La Jornada - lunedì 27 settembre 2004
Le donne cercano di spiegare al generale l'origine della loro lotta
L’esercito mazahua sollecita un’udienza a Vega García
Esigono nuova politica idraulica ed inclusione nello sviluppo

ISRAEL DAVILA - CORRISPONDENTE

Villa de Allende, Mex. 26 settembre - Mazahua dell'Esercito delle Donne Zapatiste in Difesa dell'Acqua hanno sollecitato un’udienza al titolare della Segreteria della Difesa Nazionale, Gerardo Clemente Ricardo Vega García, per informarlo sui motivi che hanno dato origine alla loro organizzazione, di tipo militare.

In una lettera che hanno consegnato al capo dei militari che proteggono l’impianto di Berros del sistema Cutzamala, dove componenti del Fronte Mazahua e dell'Esercito delle Donne Zapatiste hanno installato un presidio da 11 giorni, le indigene definiscono "ingiusta" la politica idraulica.

Si cerca "solo di beneficare la gente che vive nelle grandi città, senza che importi nulla la povertà che genera alle comunità da dove si porta via il liquido vitale. Perciò stiamo esigendo l'implementazione di una nuova politica idraulica che inserisca nello sviluppo queste comunità in modo sostenibile" ha sottolineato la comandante Victoria Martínez.

I mazahua hanno fatto vedere a La Jornada i terreni danneggiati dall’inondazione dell'anno scorso. Hanno spiegato che la loro lotta non "è per pochi centesimi", ma esigono un'indennità di 2 milioni di pesos e che vengano restituiti 34 ettari dell'ejido di San Isidro, espropriati 25 anni fa a beneficio della Commissione Nazionale dell'Acqua (Conagua), che non sono stati assolutamente utilizzati dalla Conagua. Chiedono anche introduzione di condotte di acqua potabile per le loro comunità ed appoggio per progetti agropecuari ed ecoturistici nella zona.

"Stiamo lottando per le stesse cose che chiedono gli zapatisti del Chiapas: le rivendicazioni dei popoli indigeni" ha detto la comandante Griselda. "Esiste una fratellanza tra di noi, diamo loro la mano, ora speriamo che loro possano aiutarci".

Victoria Martínez, comandante in capo, ha spiegato che da più di 25 anni, cioè da quando sono iniziate le operazioni del Sistema Cutzamala per dotare d’acqua il Distretto Federale e la sua zona periferica, le autorità si sono dimenticate dei mazahua della regione, "il che ha fatto sì che viviamo sommersi dalla povertà".

Ha aggiunto che "non si può continuare a vivere in una regione come questa, da dove si estrae l'acqua per più di 20 milioni di messicani, senza che sia incluso il bacino nel quale viviamo. Per questo, da quando è iniziato il movimento, sollecitiamo che il piano abbia come fine di controllare qualità e quantità di acqua per le grandi città e permetta una miglior qualità di vita per tutte le comunità di questa zona".

Chiedono al tavolo di negoziato che si consegnino loro di 20 milioni di alberi per rimboschire la regione e perché così si riprendano le falde acquifere. "La Conagua sapeva di questa richiesta e ce ne ha consegnati solo 50mila", dichiarano.

Le indigene si aspettano una risposta dalla Segreteria dell'Ecosistema e delle Risorse Naturali entro questo lunedì per poter tornare al tavolo di dialogo ed affermano che non vogliono altro interlocutore che il titolare della dipendenza, Alberto Cárdenas Jiménez.

Questa domenica sono arrivati pure nella zona alcuni rappresentanti del Comitato del ‘68, con Ana Ignacia Rodríguez Nacha, che ha espresso la sua solidarietà con la lotta delle mazahua che ha invitato ad unirsi alla marcia commemorativa del 2 ottobre.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

logo

Indice delle Notizie dal Messico


home