La Jornada 26 febbraio 2004
Si sono arenati gli sforzi per migliorare la situazione dei diritti umani
RAPPORTO U.S.A.: PERSISTONO LE CONDIZIONI CHE HANNO DATO ORIGINE AL
CONFLITTO IN CHIAPAS
JIM CASON e DAVID BROOKS - Corrispondenti
Washington e New York, 25 febbraio - Gli sforzi del governo messicano per migliorare la situazione dei diritti umani si sono arenati nel 2003, con poche eccezioni, e la situazione in Chiapas non è sostanzialmente cambiata dalla sollevazione indigena del 1994, ha dichiarato oggi il Dipartimento di Stato nella sua relazione annuale sui diritti umani nel mondo. Il documento, diffuso oggi, comprende informazioni su casi specifici di detenzione arbitraria, tortura, sparizione e corruzione in Messico, e rileva il fatto che 5.300 militari in servizio attivo lavorano per la Polizia Federale Preventiva.
"La corruzione si estende fin dentro le fila della polizia ed è diventato un problema anche tra i militari. Poliziotti statali e locali sono coinvolti in sequestri ed estorsioni", dice la relazione del Dipartimento di Stato che viene prodotta ogni anno per legge. Benché riconosca che "generalmente il governo messicano ha rispettato molti dei diritti umani dei suoi cittadini", la relazione conclude che gli sforzi per migliorare il rispetto dei diritti umani in Messico "sembrano" essersi fermati.
Esiste un "clima di scarsa attenzione" intorno al rispetto dei diritti umani in Guerriero, Chiapas e Oaxaca, dettaglia il documento. Aggiunge che "l'accesso degli indigeni al sistema di giustizia continua ad essere inadeguato". Anche se la relazione non specifica il perché, sostiene che anche il processo di pace in Chiapas si è arenato nel 2003 e "persistono le condizioni, come la povertà e la disuguaglianza che diedero inizio al conflitto armato nel 1994".
Critica inoltre i metodi e l'impunità delle autorità: "La Costituzione e la legge proibiscono la tortura; tuttavia, continuano ad essere un problema serio", conclude il Dipartimento di Stato nella sezione sul Messico nella sua relazione. "Le autorità non puniscono quasi mai gli ufficiali per tortura, che continua ad essere praticata perché le confessioni sono le prove principali in molte condanne criminali".
Si segnala che anche la detenzione arbitraria è proibita per la legge federale messicana, ma che le autorità di polizia continuano ad usare questo metodo. Circa il Potere Giudiziario, afferma che "la corruzione, l'inefficacia, l'impunità, la disattenzione della legge e la mancanza di formazione continuano ad essere i problemi principali".
La maggior parte della sezione sul Messico elenca in dettaglio varie accuse specifiche di abuso dei diritti umani documentate da organizzazioni messicane ed internazionali. Nella parte sui mezzi di comunicazione, sottolinea i tentativi del governo di obbligare i giornalisti di La Jornada e di altri giornali, a rivelare le loro fonti, e si menzionano per nome i reporter di questo giornale Enrique Méndez, Gustavo Castillo, Rubén Villalpando, Andrea Becerril, Ciro Pérez e Roberto Garduño, tra gli altri.
Come negli ultimi anni, il Dipartimento di Stato non offre una conclusione generale su perché il governo del Messico non ha fatto niente nel 2003 per migliorare il rispetto dei diritti umani. Nello stesso tempo, menziona alcuni fattori socioeconomici legati ai diritti umani, come la mancanza di aumento dei salari, la persistenza della povertà in zone rurali e la disuguaglianza nella distribuzione delle risorse.
Per maggiori informazioni, si può consultare la relazione completa nel sito Internet del Dipartimento di Stato: www.state.gov
(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo)
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