La Jornada - Martedì 25 maggio 2004
Vuole essere un ponte per contattare il comando dell'EZLN
La Cocopa si riunirà domani

ENRIQUE MENDEZ

Con l'intenzione di fare passi avanti per la ripresa del dialogo di pace con l'EZLN, la Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa) si riunirà domani con il governatore del Chiapas, il commissario governativo Luis H. Alvarez, il vescovo di San Cristóbal de Las Casas Felipe Arizmendi ed i deputati locali. Ma già da ieri sono sorte le prime differenze su come riprendere il dialogo per permettere una soluzione del conflitto.

Il presidente di turno della Cocopa, il panista Luis Esteva, ha affermato che la Legge su Diritti e Cultura Indigeni non è l'unico cammino per la soluzione al conflitto in questa entità, mentre la delegazione perredista ha dichiarato che ridiscutere nel Congresso le riforma indigene è una condizione indispensabile per poter tornare ad un tavolo di dialogo.

Il deputato perredista Gerardo Ulloa Pérez ha detto che dopo il viaggio della commissione in Chiapas ci sarà un'esortazione al presidente Vicente Fox perché inviti tutte le parti coinvolte a riannodare un negoziato per una pace duratura.

Il parlamentare confida che la Cocopa possa diventare un "ponte per stabilire un contatto con il comando zapatista, per vedere le disponibilità del movimento al dialogo ed avere una risposta positiva da loro.

Inoltre dobbiamo occuparci immediatamente della situazione sociale, dei problemi dei profughi, dei progetti delle comunità indigene, per dare soluzione ai conflitti agrari e alle questioni aperte su terre ed acqua".

Il suo compagno, Bernardino Ramos Iturbide, componente pure della commissione, ha ribadito che si vuole inoltre fare una "radiografia i focolai rossi" nella regione, che negli anni recenti hanno portato a conflitti di partito, religiosi, per la terra, l'acqua e gli spostamenti.

L'istanza legislativa - ha continuato - cerca d'iniziare una nuova tappa di dialogo in Chiapas, per tornare a mettere in primo piano la situazione di emarginazione dei popoli indios ed il rischio latente di violenza per il lungo periodo in cui è rimasto rotto il dialogo tra il governo e l'EZLN.

Secondo lui, la mancanza di una riforma indigena che dia risposta alle richieste delle comunità ha acceso una serie di "focolai rossi", anche se in 10 anni "non c'è stato scontro armato".

Per Bernardino Ramos, in questo momento è difficile combinare un incontro con l'EZLN, per la mancanza di dialogo. "Ma speriamo di poter mettere le basi, di creare le condizioni e di riuscire a dimostrare la nostra volontà per una nuova riforma indigena, per avvicinarci ad un tavolo di negoziato".

Il deputato panista Luis Esteva Melchor ha detto che la Cocopa realizzerà un'analisi sulla situazione nella regione e farà il possibile per diventare un interlocutore per la ripresa del dialogo. Ha spiegato che ci sono quelli che pensano che modificando le riforme costituzionali in materia di diritti e cultura indigeni del 2001 si costruiranno degli elementi affinché l'EZLN riallacci il dialogo. "Ma, questo non è il solo cammino, per cui la visita a Chiapas aiuterà ad acquisire una conoscenza piena della situazione nello stato".


Chiedono casa
Invadono una riserva ecologica vicina a San Cristóbal

ELIO HENRIQUEZ E ANGELES MARISCAL - CORRISPONDENTI

Indigeni della zona de Los Altos del Chiapas hanno invaso la riserva ecologica El Huitepec, ubicata nelle vicinanze di San Cristóbal de Las Casas. Si tratta di abitanti originari di San Juan Chamula, che richiederebbero un luogo dove vivere, anche se hanno già la loro casa nelle zone vicine.

Secondo le autorità della comunità Alcanfores Huitepec, ieri un gruppo di circa 20 famiglie è arrivato a installarsi nella riserva che confina con la comunità.

Si tratta di 102 ettari con flora e fauna della regione. La riserva Huitepec ha sofferto negli anni recenti diverse aggressioni, tra queste il taglio clandestino di alberi.

Questa volta le famiglie di indigene ,che sono partite da San Juan Chamula, sono arrivate lì e "hanno lottizzato" il terreno, dividendolo in piccoli appezzamenti dove vogliono costruire le loro case.

Gli abitanti di Alcanfores hanno presentato una denuncia alla Vicesegretaria di Governo e alla Procura Generale della Repubblica, visto che le terre occupate sono considerate "terreni nazionali".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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