La Jornada - Mercoledì 27 ottobre 2004
Ai funzionari "il tema indigeno improvvisamente non dice nulla", dice Xóchitl Gálvez
Jaime Jáquez non va all’appuntamento con i mazahuas
Creel volle mettere la firma come esempio di dialogo e di ricerca di accordo

ALONSO URRUTIA

Dopo varie settimane di negoziazioni la Segreteria di Governo, la Commissione Nazionale dell'Acqua, Conagua, e le comunità mazahuas danneggiate dallo sfruttamento del sistema Cutzamala hanno firmato un accordo di rimboschimento, protezione di sorgenti ecc. che permetterebbe lo sviluppo sostenibile della regione. Nel salone Juárez del palazzo di Covián, il titolare, Santiago Creel, ha voluto mettere la firma dell'accordo come esempio di dialogo e di ricerca di un accordo.

Non appena sono finiti i discorsi e firmati i protocolli, i rappresentanti mazahuas Victoria Martínez e Santiago Pérez hanno chiesto nelle interviste che le dimissioni del direttore di Conagua, Cristóbal Jaime Jáquez, assente all'atto, per lo sgarbo e per i dubbi che la sua assenza provoca sull’adempimento dell'accordo. E l'hanno accusato di ostinarsi a "non collaborare".

Ma non solamente la Conagua non si è presentata, l’hanno fatto anche i rappresentanti dello stato del Messico. Si sapeva fin dall’inizio che non si sarebbe tenuta in considerazione la firma dell'accordo perché mancavano ancora dei punti da negoziare. Nei fatti, in questa stessa giornata due volte l’atto è stato cancellato e due volte ratificato fino a che finalmente col discorso di Creel Miranda si è avallato l'accordo.

La responsabile della Commissione per l'Attenzione e la Difesa degli Indigeni, Xóchitl Gálvez, ha sottolineato l'importanza dell'accordo, ma ha spiegato che è una tragedia che i funzionari non diano ancora importanza al tema indigeno: "io credo che sì sia un tema che ai funzionari deve davvero importare".

Gálvez ha giustificato l'assenza di Jaime dicendo che era dovuto ad impegni precedenti, ma questo non è stato sufficiente per i mazahuas che hanno annunciato lo stesso giorno della firma che proseguiranno nella lotta e che le eventuali inadempienze produrranno nuove mobilitazioni.

Nell’intervista, Creel ha preferito non parlare di altri temi. Si è giustificato dicendo che sta facendo uno sforzo per "cercare di correggere l'agenda politica dal paese, non voglio distrarre l'attenzione della conduzione politica del paese; se io non metto ordine e non metto l'esempio nessuno lo metterà".

Perciò è ritornato al tema del Cutzamala ed ha rivendicato la validità dell'accordo come una volontà del presidente Vicente Fox di agire su di un tema che sarà strategico, come l'acqua che si distribuisce nella valle del Messico.

- Perché non sono venuti i rappresentanti dallo stato del Messico?

- Perché firmeranno un loro proprio accordo nei prossimi giorni; noi abbiamo firmato già il nostro. C’è stato un processo di negoziato e per questo motivo abbiamo tardato un paio di ore. Se altre parti non sono pronte, noi eravamo già pronti.

Tra i punti accordati c'è l'installazione di un vivaio con 100mila piante iniziali in luoghi appartenenti agli ejidatari del Fronte Mazahua. Si provvederà pure ad un rimboschimento della regione ed alla protezione del Manantial del Ruedo, ubicato nel villaggio di Berros, così come all'installazione di 885 "latrine secche".

La Conagua s’impegna a promuovere e facilitare la restituzione delle superfici espropriate agli ejidi ubicati in Villa de Allende, stato del Messico.

Victoria Martínez ha detto che non esistono studi che illustrino con precisione la portata dei danni subiti dalle loro terre causati dal sistema Cutzamala. "Noi affermiamo che sono gravi ed alcuni irreversibili; per questo motivo il Fronte Mazahua mette l'accento sul fatto che non si deve continuare ad estrarre acqua dalla regione se non si include uno sviluppo della regione.. Oggi firmiamo questo accordo e speriamo che facciano valere quella firma, a noi basta la parola".

Gálvez è stata chiara: "a me, più che firmare l'accordo, interessa che si realizzi e mi incaricherò di farvi sapere ciò che non si fa, perché non sono la ruffiana di nessuno".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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