Contralínea Chiapas - ottobre 2005
ZAPATOUR: PROSELITISMO SENZA PARTITO
Elio Henríquez - Collaboratore

Dal 1 di gennaio al 24 di giugno del 2006, Marcos percorrerà il territorio nazionale alla ricerca di una nuova Costituzione. Secondo il Sup, "quello che ci accingiamo a fare tutti insieme, è scuotere questo paese dal basso, metterlo in piedi"

La Garrucha, Chiapas - In un evento di cui si è approfittato anche per mostrare la sua unità interna e smentire le voci su supposte rotture, l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) ha reso pubblico il piano mediante il quale il subcomandante insurgente Marcos partirà dalla Selva Lacandona, per la seconda volta dall’insurrezione armata del gennaio del 1994, per percorrere tutti gli stati del paese: dal Suchiate fino al Río Bravo.

Non solo perché il piano dell'altra campagna, che guiderà proprio lui, coincide col calendario delle campagne elettorali dei partiti politici, ma per il modo in cui si svolgerà il viaggio: il "delegato zero" (Marcos) sarà una specie di candidato presidenziale senza partito, senza registrazione ufficiale e senza l’intenzione di mettersi in corsa per la poltrona più contesa del Messico, che si trova a Los Pinos, poiché non si prevede la presa del potere.

Il viaggio - già da molti battezzato "zapatour" - inizierà a San Cristóbal de Las Casas il primo di gennaio del 2006, proprio quando l’insurrezione armata indigena che sorprese il mondo, compirà dodici anni, e si concluderà, nella sua prima tappa, perché ne seguiranno altre, il 24 giugno dello stesso anno - solo una settimana prima delle elezioni per la presidenza della Repubblica -.

La riunione plenaria dell'altra campagna, in cui lo scorso 16 settembre è stato comunicato il progetto di viaggio dell'uomo della pipa e che si è conclusa il 18 settembre, è stata contrassegnata dalla riapparizione della comandancia generale - compresa la comandante Ramona che alcuni davano per morta e che non si vedeva in pubblico dalla "marcia del colore della terra" dell'aprile 2001.

Un altro fatto nuovo è stato che, per la prima volta, un incontro di queste caratteristiche realizzato nella Selva Lacandona è stato trasmesso dal vivo via internet, grazie ai progressi della tecnologia ed alla globalizzazione. Sorprendo tutti, nella stessa riunione tenutasi nel Caracol de La Garrucha, municipio autonomo Francisco Gómez, Ocosingo - durante la quale gli zapatisti non hanno portato armi, almeno visibili - l'EZLN ha comunicato la promozione di uno dei suoi quadri militari indigeni: Moisés, che da maggiore è diventato tenente colonnello.

È stato proprio Moisés (un indigeno di bassa statura che negli anni seguenti al 1994 è stato sempre visto molto vicino al Sup, a Guadalupe Tepeyac e a La Realidad, per un lungo periodo) che, nella cerimonia del 16 settembre, ha annunciato che le comunità hanno deciso che fosse il portavoce zapatista il primo a partire per percorrere il paese e guidare l'altra campagna, per raccogliere il dissenso della popolazione che non si riconosce in nessuno dei candidati dei partiti ufficiali.

"Il lavoro d'avanguardia di esplorazione del terreno per l'altra campagna è toccato al compagno subcomandante insurgente Marcos", ma dietro di lui "ci saremo anche noi", ha affermato, cosa che non ha sorpreso molti perché ci si aspettava che fosse così per l'appena promosso tenente colonnello.

Ha chiarito che il dirigente ribelle, che ha attaccato duramente il PRD ed il suo candidato Andrés Manuel López Obrador, andrà disarmato, "solo con quello che Dio gli ha dato", con le sue "pipe tarlate che fanno parte della sua vita" e con il suo "computer scassato per poterci scrivere su come va l'esplorazione dell'ecosistema".

Quando è stato il suo turno, Marcos ha detto: "quello che ci accingiamo a fare tutti insieme con l'altra campagna, è scuotere questo paese dal basso, sollevarlo, metterlo in piedi" affinché "vengano mostrati tutti gli specchi, tutti i disprezzi, tutti gli sfruttamenti".

Gli antefatti

Senza deporre le armi, l'EZLN vira verso la politica. C'è stato chi aveva pensato che questa iniziativa zapatista si mettesse in moto poco dopo il 2001, dopo che fossero stati riconosciuti i diritti e la cultura indigeni plasmati nella cosiddetta Legge Cocopa, ma la controriforma approvata dal Congresso dell'Unione ritardò il piano.

Il 2 dicembre 2000, il subcomandante dichiarò che nel momento in cui si sarebbero applicati gli Accordi di San Andrés - che ci si aspettava accadesse dopo "la marcia del colore della terra", annunciata quello stesso giorno - l'EZLN si sarebbe trasformato in una forza politica. In quel momento esisteva l'aspettativa che l'appena eletto presidente della Repubblica, Vicente Fox, avrebbe rispettato gli accordi pattuiti dall'ex presidente Ernesto Zedillo il 16 febbraio 1996, ma non fu così.

Quattro anni dopo, durante la riunione plenaria realizzata dal 15 al 18 settembre in questa comunità, l'EZLN annuncia l'altra campagna. L'ardua preparazione è cominciata il 6 agosto con sei incontri con diversi settori. Alle riunioni precedenti hanno partecipato più di duemila persone di organizzazioni di ogni tipo, compresi osservatori nazionali ed internazionali, così come giornalisti di vari mezzi di informazione.

Il 16 settembre molti giornalisti sono accorsi a La Garrucha con l'aspettativa che Marcos rilasciasse loro un'intervista esclusiva, perché a chi l'aveva chiesta giorni prima era stato promesso che quel giorno sarebbero state soddisfatte le richieste, ma tutti se ne sono tornati a mani vuote.

I lavori della plenaria

Come era stato annunciato, l'inaugurazione della riunione plenaria era iniziata alle ore 20, in maniera caotica a causa della presenza di tutta la comandancia ed alle condizioni ristrette dello scenario. I fotografi ed i cameraman - oggetto di grida e insulti provenienti dai presenti seduti - hanno incontrato molti problemi per filmare e fotografare a causa dello spazio ridotto e dell'eccessiva affluenza.

In quell’occasione, le armi zapatiste sono state sostituite da bastoni impugnati da circa quattro dozzine di miliziani del terzo reggimento di fanteria, incaricati della sicurezza della comandancia zapatista, poiché i Caracoles - ha spiegato Marcos - sono spazi civili nei quali non sono ammesse armi.

I presenti alla riunione erano arrivati con molte aspettative, ma l'apparizione di tutta la comandancia, compresi i suoi più noti quadri politici, come David, Tacho, Zebedeo, e delle sue figure femminili più rappresentative, come le comandanti Ester e Ramona - che è arrivata in un'ambulanza zapatista perché il suo stato di salute è delicato - ha superato tutte le previsioni.

Come in altri tempi, hanno preso la parola i tre comandanti (lo hanno fatto anche Ramona ed Ester) protagonisti di primo piano durante il dialogo di San Andrés: David (che era il coordinatore della delegazione ribelle), Tacho e Zebedeo.

Tacho, che alcuni definiscono come uno dei "radicali" dentro l'EZLN, nel suo discorso ha criticato duramente i principali partiti politici: Rivoluzionario Istituzionale, Azione Nazionale e della Rivoluzione Democratica ed inoltre il coordinatore per il Dialogo ed il Negoziato in Chiapas, Luis H. Álvarez (per continuare a portare avanti la "campagna contrainsurgente"), Cuauhtémoc Cárdenas e l'ex presidente Carlos Salinas de Gortari (che ha riformato l'articolo 27 della Costituzione "per aver seppellito gli ideali del nostro generale Emiliano Zapata").

Marcos ha anche criticato i "modelli di oratoria" dei pre-candidati alla presidenza dei tre partiti citati, anche se il più colpito è stato il perredista Andrés Manuel López Obrador, a cui ha dedicato il noto segnale col dito medio sollevato; e forse è stato a lui che ha inviato un chiaro messaggio quando ha ricordato l'Internazionale, ma modificata secondo il suo acuto stile: "Non più dittatori né salvatori supremi, né Cesare, né borghesi, né dio; né Andrés, né Marcos, nessuno sarà la propria redenzione".

Riferendosi al priista Roberto Madrazo, il Sup ha parafrasato uno di suoi spot elettorali trasmessi in televisione: "Mio papà mi ha insegnato che quelli che amano il Messico lo vendono tutto, completamente, non a pezzi". E riferendosi al panista Santiago Creel, anche qui basandosi su uno dei suoi spot elettorali, ha affermato: "proprio perché sono mediocre, voglio essere presidente".

Notte dell'Indipendenza

La notte di venerdì 16 hanno parlato solo gli zapatisti; i delegati aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona e all'altra campagna lo hanno fatto sabato 17 e domenica 18, presentando le loro proposte, senza che alla fine si prendessero accordi perché tutti gli aderenti devono essere consultati.

Durante la riunione è arrivata una lettera di Luis H. Álvarez nel quale chiedeva una riunione con l'EZLN, ma la risposta è stata un "no" deciso, non solo perché il gruppo ribelle la ritiene non necessaria, ma perché la sua intenzione è contemplata nell'altra campagna, un'iniziativa che ci si aspetta che duri anni, e nella quale mette "la vita, la sopravvivenza come organizzazione, la sue autorità morale ed i modesti progressi che ha costruito".

Il percorso che seguirà il "delegato zero" per il paese è il seguente: dal 2 all'8 gennaio, Chiapas; dal 9 al 15 gennaio, Yucatán e Quintana Roo; dal 16 al 22 gennaio, Campeche e Tabasco; dal 23 al 29 gennaio, Veracruz; dal 30 gennaio al 5 febbraio, Oaxaca; dal 6 al 12 febbraio, Puebla; dal 13 al 19 febbraio, Tlaxcala; dal 20 al 26 febbraio, Hidalgo; dal 27 febbraio al 5 marzo, Querétaro; dal 6 al 12 marzo, Guanajuato ed Aguascalientes; dal 13 al 19 marzo, Jalisco; dal 20 al 26 marzo, Nayarit e Colima; dal 27 marzo al 2 aprile, Michoacán; dal 3 al 9 aprile, Guerrero; dal 10 al 16 aprile, Morelos; dal 17 al 23 aprile, Stato del Messico e Distretto Federale; dal 24 al 30 aprile, Distretto Federale e Stato del Messico; dal primo al 7 maggio, San Luis Potosí; dall'8 al 14 maggio, Zacatecas; dal 15 al 21 maggio, Nuevo Leon e Tamaulipas; dal 22 al 28 maggio, Coahuila e Durango; dal 29 maggio al 4 giugno, Chihuahua e prima riunione con i compagni chicani dell'altra parte; dal 5 al 11 giugno, Sinaloa e Sonora; dal 12 al 18 giugno, Baja California Nord, Baja California Sud e la seconda riunione con i messicani dell'altra parte.

Le ragioni del percorso le ha spiegate lo stesso Sup: "raccontano gli storiografi, se crediamo loro, che i posti del Messico dove per primo è arrivato il pensiero critico anticapitalista e l'impegno per costruire una nuova società con nuove relazioni sociali, sono stati la costa del Chiapas e la Penisola dello Yucatan; tra i lavoratori del caffé e dell'agave".

Secondo la proposta, che nessuno ha obiettato, il 24 giugno, giorno di San Giovanni, si dovrebbe tenere una plenaria-rapporto nel Distretto Federale e nello stato del Messico, ed il 25 del mese - una settimana prima delle elezioni presidenziali, per rimarcare la "coincidenza" del calendario elettorale - Marcos dovrebbe rientrare in Chiapas in attesa che "accada quel che accada".

Benché il governo federale abbia assicurato che ci saranno garanzie sufficienti affinché Marcos percorra il paese "anche con addosso il passamontagna", una delle principali preoccupazioni è la questione della sicurezza durante il viaggio, non solo dell'EZLN ma anche degli aderenti alla Sesta e all'altra campagna.

In questo modo, Marcos prepara una strategia inedita nel paese - non bisogna dimenticare che egli è portavoce e dirigente di un gruppo guerrigliero - mediante la quale potrà toccare con mano quanto sia grande il dissenso, in particolare tra le classi basse che popolano il Messico.

Se a Marcos succederà qualcosa, ha sottolineato Moisés nel suo discorso, "è già pronto il compagno secondo al comando. Lo custodiamo e proteggiamo noi ribelli dell'EZLN". Anche il suo nome, ovviamente, è ben custodito.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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