La Jornada - Martedì 25 maggio 2004
Sollecitano il governo messicano a smettere di perseguitare il dirigente indio
I popoli indigeni chiedono il diritto di presentare reclami all'ONU
ROSA ROJAS
Durante la terza sessione del Foro Permanente per le Questioni Indigene dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), Marcelino Díaz de Jesús, presidente del Consiglio dei Popoli Nahuas del Alto Balsas, ha sollecitato a nome della sua organizzazione, dell'Assemblea Nazionale Indigena Plurale per l'Autonomia (ANIPA) e del raggruppamento Land is Life che si analizzi la possibilità di poter modificare i procedimenti delle istituzioni dell'ONU per far sì che i popoli indios possano presentare direttamente i loro reclami.
Ha pure denunciata che pende sulla sua testa un ordine di cattura "come rappresaglia" per aver "detto la verità su ciò che accade in relazione alle gravi, sistematiche e reiterate violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali dei popoli indigeni" in Messico, nella 60^ sessione della Commissione dei Diritti umani della stessa ONU, oltre ad aver presentato un reclamo contro il governo messicano per inadempienza in toto dell'Accordo 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIT).
Componenti di organizzazioni non governative indigene con status consultivo nel Consiglio Economico e Sociale dell'ONU, ECOSOC, ed esperti del Forum Permanente, tra i quali il vicepresidente, Antonio Jacanamijoy Tisoy; il relatore, Willie Littlechild; Fortunato Turpo, del Perù; Marcos Matías, del Messico, ed Otilia Luz Coti, del Guatemala, hanno inviato lettere al presidente Vicente Fox ed al procuratore generale della Repubblica, Rafael Macedo de La Concha, nelle quali hanno manifestano la loro preoccupazione per l'ordine di cattura contro Díaz de Jesús e sollecitano, a fini preventivi, "misure cautelari efficaci ed opportune" in favore del dirigente indigeno, col proposito di proteggere i suoi diritti umani.
Il reclamo
Nelle missive firmate anche da rappresentanti dell'International Indian Treaty Council, dalla Confederazione dei Trattati delle Sei Prime Nazioni, dal Centro di Documentazione, Investigazione ed Informazione sui Popoli Indigeni, dalla Commissione Giuridica Andina per l'Autosviluppoo dei Popoli Indigeni; da Dewan Adat, di Papúa, e dall'associazione Napguana, di Panama, si sollecita pure i funzionari messicani affinché il caso di Díaz de Jesús "sia trattato secondo le disposizioni che gli strumenti sui diritti umani delle Nazioni Unite concedono ai difensori dei diritti umani".
Una copia è stata inviata alla rappresentante speciale sulla situazione dei difensori dei diritti umani dell'ONU, Hina Jilani; al relatore speciale sui diritti umani e sulle libertà fondamentali degli indigeni, Rodolfo Stavenhagen, ed all'Alto Delegato per i Diritti umani dell'ONU.
Nel suo intervento al Forum Permanente, Díaz de Jesús ha spiegato, rispetto ai procedimenti delle istituzioni delle Nazioni Unite, che per esempio quelli dell'OIT non permettono ai popoli indigeni di iniziare reclami o qualunque altro procedimento se i popoli non sono costituiti come sindacato dei lavoratori. Lo stesso succede con le organizzazioni indigene che non hanno status consultivo presso l'ECOSOC, per cui non possono ricorrere direttamente alla Sottocommissione di Promozione e Protezione dei Diritti umani e alla Commissione dei Diritti umani.
Un'altra petizione è stata quella che il Forum Permanente chieda al governo degli Stati Uniti di rendere più flessibili i tramiti per il conferimento di visti agli indigeni che li richiedono per poter entrare in quel paese per partecipare ai lavori del proprio forum, poiché a molti membri di organizzazioni indigene è stato loro negato quest'anno il visto, includendo quattro del CPNAB-ANIPA.
Segnalano un grave deterioramento delle reti di distribuzione
Gli agricoltori respingono l'aumento delle tariffe per l'acqua di irrigazione
Gli agricoltori respingono l'aumento delle tariffe per l'acqua di irrigazione ed hanno chiesto alla Commissione Nazionale per l'Acqua che investa nella costruzione e nella riabilitazione delle zone di irrigazione. Circa un milione di ettari hanno perso le loro qualità e la loro produttività, secondo quanto hanno sostenuto nella riunione del direttivo della Confederazione Nazionale Contadina, CNC.
Per mancanza di programmi di mantenimento, un milione di ettari di irrigazione soffrono di deterioramento nella loro qualità ed hanno persero produttività: si perde la metà del volume di acqua per irrigazione per le infiltrazioni e l'evaporazione.
Nella riunione, il dirigente della CNC, Heladio Ramírez López, ha spiegato che circa 6 milioni di ettari contano su sistemi di irrigazione ed in essi si produce quasi il 50% del raccolto nazionale. Tuttavia, il deterioramento e la mancanza di nuove opere di raccolta hanno dato inizio ad una retrocessione in quanto a produttività.
Tecnici della CNC ha illustrato che in quasi tutte le città del paese ci sono sprechi, soprattutto nella Città del Messico. Come esempio ha spiegato che si ricevono 66 metri cubi per secondo nel Distretto Federale e nella sua area metropolitana, dei quali, per infiltrazioni e reti di distribuzione deteriorate, si sprecano circa 12 metri cubi al secondo, un volume che potrebbe rifornire oltre ad un milione e mezzo di abitanti.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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