese.... Qualche volta il piccolo può vincere contro il grande".

(*) Ms. Danna Harman è capo ufficio per il Monitor e USA Today in America Latina. Con il contributo di Eloise Quintanilla.

[http://www.csmonitor.com/2005/0802/p01s04-woam.html]

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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