Il Fronte di Comunità per la Difesa dei Diritti Umani e delle Risorse Naturali del Popolo Mazahua ha smentito che il 90% delle loro petizioni sia già stato soddisfatto, come aveva assicurato il segretario di Ecosistema e Risorse Naturali (Semarnat), Alberto Cárdenas.
I progressi sono "minori", perché anche se in tre comunità sono cominciate le opere per portare l'acqua potabile, per cinque continuano ad essere solo in "progetto" ed un’altra comunità ancora è in "attesa". D'altra parte, non si chiede la restituzione di una superficie minore di 40 ettari, ma di 382 che sono stati espropriati a diversi nuclei ejidali della regione – ha specificato Santiago Pérez Alvarado, rappresentante delle comunità San Isidro, Berros, Salnitro del Cerro ed una parte di El Jacal.
Il tavolo di negoziato s’è svolto questa volta nella Segreteria di Governo, ma finché non ci sarà una risposta precisa sul piano integrale per noi, hanno detto gli indigeni "c'è stagnazione".
La Commissione Nazionale dell'Acqua (Conagua) non ha presentato un piano, "non c'è niente serio: hanno promesso serre e non le hanno installate, alberi da frutta ed hanno consegnato piantine che per anni non produrranno. Per questo il movimento mazahua considera che tutto sia un inganno".
In una breve intervista, poche ore prima che un gruppo del fronte si presentasse al tavolo di negoziato nella Segreteria di Governo, Pérez Alvarado ha puntualizzato che il piano integrale consiste in un programma di rimboschimento, installazione di vivai ed utilizzazione di risorse di legname; in uno sviluppo agricolo e dell’allevamento che includa agro-imprese, sistemi di raccolta pluviale, installazione di un consiglio di bacino della regione che tenga conto della "partecipazione contadina"; disinquinamento dei canali; preservazione dei manti freatici ed un progetto di miglioramento delle abitazioni e dell'infrastruttura regionale.
Esercito delle Donne Zapatiste: non tollereremo più tradimenti
Al mattino, in una conferenza del comando dell'Esercito delle Donne Zapatiste in Difesa dell'Acqua di Villa de Allende - in un abitato della comunità di San Isidro, ubicata dietro all’impianto di potabilizzazione di Berros, del Sistema Cutzamala – hanno dichiarato che giovedì saranno ricevute dal titolare della Semarnat nei suoi uffici di Città del Messico.
La comandante Victoria ha spiegato che sperano di giungere ad un accordo, ma ha sottolineato che se gli ejidatari di Villa de Allende saranno traditi un’altra volta , "l’Esercito di Donne Zapatiste saprà vendicarli".
Hanno spiegato che la riunione di martedì è servita per conoscere i progressi delle autorità nel compimento delle richieste ed hanno riconosciuto che a partire dalle proteste dal 17 settembre in poi le autorità federali hanno incominciato a fare qualcosa.
Ieri alcuni funzionari di Governo, ha detto, si sono impegnati a restituire 34 ettari dell'ejido di San Isidro che 25 anni fa sono stati espropriati a favore della Conagua per l'operazione del Sistema Cutzamala.
Inoltre ci si è accordati per finire entro dicembre le opere di installazione di un aquedotto in otto comunità di Villa de Allende che sono senza acqua potabile, malgrado che da questa regione si estragga la metà dell’acqua che arriva al Distretto Federale ed ai suoi dintorni.
Calcolata in un milione, la compensazione per i danni a 300 ettari
CAROLINA GOMEZ MENA
La Commissione Nazionale dell'Acqua, Conagua, ha la volontà, il denaro e l'intenzione di risolvere il conflitto con la comunità mazahua di Villa de Allende, stato del Messico, ma non c'è evidentemente la stessa disponibilità da parte degli ejidatari - ha assicurato Cristóbal Jaime Jáquez, direttore dell'organo decentrato della Segreteria di Ecosistema e Risorse Naturali (Semarnat).
Il funzionario ha aggiunto che l'indennità per l'inondazione di 300 ettari dell'anno scorso, potrebbe arrivare, al massimo, ad "un milione di pesos".
Intervistato prima dell’arrivo di Alberto Cárdenas Jiménez, titolare della Semarnat, Jaime Jáquez ha raccontato che la Conagua ha convocato in diverse occasioni gli interessati e che le conversazioni sono state "permanenti ed ininterrotte", ma che la renitenza dei contadini ed il cambiamento delle loro richieste originali, hanno impastoiato il negoziato.
"Se fosse per noi si risolverebbe oggi stesso, o ieri o l'altro ieri, ma sembra che loro abbiano necessità e velocità differente di risposta… L’altrieri (lunedì) sono venuti tre rappresentanti della Conagua a Berros per sedersi a negoziare e chiudere il capitolo, ma non c’è stata volontà da parte dei mazahua; hanno chiesto un'altra riunione che c’è stata ieri (martedì) presso la Segreteria di Governo, ma neanche lì si è chiuso il capitolo, perché portavano un ultimo progetto, un progetto di sviluppo e noi possiamo lavorarci, ma solo per la sua parte idraulica".
Secondo il funzionario, "cinque su otto" delle richieste mazahua "sono state soddisfatte" e alcune petizioni si riferiscono a progetti che hanno a che vedere con "opere di protezione dei centri abitati, la restituzione della proprietà di alcuni terreni, 40 ettari, che non sono utilizzati e che non sono contemplati dalla commissione per i suoi progetti di acqua potabile".
Ha ribadito che la Conagua ha accettato di realizzare dei rimboschimenti, anche se "non sta nella nostra sfera d’azione che si doti di alberi per il rimboschimento".
Rispetto agli ettari inondati nel 2003 e all'indennità che chiedono i mazahuas, ha spiegato che il pagamento non può arrivare del Fondo Nazionale per i Disastri Naturali, perché le regole stabiliscono che si possono solo destinare quando le piogge sono atipiche. "Queste inondazioni non sono dovute a piogge atipiche, pur tuttavia, abbiamo trovato il modo per appoggiarli".
La valutazione di quanto si dovrà pagare è stata realizzata dalla Segreteria di Agricoltura dello stato del Messico ed anche se ha precisato di ignorare l’importo esatto, ha affermato che, per la quantità di ettari e per il tipo di coltivazione (mais), potrebbe essere di "un milione di pesos". D'altra parte dei 300 ettari danneggiati "solo 200 sono loro ed il resto sono federali", ma ha detto che il pagamento si farà per il danno subito dalle coltivazioni della totalità dei terreni.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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