La Jornada - Domenica 25 aprile 2004
Ancora nulla dalle indagini sull'aggressione del 10 aprile
Osservatori per sorvegliare il ritorno degli zapatisti profughi

HERMANN BELLINGHAUSEN - INVIATO

San Cristóbal de Las Casas, Chis. 24 aprile - Questo domenica i profughi zapatisti ritorneranno alle loro case in Jech'vó, Elambó Alto e Elambó Bajo. I responsabili dell'aggressione del 10 aprile e dell'espulsione di mezzo migliaio di indigeni continuano impuniti e non si se le investigazioni giudiziarie che, si dice, sono in corso abbiano dato risultati.

Rispondendo all'appello della giunta del buon governo (JBG) zapatista di Oventic, diverse organizzazioni civili de Los Altos del Chiapas hanno convocato per la mattina di questa domenica osservatori ed accompagnatori nazionali e stranieri per accompagnare la carovana di zapatisti.

Così, le famiglie colpite rispondono allo sgombero che i perredisti di Pasté vogliono loro imporre.

La giunta del buon governo Cuore centrico degli zapatisti davanti al mondo ha dichiarato giovedì: "Non ci sembra giusto che i nostri compagni e le nostre compagne continuino a soffrire perché manca loro tutto fuori dai loro villaggi, mentre i mandanti dell'attacco sono godendo della loro piena libertà con l'appoggio dei governi federale e statale".

La stessa JBG aveva denunciato come responsabili dell'imboscata: il presidente municipale, i membri del municipio, la dirigenza municipale perredista, l'agenzia municipale di Pasté, così come un gruppo di abitanti di quella comunità e di Elambó Alto.

Dal giorno seguente all'attacco contro la marcia zapatista in Pasté, il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas (CDHFBC) ha richiesto "un'inchiesta imparziale e osservante della verità, per sanzionare i mandanti e gli autori materiali dei fatti violenti", e che "si fissi la responsabilità delle autorità coinvolte, per azione o omissione nella violazione ai diritti umani commessa in questi atti".

Il CDHFBC esigeva pure "azioni effettive che garantiscano a tutta la popolazione l'accesso all'acqua, come diritto fondamentale, senza distinzione di filiazione politica. E che i governi federale e statale riconoscano giuridicamente e politicamente il diritto all'autonomia, che sarà un contributo fondamentale per la costruzione della pace".

Niente di tutto ciò è avvenuto, però il panorama si è già complicato seriamente per il governo municipale di Zinacantán. Per incominciare, il PRD nazionale ha annunciato un procedimento per studiare la possibile sospensione dei diritti di partito del sindaco Martín Sánchez Hernández, senza che questo metta in discussione la sua ripresentazione alle elezioni di ottobre.
(…)

Mentre si accumulano nubi, il governo municipale di Zinacantán ha reso pubblica una comunicazione diretta alla JBG di Oventic. Il sindaco zinacanteco, meglio tardi che mai, "ha informato" questo venerdì che "dopo aver dialogato ed essersi messo d'accordo con le comunità dove si è originato il conflitto, le famiglie basi d'appoggio zapatisti hanno tutte le garanzie che saranno rispettate nella loro integrità fisica, morale e nei loro beni materiali".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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