CONTRALINEA CHIAPAS - AGOSTO 2005
LA POLITICA DEI POVERI CONTRO LA POVERA POLITICA DEI RICCHI
di Concepción Villafuerte

Lanciamo la Campagna nazionale per la costruzione di un altro modo di fare politica, di un programma di lotta nazionale e di sinistra e per una nuova Costituzione. Questa è l'essenza della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, emessa dall'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN). Tutto il mondo è stato colto di sorpresa dall'allerta rossa che l'EZLN lanciò il 19 giugno scorso. Mentre si tentava d'interpretarla, sono subito spuntate le congetture.

"Il governo li attaccherà". "È successo qualcosa di brutto". "Ripiegano un'altra volta e tirano fuori le armi". "I comandi hanno mollato". "Gli infiltrati hanno trovato il mondo di sconfiggerli". "Marcos si toglierà il cappuccio e si lancerà nella battaglia elettorale". I più ottimisti (i politicanti di sempre) dissero che si sarebbero affiliati ai partiti politici, altri più temerari si sono inventati che si sarebbero trasformati in un partito politico e perfino il presidente Vicente Fox ha dato loro il benvenuto.

La Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona non dice nulla di tutto questo. Ci narra la loro storia, le loro sofferenze, i loro successi, le loro illusioni ed i loro sogni, che per molti, sono proprio solo questo: sogni. Ma l'essenza della storia zapatista, raccontata alla leggera, è condensabile anche solo in due righe: una Campagna nazionale per la costruzione di un altro modo di fare politica, di un programma di lotta nazionale e di sinistra e per una nuova Costituzione.

Questa definizione è tanto vaga quanto ambiziosa. È un altro modo di fare politica, un altro modo che nessuno conosce perché nessuno l'ha sperimentato e l'ha messo in pratica. Tuttavia, quest'altro modo di fare politica che non è spiegato, è stato invece già sperimentato tra le comunità zapatiste ed anche se non viene spiegato in spagnolo, è pronunciato in lingua india: è la parola che ha camminato negli ultimi 12 anni tra tzeltales, tzotziles, choles e tojolabales ed è grazie ad essa che sono sopravvissuti senza l'aiuto di nessuno, né del governo, nè grazie a sussidi, donazioni, oportunidades o altri programmi di sviluppo sociale.

Come sarà questo nuovo modo di fare politica? bisognerà crearlo, perché ognuno intende in maniera diversa la parola "politica" ed inoltre, per alcuni equivale a sporcizia, depravazione, ruberia, vergogna, cinismo, tra il resto, perché questo è quello che sappiamo fanno i politici e per ora s'ignora un altro modo di fare politica.

Il programma nazionale. Bene, per come si può intendere un programma nazionale, quegli illusi di zapatisti pensano di uscire e di andare in tutto il paese di villaggio in villaggio a parlare, parlando a viva voce perché i comunicati non li leggono tutti, non tutti li capiscono e non tutti hanno internet per scaricarli dai computer, perché non tutti i giornali li pubblicano e quindi porteranno questa proposta di casa in casa, di villaggio in villaggio, di stato in stato, di nazione in nazione.

Questa pratica non è comune a nessuno, per lo meno non ai politici e neanche agli aspiranti candidati, "che palle!" direbbero i giovani, questi "tizi" sono pazzi!

Inoltre, di "sinistra". Ma, chi sa che cos'è la sinistra? È il contrario della destra, allora all'opposto di quelli che hanno denaro, in questo caso sarebbero i poveri. Ma, da quando i poveri possono fare politica? Non sia mai, non si può: i poveri servono solo da pretesto per i programmi della Sedesol (Segreteria di Sviluppo Sociale), per i prestiti della Banca Interamericana di Sviluppo o della Banca Mondiale, ma non servono per far politica, non sanno, sono ignoranti, possono giusto lavorare da qualche parte per guadagnarsi un salario minimo. Quello che sì, è sicuro, è che sono molti, tanti, talmente tanti che ormai sono più della metà in tutto il paese e che, se riuscissero ad unirsi, non sarebbe facile controllarli o reprimerli.

E per una nuova Costituzione. Bene, qui scoppieranno a ridere tutti i saggi costituzionalisti, quelli che analizzano ogni giorno la Costituzione e la conoscono a memoria, ma che devono essere aggiornati costantemente perché gli "intelligenti" deputati e senatori del Congresso dell'Unione, la riformano ad ogni istante ed in ogni momento.

Che cosa obietteranno i costituzionalisti, i saggi del Diritto quando verranno a sapere che il popolo vuole una nuova Costituzione? Per prima cosa si sbellicheranno dalle risate, poi ci penseranno su due volte e discuteranno dell'argomento, ma sempre disdegnando l'irrilevante proposta di alcuni indios ribelli che stanno in quattro municipi del Chiapas e che non rappresentano l'indigenità di tutto il paese, e tanto meno il meticciato.

Quindi cominceranno a fare forum per analizzare la proposta e vedranno che una riforma globale dell'attuale Costituzione non sarebbe male, perché è talmente rattoppata che in molti punti si contraddice e la Corte Suprema di Giustizia della Nazione quando deve risolvere qualche questione riguardo alle violazioni alla Costituzione, se ne lava le mani e dichiara che non è di sua competenza.

Arriverà il dilemma: per quale motivo gli indios vogliono una nuova Costituzione se quella che abbiamo è "perfetta", anche se è vero che ha alcune modifiche e con quelle che si accumulano in ogni periodo di sessioni del Congresso, le riforme sono proprio tante, e che sono molti gli articoli senza leggi che li regolamentino e pertanto inapplicabili.

Quando scopriranno che la Costituzione del 1910 non esiste più, che la Costituzione del 2005 non ha più niente a che vedere con la vita dei messicani e che ha invece più relazione con i gringos ed altre specie rare del loro tipo, quei poveretti di costituzionalisti resteranno senza lavoro.

Quello che propongono quegli illusi di zapatisti, è una rivoluzione pacifica, è un cambiamento radicale della triste vita che conduce il 95% dei messicani, ma lo tratteggiano così semplicemente che nessuno li capisce e così... lasciamo tempo al tempo.

[http://www.chiapas.contralinea.com.mx/archivo/2005/agosto/htm/la_politica.htm]

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

logo

Indice delle Notizie dal Messico


home