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Sesta parte: Sei progressi

A partire dalla colonizzazione, i popoli indios del Messico hanno sofferto condizioni di estrema miseria. Nonostante sia stata la classe sociale che ha più contribuito alla lotta per l'Indipendenza, nelle guerre di resistenza contro le invasioni nordamericana e francese e nella rivoluzione messicana (e, se me lo permettete, alla democratizzazione attuale del paese anche se sono i politici ed i mezzi di comunicazione a disputarsi il “protagonismo”), i debiti della nazione nei loro confronti non hanno fatto altro che accumularsi. Se qualcuno ha dato la sua vita ed è morto affinché questo paese che si chiama Messico potesse elevarsi a nazione sovrana, libera ed indipendente, questo è stato il popolo indigeno.

Nessun movimento si è voltato a guardare che cosa restava dopo i trionfi o le sconfitte. Indipendentemente da chi ci guadagnasse, i popoli indios perdevano. Chi offriva loro miglioramenti, finiva per schiavizzarli nelle tenute. Chi offriva loro una patria libera, finiva per metterli da parte. Chi offriva loro democrazia, finiva per imporre loro governi e leggi. Ma ogni volta che era in gioco il destino del Messico, gli indigeni non hanno tentennato mettendo a disposizione l'unica cosa che avevano: il loro sangue.

Dall'Indipendenza del Messico fino ad ora sono trascorsi quasi 200 anni. 200 anni e ci sono popoli indigeni che lavorano e muoiono in condizioni simili a quelle della colonizzazione. Le terre che avevano sono state loro sottratte, a volte con violenza, a volte con l’inganno. Il colore, la lingua, i costumi, il "modo", sono stati motivo di vergogna, di scherno, di disprezzo. Il nome "indio" è stato usato come insulto, come sinonimo di fannullone, di mancanza di intelligenza, di incapacità, di sottomissione, di servilismo.

Dopo tutto questo, la cosa più strana sarebbe stato che non si sollevassero in armi. Ma lo hanno fatto. E nonostante siano stati oggetto di scherno e disprezzo da quelli di pelle bianca, non hanno trasformato la loro guerra in una guerra contro un colore. Nonostante siano stati oggetto di inganni e destinatari di bugie da quelli che parlano "il castigliano", non hanno rivolto la loro guerra contro una cultura. Nonostante siano stati sempre i domestici nelle case di chi ha tutto, non hanno fatto distruzioni. Hanno fatto una guerra, la loro guerra. La stanno ancora facendo. Una guerra contro l'oblio.

Questo paese è fortunato. Dove altri distruggono, questi indigeni costruiscono. Dove altri separano, loro uniscono. Dove altri escludono, loro includono. Dove altri dimenticano, loro ricordano. Dove altri sono un peso per tutti, loro si fanno carico, tra le altre cose, della nostra storia. Ed è fortunato l'EZLN ad essere stato arruolato da questi popoli. Che se...

Se qualcuno si voltasse a guardarli, vedrebbe esseri umani, pieni di errori, difetti, debolezze, cadute, alla fine, imperfetti. E questo è il problema, perché se fossero superuomini e superdonne si capirebbe quello che hanno fatto. Ma siccome sono come chiunque, allora... come dire?... come qualcuno che dice "anch'io devo fare qualcosa... perché nessuno lo farà per me".

E questo è quello che fanno i popoli zapatisti. Non aspettano che il governo elargisca loro elemosine e discorsi. Lavorano per migliorare le loro condizioni di vita e ci riescono. Paradossalmente, le loro condizioni, anche se sono ancora ben lontane dall'essere quelle ideali, sono migliori di quelle delle comunità che ricevono "l'appoggio" federale. E questo si può costatare dal vivo e in diretta (i video, anche se solo letti, sono limitati) e si può indagare.

Vi parlerò ora di questi miglioramenti, che sono stati possibili grazie alla "terza spalla". Tenterò di non dilungarmi troppo (mi propongo sempre la stessa cosa ma poi mi escono fogli come se piovesse), ma vi invito a conoscere i dettagli nelle relazioni di ogni giunta e, ovviamente, visitando i caracoles e le comunità, e parlando con i compagni.

SALUTE E EDUCAZIONE

Due dei progressi si riferiscono a salute e educazione. Le "dimenticanze" dei diversi governi federali su questi aspetti hanno fatto sì che "indigeno" fosse sinonimo di cattiva salute ed ignoranza.

Grazie all'appoggio degli e delle "società civili", la salute delle comunità ha incominciato a cambiare radicalmente. Dove c'era morte, incomincia ad esserci vita. Dove c'era ignoranza incomincia ad esserci conoscenza. Dove non c'era niente, incomincia ad esserci qualcosa di buono.

Ne Los Altos del Chiapas, per esempio, il sistema di salute fornisce assistenza medica gratuita e, fino a dove arrivano le risorse, anche le medicine sono gratuite. Questo è possibile per due cose:

una è per l'appoggio economico della società civile che permette di avere equipe mediche e medicine;

l'altra è perché invece di concentrarsi solo per curare malattie, il sistema di salute è indirizzato in particolare alla medicina preventiva. L'obiettivo è ridurre le malattie e, di conseguenza, il consumo di medicine. Anche se con difficoltà, il servizio medico gratuito si è avuto per tutto l'anno di funzionamento della Giunta del Buon Governo de Los Altos.

Nelle cinque zone dove operano le Giunte del Buon Governo si realizzano campagne di igiene, si promuove l'uso di latrine e la pulizia della casa. Si fanno anche campagne, benché si stia appena generalizzandole, per combattere malattie croniche (come la leismaniasi o "ulcera del chiclero"), epidemie e per diagnosticare il cancro nella donna. Per ottenere questo, oltre all'appoggio economico per progetti di salute, abbiamo l'aiuto solidale, ed in non pochi casi eroico, di dottori e dottoresse specialisti ed infermieri che, rubando tempo al loro riposo, vengono fino a queste terre e diffondono conoscenze (levatrici, fisioterapisti, promotori di salute e analisti) e salute a tutte le comunità.

La terza spalla per elevare la vita.

Si costruiscono cliniche regionali e municipali, si attrezzano e si preparano compagni e compagne per il loro utilizzo. Nella zona tojolabal, il 1º d’agosto è stata inaugurata la prima sala chirurgica e si sta attrezzando un laboratorio per la lavorazione di piante medicinali. In tutte le zone ci sono farmacie fornite con il denaro di progetti e donazioni.

In generale, a poco a poco, le Giunte del Buon Governo stanno ottenendo che ogni municipio autonomo abbia una struttura di base di salute comunitaria: promotori di salute, campagne di igiene, medicina preventiva, microcliniche, farmacie, cliniche regionali, medici e specialisti.

Per quanto riguarda l'educazione si procede come si dovrebbe procedere in politica, cioè dal basso verso l'alto. Si costruiscono scuole in tutte le comunità (quest'anno sono state più di 50 in tutta la zona e ne mancano ancora) e si attrezzano quelle che già ci sono (quest'anno sono state circa 300), si formano promotori di educazione (e si fanno corsi di aggiornamento), si realizzano centri di educazione secondaria (dove sì, si insegneranno le radici storiche del Messico) e tecnica.

Maestri di scuola e di edilizia, specialisti in pedagogia, uomini e donne con nomi e visi comuni, indigeni con e senza passamontagna, costruiscono scuole e conoscenze dove prima c'era solo ignoranza.

Venite. Così potrete vedere in diverse comunità delle varie zone, che è apparsa una clinica, una farmacia, una scuola, che c'è molto chiasso perché una dottoressa sta visitando, che la "Mariya" sa già scrivere il suo nome e può raccontare che gli antichi messicani avevano una cultura molto avanzata ed ora vuole andare alla secondaria autonoma ma chissà se la mandano, che nella clinica c'è un dentista che toglie e cura i denti, che c'è festa perché sono arrivate le lavagne ed i quaderni e le matite e i libri, che il Lencho sta morendo, ma non è morto e-morirà-ma-dopo-cioè-più-tardi-quando-sarà-normale, che la scuola ora è allegra, che il dottore degli occhi è arrivato, che l'Andulio sta piagnucolando perché non trova la sua matita, che c'è un medico pediatra che sta spiegando ad un compagno che il suo lavoro non è curare i piedi, che l'Uber dice "non sono stato io" e nessuno gli ha chiesto se è stato lui a prendere la matita dell'Andulio, che c'è un neurologo che aiuta se uno ha male alla testa e sviene, che si vaccinano i bambini, che quei camion trasportano promotori che vanno ad un corso nel Caracol e chissà se il corso è di salute o di educazione, perché "vedrà che qui passa un sacco di gente e prima non era così, no, nelle strade prima uno incontrava solo vacche e buoi, senza offendere nessuno... Senta, lei non è di qua, vero?, ah!, si sta guardando attorno, ma non si preoccupi che le spiego tutto, guardi, là nel 1994 ci siamo sollevati tutti noi indigeni, cioè la plebe come diciamo qua, e gli zapatisti e poi le società civili e... senta, non vuole un pozol?, perché la spiegazione è lunga..."

ALIMENTAZIONE, TERRA, CASA

Dalla cosa urgente alla cosa importante. Il problema dei profughi (principalmente quelli di Polhó) è quello che assorbe di più l'attenzione del buon governo de Los Altos del Chiapas. Dei quasi 3 milioni e mezzo di pesos spesi da Oventic, 2 milioni e mezzo circa sono stati destinati a Polhó. Ma non solo per l'alimentazione. È stato costruito e messo in funzione uno spaccio municipale di alimentari ed una cooperativa di donne profughe.

Il buon governo guarda lontano e sta procedendo nel progetto di realizzazione di una "bloquera" ("cioè, per fare blocchi da costruzione" di cemento). La "bloquera" può produrre un effetto a catena. Oltre a produrre un'entrata per i contadini (che non possono andare a lavorare le loro terre per la minaccia dei paramilitari), farà abbassare notevolmente il prezzo del materiale da costruzione e si potranno man mano migliorare le abitazioni. Bene, non siamo ancora arrivati a tuuto questo, ma la "bloquera" di Polhó già lavora.

Per migliorare l'alimentazione di tutti, nelle cinque zone si sono avviate cooperative di allevamento di maiali ("no, non si allevano politici", mi spiegano prima che faccia la domanda di rigore), galline, agnelli ("no, non sono deputati del PAN che votano l'espulsione di López Obrador", mi dicono, e mi accorgo che ora non avrei chiesto niente), polli e bestiame (vacche, muli e qualche bue, senza offendere nessuno), produzione di ortaggi e di alberi da frutta.

Da La Garrucha informano che "si sono preparati dei promotori di agro-ecologia nei nostri municipi autonomi perché facessero esperienza per prendersi cura dell'ambiente, come curare animali, come vaccinarli e come far produrre meglio le terre recuperate e per questo motivo ci sono progressi in ogni municipio".

Si realizzano progetti di laboratorio di calzoleria, di macchina sgranatrice di riso, di meccanica ("abbiamo già riparato il trattore, ora manca solo la benzina"); nella zona di La Realidad uno chiamato "di tecnologia applicata, salute nella casa, risparmio energetico e formazione" che, oltre a distribuire serbatoi di acqua, costruisce stufe che risparmiano legna; in varie zone laboratori di fucina, progetti di acqua potabile, laboratori tessili, allevamenti di api.

Così, da vari fronti e con l'appoggio delle "società civili" si migliorano la terra, la casa e l'alimentazione.

Con parole della selva: "fino ad oggi abbiamo migliorato un po' l'alimentazione grazie alle terre che abbiamo recuperato dalle grandi proprietà, perché così raccogliamo più mais e fagioli, e grazie ai progetti di agro-ecologia. Grazie alla nostra organizzazione siamo riusciti a diminuire molto l'alcolismo, il che ci ha permesso di usare per l’alimentazione le poche risorse che abbiamo. Abbiamo potuto anche migliorare le nostre case benché poveramente ma oggigiorno abbiamo tetti migliori, la casa più pulita, con terreni più ampi per poter seminare alberi da frutta, ortaggi, fiori e tenere gli animali fuori di casa".

Legata a queste tre cose, c’è la commercializzazione.

Si spiazzano i "coyote" con i magazzini regionali (nella zona di La Realidad uno si chiama "Per tutti tutto" - il che, a mio modo di vedere, è un invito al saccheggio -, un altro "Il Caracolito", un altro "Don Durito"; nella zona di Morelia lo chiamano "centrale di rifornimento" e lì si trova caffè, zucchero in pani, artigianato, ricami, pentole di coccio, “comales de barro”, candele, cesti, mobili – il tutto prodotto dalle comunità e a basso prezzo -, in Roberto Barrios sono 3 i magazzini regionali), che includono nel progetto il trasporti della merce. Aumenta così il numero di negozi cooperativi e le mense popolari.

I principali successi dell'autonomia zapatista, nell'epoca delle Giunte di Buon Governo, hanno a che vedere col miglioramento delle condizioni di vita, sì, ma non solo...

GOVERNARE ED ARRANGIARSI

Forse il successo più importante che vediamo è il fatto che stiamo imparando a costruire, non senza errori ed ostacoli, un buon governo:

Abbiamo imparato come risolvere i nostri problemi, come fare accordi con altre organizzazioni ed autorità, ed anche con le nostre comunità, durante questo periodo abbiamo imparato molto come governare in ogni municipio ed abbiamo visto che così non è facile che ci corrompano i cattivi governanti, perché abbiamo appreso tutti, con la rotazione, il nostro modo di governare con l'esperienza di tutti e con la guida della vigilanza.

È stato un grande apprendistato per tutto l'anno perciò non è facile che ci comprino con una bibita.

Un'altra cosa che abbiamo imparato è a trattare con gente di altre culture e di altri paesi...

Abbiamo imparato attraverso il lavoro, risolvendo i problemi, all'inizio eravamo nervosi, prima in ogni municipio si organizzavano come volevano adesso con i municipi tutti insieme abbiamo imparato a lavorare in modo equo, abbiamo imparato anche a conversare con altre genti che non sono della nostra organizzazione. Sappiamo già che non sono loro i nostri nemici, quello che succede è che sono ingannati però vediamo che a poco a poco cominciano a capire e si stanno avvicinando a noi...

Ogni autorità municipale porta nel suo municipio ciò che ha imparato nella giunta, alcuni di noi hanno imparato a scrivere verbali di accordi, ad elaborare progetti, a maneggiare apparati come computer, Internet, fotocopiatrice, telefono ed altri apparati che stiamo imparando a maneggiare...

Stimiamo che politicamente abbiamo vantaggi, abbiamo imparato a fare il lavoro attraverso il sacrificio. C'è un cambiamento rispetto a prima, abbiamo fatto errori ma continuiamo ad imparare a poco a poco.

I vantaggi che vediamo: tutti siamo stati governo, non abbiamo avuto nessun leader, è stato un governo collettivo, così tra tutti ci insegniamo ciò che ciascuno sa, c'è una distribuzione equi dei progetti, sono arrivate organizzazioni sociali che quando non risolvono i loro problemi vengono nel nostro ufficio...

Dentro la giunta del buon governo, non abbiamo bisogno di traduttore perché siamo di lingue differenti, così può arrivare qualsiasi persona, tzeltal, tzotzil, tojolabal, ecc…, e possiamo capirci con la nostra propria lingua...

Questi sono stati i progressi che noi abbiamo visto e sentito in un anno di Giunte del Buon Governo.

Perché non pensiate che sto mentendo e che parlo solo dei miglioramenti, vi dico di venire a camminare per i nostri villaggi, così potrete mettere l’audio e le immagini a questo video...

(continua...)

Dalle montagne del Sudest Messicano
Subcomandante Insurgente Marcos
Messico, Agosto del 2004. 20 e 10


(traduzione del Comitato Chiapas “Maribel” – Bergamo e del Comitato Chiapas di Torino)

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