La Jornada - Martedì 29 giugno 2004
Il rettore dell'UNAM inaugura il secondo forum globale dell'Unesco
Sarebbe un grave errore liberalizzare l'educazione secondaria superiore

KARINA AVILES

Presenziando alla conferenza inaugurale del secondo forum globale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco), a Parigi, il rettore dell’UNAM, Juan Ramón de La Fuente, ha spiegato che è un "grave errore" lasciare l'educazione superiore nelle mani del libero commercio internazionale, poiché porterebbe all'annientamento della nostra cultura e dell’identità ed al rinvigorimento del "grande commercio" delle agenzie oltre-frontiera che vendono corsi e l'anno scorso hanno avuto guadagni per quasi 365 mila milioni di dollari.

Per questo, sarebbe un grave errore includere l'insegnamento universitario - senza una legislazione previa - nell'Accordo Generale su Commercio e Servizi (GATS, nella sua sigla in inglese): "Quello che è inammissibile e pericoloso è che quelle agenzie continuano a fiorire nei loro affari aldilà di qualsiasi criterio di qualità".

Oggigiorno, ha spiegato, fanno già un "gran commercio" le agenzie fornitrici internazionali che vendono servizi educativi nel contesto degli accordi per la liberalizzazione dei mercati via Internet, sottoscritti con l'Organizzazione Mondiale del Commercio.

Per frenare questa commercializzazione dell'insegnamento, ha proposto di creare accordi internazionali che permettano la reciprocità di gradi, di convalida di titoli con criteri di qualità, ma non a fini di lucro.

Con la partecipazione del direttore dell’Educazione Superiore dell'Unesco, Georges Haddad, dei ministri dell’Educazione e dei rettori di famose università, De La Fuente ha aperto questo forum con la relazione “Ampliare l'accesso all'educazione superiore di qualità”.

Ha invitato ad accreditare di detta qualità in questo livello di studi mediante standard ed accordi internazionali da non lasciare, in nessun modo, nelle mani delle agenzie private.

"Non è una posizione di chiusura", ma al contrario, è necessario approfittare della tecnologia al massimo per ampliare la copertura e questo deve darsi sotto criteri di qualità dettati dalla legislazione internazionale.

In nessun modo si deve confondere lo sforzo delle università e delle istituzioni di educazione superiore, col commercio e con il lucro che muovono le agenzie oltre-frontiera.

La confusione a volte radica nella considerazione che il servizio educativo non sia che un elemento in più del libero mercato. Ma le università che si differenziano da questo criterio mercantile e cercano ampliare la loro copertura mediante azioni educative on-line, sempre sotto criteri di qualità, devono essere appoggiate.

De La Fuente, che presiede anche la Rete delle Macrouniversità dell'America Latina che raggruppa le università pubbliche più grandi della regione, ha sottolineato la necessità di assicurare che i governi stabiliscano politiche nazionali per l'educazione superiore e che procurino equità nell'accesso alla stessa.

Ha spiegato che l'educazione superiore nel mondo deve orientarsi su quattro principi basilari: assicurare la qualità dell'insegnamento, preservare la cultura e l’identità nazionali, promuovere l'equità nell'accesso a quei livelli ed avere chiarezza sugli obiettivi delle politiche nazionali in quanto ad educazione superiore.

L'Unesco stabilisce che ci debba essere una copertura nel livello superiore tra il 40 e il 50% della popolazione in età di richiederla, ma questo succede solo nelle nazioni avanzate, perché nelle più arretrate si raggiunge solo il 5% della copertura.
Infine, ha annunciato che l'Università Nazionale Autonoma del Messico lancerà un programma latinoamericano di mobilità studentesca con convalida di studi e titoli accademici.


La Chiesa avalla la riforma foxista nelle scuole secondarie
JOSÉ ANTONIO ROMAN

La Commissione di Educazione dell'Episcopato Messicano ha definito "positiva" la riforma educativa della secondaria proposta dal governo federale, perché risulta inevitabile nelle attuali condizioni, nella quale il paese necessita accelerare il passo su questo terreno.

Edmondo Morales Romero, rappresentante della presidenza della commissione episcopale, ha respinto le critiche che diversi settori sociali hanno lanciato contro il nuovo piano di studi che include la riforma dell’educazione secondaria, riducendo materie come storia precolombiana, perché “si studia già nella primaria".

In ogni caso, sarebbe solo necessario che l'insegnamento di questa parte della storia si "approfondisca" quando si studia nella primaria, tenendo conto che non si impartirà più nel livello seguente. "Ma in generale consideriamo che questa riforma della secondaria è non solamente congruente con tutto il piano di studi, ma anche integrale", ha detto Morales Romero, salesiano che è da 10 anni impegnato nella commissione di educazione dell'episcopato messicano.

Quello che ha invece criticato è stata la riduzione dei contenuti nella materia etica, valori e civismo, perché risulta contraddittorio che la società messicana pretenda di formare migliori cittadini da una parte, con principi etici e morali, e dall'altro si sopprimano l'insegnamento di quei principi nella scuola che insieme alla famiglia, è il luogo principale dove si forma l'individuo.

Morales Romero, in un’intervista, ha spiegato che dal suo punto di vista la riforma proposta dalle autorità educative "ha una sequenza logica” e che deve esser letta senza pregiudizi e dentro a tutta una struttura che deve essere modificata per bene nel paese. Sulla storia precolombiana che è uno degli aspetti più criticati di questa riforma, ha chiarito che non si pretende di "cancellarla", ma è qualcosa che si è già visto nella primaria.

Ha negato che la Chiesa cattolica, e specialmente la sua commissione di educazione, sia stata una delle istanze consultate dalla Segreteria di Educazione Pubblica nella formulazione della riforma di secondaria, benché ha confermato che questi cambiamenti si pianificavano da almeno due anni, per cui che non è corretto dire che siano stati una sorpresa.

Però la cosa "ideale" sarebbe l'applicazione di questa riforma in un "piano pilota" dove siano inclusi i diversi livelli di insegnamento nei vari stati del paese, prendendo in considerazione un maggiore numero di variabili, al fine di attuare le modificazioni necessarie una volta che si scoprano i possibili difetti o errori. Questo garantirebbe una maggiore affidabilità del programma.

Religione nella primaria e nella secondaria

È emerso che il successo di questa riforma radica proprio nell'abilitazione e nella preparazione del magistero; a poco o niente varrà tenere sulla carta una buona riforma educativa, se non si incomincia necessariamente con la preparazione dei maestri.

Seguendo il parere della gerarchia ecclesiastica, ha aggiunto che la Chiesa cattolica continuerà ad insistere sulla necessità che si impartisca la religione almeno nell'educazione basilare che include anche il livello secondario. "In questo punto, la Chiesa non si tirerà mai indietro".


Nel progetto c'è un’operazione chirurgica per mozzare il passato indigeno
Gli specialisti dicono che la riforma dell'educazione secondaria non passerà

KARINA AVILES

Ex membro della Commissione dell’Educazione della Camera dei Deputati, Jesús Martín del Campo ha detto che il progetto di riforma in secondaria si porta dietro il carico ideologico implicito che le autorità della Segreteria dell’Educazione Pubblica, SEP, pensano come gli antichi colonizzatori dell'ovest statunitense: "il miglior indio è l'indio morto", che in questo caso dovrebbero dire: "il miglior indio è l'indio dimenticato”.

Anche Francisco Pérez Arce, accademico dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH), ha detto che il nuovo programma del foxismo quello che pretende in realtà di fare è "un'educazione secondaria che assecondi le necessità di un progetto transnazionale, non nazionale".

In un tavolo rotondo organizzato nel Club dei Giornalisti, Jesús Martín del Campo, cheè anche stato dirigente magistrale, ha spiegato che "in quel progetto c'è una chirurgia ideologica per mozzare il passato indigeno", poiché si abborderanno d'ora in poi solo temi storici dal secolo XV in avanti.

Al centro di questa visione c’è una mentalità "pirrocentrica". Forse, ha detto, "la guida epistemologica che supporta la proposta è: 'che palle studiare tante cose antiche!".

Ha ricordato che 12 anni fa l'ex presidente Carlos Salinas ha tentato di essere esaltato sui libri di storia come il gran modernizzatore ed, ora, "forse per far bella figura con la coppia presidenziale vogliono che si dedichi più tempo all’attualità per esaltare così le loro figure che hanno fatto capire a noi messicani che leggere libri e peggio ancora i giornali, non serve a niente. Serve invece, fare assistenza privata con denaro pubblico".

Il governo foxista cerca di cambiare il contenuto dei programmi di storia per "convinzione ideologica, per una concezione pedagogica autoritaria e predatrice e per convenienza politica di un sessennio.

Il sequestro della memoria e l’oblio istituzionalizzato di certe tappe del passato rivelano un tentativo di mutilare una delle fonti più importanti dell'identità dei messicani. Non devono andare contro la memoria collettiva opponendo un programma incoerente e tagliato per motivi presuntamente pedagogici".

Le ragioni della SEP, basati sulla motivazione di evitare l'enciclopedismo e la ripetizione, potrebbero formularsi nella seguente maniera: "gli alunni della secondaria imparano, o imparano male, molto di tutto e per questo motivo sono bocciati o disertano; ora dovranno imparare, o sapere, tutto di niente e così non ci saranno risultati negativi. Se è così è, è meglio che la scuola non ci sia più".

Le argomentazioni motivazioni espresse dal sottosegretario Lorenzo Gómez Morín suonano a "clichè di qualche cattivo consulente o di qualche brutto programma televisivo... che l'educhino nel Grande Fratello, visto che non sa come per dirigere la riforma di secondaria".

Francisco Pérez Arce ha sottolineato che il progetto di riforma per la secondaria cerca espressamente di "evitare" l'associazione degli studenti col passato precolombiano che ha a che vedere con l'identità nazionale, con l'idea delle comunità.

È insostenibile ed incongruente pensare che si tratti di una ripetizione non necessaria per il fatto che il periodo precolombiano si è studiato già alla primaria e, pertanto, non deve più essere abbordato nella secondaria. Questo è un ragionamento di "un gruppo di burocrati".

Questa riforma non può passare", perché anche se ha consensi, ha contro intellettuali e specialisti. Ma la sinistra non è stata capace di presentare un'iniziativa forte che sconfigga questo progetto transnazionale nel suo insieme.

Non basta denunciare e smascherare il senso profondo di questo progetto. È necessario fare proposte di riforme che migliorino le condizioni di vita della popolazione.

In questo senso ha sottolineato che "siamo davanti ad una guerra politico-ideologica ed è da tempo che chi è all'offensiva è la destra. La sinistra ha continuato a perdere la battaglia su alcuni concetti, come per esempio quello sulla parola riforma che gli ideologi della destra hanno utilizzato come loro”.

Quindi ha ribadito la necessità di far capire che la sinistra non è contro le riforme, ma si oppone a quelle che servono a certi interessi, classi e settori della società.

Da parte sua, la sottosegretaria dei Servizi Educativi per il Distretto Federale, Sylvia Ortega, ha detto che davanti agli indici di violenza, consumo di alcool e stupefacenti che colpiscono gli adolescenti, è necessaria una ricomposizione della modalità di educazione nelle secondarie.

Secondo l'Inchiesta Nazionale sulle Assuefazioni che sarà presentata prossimamente, la metà degli adolescenti fra i 12 ed i 17 anni consuma alcool e tabacco in maniera costante, e l’11% sperimenta sostanze tossiche.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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