La Jornada - Mercoledì 2 marzo 2005
L'Unicef diffonde il suo rapporto
MESSICO E USA CON IL TASSO PIÙ ELEVATO DI POVERTÀ INFANTILE
Nel nostro paese, i minori in questa situazione superano il 20% cento della popolazione
Raccomanda di programmare piani realistici per sconfiggere questo problema

LAURA POY SOLANO

Nell'ultimo decennio, in 17 dei 24 paesi membri dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, (OCDE), tra i quali è incluso il Messico, la proporzione di minori che vivono in condizioni di povertà è aumentata, dato che si stima che almeno 50 milioni di bambini che vivono nelle nazioni "sviluppate" crescono nella povertà.

Un rapporto del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (Unicef) sulla povertà infantile nelle nazioni ricche, rivela che gli Stati Uniti ed il Messico hanno il tasso più elevato di bambini in questa condizione, superando il 20% della popolazione, che nel nostro paese arriva al 27,7% ed al 21,9% degli statunitensi.

Secondo l'Unicef, in Messico la povertà infantile negli ultimi 10 anni è aumentata de 3%, mentre nei paesi membri della OCDE che destinano il 10% o più del loro prodotto interno lordo ai programmi di appoggio sociale, il tasso è inferiore al 10%, cioè "esiste una proporzione più elevata di spesa governativa destinata alle famiglie ed a prestazioni sociali, con tassi di povertà infantile più bassi".

Il rapporto segnala che la maggioranza delle nazioni che partecano nella OCDE hanno il potenziale per ridurre la povertà infantile ad un tasso inferiore al 10% senza nessun incremento significativo della spesa generale se ridistribuiscono le risorse pubbliche per combattere la "poverà del mercato", dato che nella maggioranza di questi stati gli aumenti della spesa sociale durante l'ultimo decennio sono stati assegnati a pensioni e salute.

Nonostante si pensi, avverte il rapporto, che il tasso di povertá infantile sia diminuito nei paesi ricchi, "i risultati ottenuti ci segnalano il contrario". Oltre a Messico e Stati Uniti, che sono agli ultimi posti, Regno Unito, Portogallo, Irlanda, Nuova Zelanda ed Italia continuano ad avere tassi di "povertà infantile eccezionalmente alti".


IL MESSICO PRESENTA UN TASSO MOLTO ELEVATO DI POPOLAZIONE INFANTILE IN CONDIZIONI DI POVERTÁ
Il livello di scolarità nel settore è appena del 3,5%
I bambini indigeni devono affrontare una situazione di maggior disuguaglianza

JESUS ARANDA

La rappresentante del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (Unicef) in Messico, Yuriko Yazukawa, ha detto ieri che in Messico gli indici di benessere, che in molti casi sono "abbastanta decenti se conforntati con il resto del mondo, nascondono grandi disuguaglianze ed iniquità".

Partecipando all'inaugurazione di un corso di specializzazione sui diritti dell'infanzia e sulle loro implicazioni nell'amministrazione della giustizia in Messico, Yazukawa ha dichiarato che sebbene le disuguaglianze non si potranno risolvere con la sola applicazione della legge, questa potrebe aprire il passo verso la costruzione di una cultura di diritti ed uguaglianza per i bambini e le bambine.

La funzionaria ha commentato, a titolo d'esempio, che la denutrizione cronica colpisce quasi il 18%o dei bambini e delle bambine del nostro paese, ma in diverse città il livello è tre volte più alto e tra i minori indigeni la percentuale è quattro volte più alta.

La scolarità media in Messico, ha aggiunto, è di 7,5 anni. Tra il 20% della popolazione più ricca arriva ad 11,6 anni, mentre fra la popolazione più povera, che rappresenta il 20%, arriva solo a 3,5 anni. Questo rivela una grave disuguaglianza.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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