San Cristóbal de Las Casas, Chis., 22 maggio - Partecipanti al quinto Incontro del mais maya-zoque hanno concluso che per garantire la sicurezza alimentare nelle comunità indigene è necessario "chiedere il passaggio" ai semi transgenici, per cui si sono messi d’accordo nel "generalizzare e diffondere in tutti i villaggi in modo che non si permetta l’ingresso di questo tipo di sementi e non si utilizzino concimi chimici né erbicidi".
Alla fine della riunione, iniziata ieri, i 267 delegati indigene di diverse etnie del Chiapas hanno deciso di unire le loro voci per "dire no al mais transgenico e per recuperare i nostri semi originari", per cui cercheranno di riscattare le modalità di coltivazione tradizionali, che includono l’utilizzo della zappa e del machete.
Nelle dichiarazioni finali, si sono impegnati a nominare delegati nelle regioni per formare "quadri che apprendano" la preparazione del concime organico e degli insetticidi. Hanno anche preso l’impegno di non danneggiare la terra con bruciate o con la utilizzo di concimi e insetticidi chimici.
In un documento finale, i partecipanti hanno ribadito che per conservare i semi originari gli indigene hanno recuperato il sistema di "affumicare le pannocchie nelle loro case e di conservarle con l’erba santa".
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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