La Jornada - Venerdì 26 marzo 2004
Chiedono la sospensione degli ordini di cattura contro i loro dirigenti
Marciano gli insegnanti per chiedere la fine della repressione in Guerrero

JESUS SAAVEDRA LEZAMA - CORRISPONDENTE

Chilpancingo, Gro., 25 marzo - Dopo un'occupazione di 17 giorni degli uffici amministrativi della Segreteria d'Educazione del Guerrero (SEG), insegnanti della regione della sierra dello Stato hanno sgomberato le installazioni e marciato per le principali strade della città per esigere che si sospendano gli ordini di cattura contro i loro dirigenti.

Dall'8 marzo, gli insegnanti ed i genitori hanno occupato gli uffici della SEG ed effettuato mobilitazioni per chiedere la creazione di 40 posti. Le autorità statali si sono dichiarate d'accordo a creare 17 posti.

La SEG si è impegnata pure a consegnare materiale didattico e infrastrutture per otto scuole primarie e a ritirare le denunce contro Armando Valverde Ruiz, Georgina León Serrano e Francisco Javier Salgado, dirigenti che ha denunciato per reato di attacco alle vie di comunicazione e danni a proprietà aliena, dovuti alle manifestazioni quotidiane durante la protesta.

Dopo aver lasciato gli uffici della Segreteria di Educazione del Guerrero, circa 500 insegnanti hanno marciato verso lo zocalo di Chilpancingo per richiedere alle autorità di porre fine alla "repressione" contro il loro movimento.

Appartengono al Coordinamento Statale per la Rivendicazione dei Principi del Coordinamento Statale dei Lavoratori dell'Educazione del Guerrero.


Aeroporto di Querétaro
Ejidatari accusano al governo di non rispettare le promesse
MARIANA CHAVEZ - CORRISPONDENTE

Queretaro, Qro., 25 marzo - Ejidatari che hanno venduto le terre dove è stato costruito il primo segmento dell'Aeroporto Intercontinentale di Querétaro hanno denunciato che il governo di Francisco Garrido Patrón non rispetta l'accordo convenuto con il suo predecessore, Ignacio Loyola Vera, entrambi panisti, nel quale si specificava la concessione di licenze di trasporto, borse di studio per i figli, opere pubbliche nelle comunità e il pagamento di circa 700 mila pesos per il trasporto del materiale da costruzione.

Il dirigente della Lega Queretana dei Trasportatori e dei Contadini, Samuel Loo Castañeda, che ha detto rappresentare 84 ejidatari delle comunità di Coyotillos, Navajas e Viborillas, ubicate nei municipi del Marqués e Colón, ha detto che le autorità hanno rispettato ciò che era stato pattuito solo al 60 per cento.

Ha aggiunto che è in corso un dialogo con il segretario di Governo, Alfredo Botello Montes, e con funzionari dello Sviluppo Politico di questa segreteria perché si applichi il trattato firmato nel 2002, ma che non ci sono "segni" che si voglia rispettarlo.
Alfredo Botello Montes ha invece detto che le licenze sono già state consegnate dalla Segreteria delle Comunicazioni e dei Trasporti e le opere che erano state promesse sono già state edificate. Ha aggiunto che la Segreteria dello Sviluppo Urbano e per le Opere Pubbliche queretana si sta occupando del caso del debito di 700 mila pesos per il trasporto di materiale fatto dagli ejidatari.

Ha assicurato che l'amministrazione statale ha rispettato il trattato firmato ed ha chiarito che è stato firmato dagli ejidatari, non dai trasportatori, alludendo a Samuel Loo Castañeda, che è a capo della Lega Queretana dei Trasportatori e dei Contadini.
Secondo il citato trattato, firmato il 26 marzo 2002, il governo dello stato si è impegnato a realizzare opere di fognatura, di costruire un impianto di trattamento di acque, dell'illuminazione delle strade, della costruzione di marciapiedi e di opere di riqualificazione urbana, per 3 milioni 90 mila pesos, mentre i governi municipali dovrebbero realizzare opere per 250 mila pesos.

Il documento riferisce che il governo dello stato si è impegnato a "concedere borse di studio a minorenni, figli di ejidatari le cui terre saranno destinate alla costruzione dell'aeroporto (...) e di promuovere programmi per la creazione di posti di lavoro temporale e definitivo nella regione".

Il trattato, firmato dall'ora ex segretario di Governo Bernardo García Camino, dall'ex presidente municipale di Colón Juan Guevara Moreno, dal commissario ejidale di Viborillas, Pablo Benito Ferruzca Tovar, e dal rappresentante di Stato della Segreteria della Riforma Agraria, Manuel Santa García, stabilisce che le opere si concluderanno "entro i 12 mesi seguenti alla firma del presente documento".

Il leader degli ejidatari, Samuel Loo, ha avvisato che se in un mese non arriva una risposta dell'attuale amministrazione la denunceranno per inadempienza.


Rischiano di sparire otto etnie
Rappresentanti indigeni denunciano l'indifferenza del governo
Reclamano un tavolo di dialogo con il governatore Eugenio Elorduy

JORGE ALBERTO CORNEJO - CORRISPONDENTE

Tijuana, BC, 25 marzo - Rappresentanti di cinque etnie native e di tre migranti radicate ora in Baja California sono in presidio di fronte agli uffici della Commissione Nazionale per lo Sviluppo dei Popoli Indigeni dello stato, nel municipio di Ensenada, e richiedono la destituzione della titolare, María Elena Rodarte García.

Secondo gli indigeni del sud di Ensenada, le etnie si estinguono nell'indifferenza delle autorità dei tre livelli di governo, e la miseria è la constante nelle loro comunità. Per questo richiedono l'apertura di un dialogo diretto con il governatore, Eugenio Elorduy Whalter.

I manifestanti accusano la funzionaria di tenerli nell'abbandono, nonostante che le comunità native dello stato e le loro lingue, tutte di origine yumana, stiano rischiando di sparire.

Tra i manifestanti si trovano migranti zapotecos, mixtecos e triquis, dello stato di Oaxaca, che lavorano nei campi della valle di San Quintín, al sud di Ensenada.

Secondo i manifestanti, nello stato ci sarebbero circa mille 500 indigeni nativi discendenti delle tribù kiliwas, pai pai, cucapás, cochimíes e kumiai.

Inoltre, le etnie sono divise per conflitti di terre e minacciate dallo strapotere del narcotraffico.

Di giorno in giorno ci sono sempre meno rappresentanti autoctoni e in molti casi si sono perdute le tradizioni; solo il 10 per cento degli abitanti delle comunità parlano e comprendono la loro lingua tradizionale. Per loro, imparare lo spagnolo è diventato un mezzo per sopravvivere.

Quattro delle cinque lingue delle comunità indigene della penisola della Baja California rischiano di sparire e l'altra sta soffrendo un processo di spagnolizzazione che potrebbe farla sparire completamente.

Inoltre le lingue dei cucapá, kiliwua, pai pai e kumiai fanno parte delle nove che sono a rischio di estinzione nel paese per il disuso, insieme al cochimí - tutte sono di filiazione linguistica yumana -, e per la loro diluizione con lo spagnolo.

Nel caso degli indigeni cucapás, ubicati nella comunità El Mayor, nella valle di Mexicali, meno di 50 componenti dei 400 abitanti parlano la loro lingua, ha denunciato recentemente il loro leader, Onésimo González.

L'influenza dei visitanti - in maggioranza turisti statunitensi - sugli abitanti, così come le precarie condizioni nelle quali vivono, hanno contribuito a modificare i loro costumi e le loro abitudini alimentari, il che ha portato al sorgere di infermità come il diabete, che in alcune comunità colpisce fino al 50 per cento della popolazione.

Per questo richiedono che il governo statale e quello federale si ricordino di loro, esigono la destituzione di Rodarte García e chiedono un tavolo di dialogo diretto col governatore dello stato.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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