Un supermarket tra le piramidi
L'area archeologica più importante del Messico è da tre mesi teatro di manifestazioni contro lo scempio
Un centro commerciale Wal Mart sorgerà nell'area archeologica di Teotihuacan. Grazie all'appoggio (scontato) del governo Fox e di quello (meno prevedibile) dell'Unesco. Un architetto italiano dà il via libera
GIANNI PROIETTIS - CITTÀ DEL MESSICO

La costruzione di un supermercato Wal-Mart nella zona archeologica di Teotihuacan, la più importante e visitata del Messico, sta provocando un'ondata di indignazione destinata a estendersi a livello mondiale. Ma la potente catena nordamericana, che sta dando gli ultimi ritocchi a un mostruoso scatolone di 24mila metri quadri costato 7 milioni di dollari, si sente sicura del fatto suo, grazie alla protezione delle autorità messicane e al fatto che «sta portando lavoro dove ce n'è bisogno». Più di sessanta artisti e intellettuali messicani di rilievo - fra cui lo scrittore Homero Aridjis, il pittore Francisco Toledo, la scrittrice Elena Poniatowska, lo storico Miguel León Portilla - hanno reso pubblico un documento in cui denunciano l'attentato a «uno dei simboli culturali e storici più importanti del Messico e del mondo», dichiarato dall'Unesco patrimonio dell'umanità. La presenza di Francisco Toledo, il maggior pittore messicano vivente, fa ben sperare: due anni fa ha capeggiato un movimento vincente contro l'apertura di un McDonald's nel centro di Oaxaca.

In realtà è da tre mesi, da quando sono cominciati i lavori di costruzione, che hanno preso il via le proteste di numerose organizzazioni e di semplici cittadini, decisi a non far passare questo ennesimo scempio del patrimonio nazionale e a frenare il servilismo del governo Fox nei confronti degli interessi nordamericani. Ma che ci si può aspettare da un governo che manda i capolavori dell'arte azteca al Guggenheim di New York, mentre, in casa propria, tenta di cancellare gran parte del passato preispanico dai programmi scolastici di storia?

La lotta per la difesa del sito archeologico, che include piantoni, tentativi di bloccare i lavori, scioperi della fame e manifestazioni, si scontra con la dura risposta della Wal-Mart, che non risparmia querele e minacce contro chi protesta e annuncia che comunque aprirà in novembre. È una battaglia campale, dagli esiti incerti, fra due diverse visioni del mondo. «Il fondamentalismo neoliberale», dice il documento degli intellettuali, diretto al presidente Fox, al governatore dello stato di Messico e al sindaco locale ma rivolto all'opinione pubblica internazionale «è cieco di fronte alla grandezza di un luogo come Teotihuacan».

L'avallo dell'Unesco

Fondato probabilmente nel II secolo a.C., il centro cerimoniale di Teotihuacan, a una cinquantina di chilometri da Città del Messico, rappresenta una delle maggiori realizzazioni delle antiche civiltà mesoamericane. L'imponenza delle sue rovine, fra cui le famose piramidi del Sole e della Luna, che gli aztechi trovarono già abbandonate da secoli, è accentuata dalla desertica sacralità del luogo. Prima che i fondatori toltechi emigrassero altrove - nel VII secolo d.C., forse sotto la spinta di invasori cicimechi - intorno a Teotihuacan si era formata una fiorente metropoli, che nel momento del suo splendore contava 200mila abitanti e si estendeva per più di 20 km quadrati.

Le sue principali divinità - fra cui Quetzalcoatl, il serpente piumato, e Tlaloc, il dio della pioggia - sopravvissero in numerose culture precolombiane e le conoscenze artistiche e scientifiche dei toltechi permearono tutta l'area mesoamericana.

Per legge è l'Inah, l'Instituto Nacional de Arqueología e Historia, l'ente che dovrebbe occuparsi della difesa del ricchissimo patrimonio archeologico messicano. Ma il suo direttore, Sergio Raúl Arroyo, riferendosi alla crescente opposizione al Wal-Mart, ha dichiarato: «Le proteste di alcuni settori della società hanno a che fare con aspetti ideologici di lotte che si danno nel contesto mondiale con certe imprese». E ha concluso: «Non c'è una legge che regolamenta i valori simbolici e pertanto non si può impedire un'opera così». Un'affermazione che appare rafforzata da una presa di posizione dello stesso Unesco. In una lettera resa pubblica ieri, l'architetto italiano Francesco Bandarin, direttore del Centro del Patrimonio mondiale dell'agenzia Onu, ha assicurato che «l'opera in questione non rappresenta un danno all'integrità né ai valori culturali o ambientali della zona archeologica».

Arturo Montiel, governatore dello stato di Messico, nel cui territorio si trova la valle di Teotihuacan, aveva assicurato la settimana scorsa che avrebbe trovato un'altra ubicazione per il centro commerciale, ma poi si è rimangiato la parola data sostenendo che non ci sono strumenti legali per fermare la costruzione, ormai nella fase finale. A parte la figuraccia, ha dimostrato che un governatore è poca cosa di fronte a una multinazionale.

Con le sue spietate politiche aziendali, che portano al fallimento milioni di piccoli commercianti e fanno sparire migliaia di prodotti locali dal mercato, la Wal-Mart non gode di buona reputazione neanche negli Stati Uniti.

La catena della globalizzazione

La formula con cui è diventata la number one mondiale delle catene di supermercati è di una semplicità terrificante: concorrenza sleale, pratiche monopolistiche, sottomissione dei fornitori - ai quali vengono applicate multe in caso di ritardi nelle consegne -, divieto di associazione sindacale al suo interno, bassi salari, mobilità e rinnovo continuo degli impiegati.

La bruttezza dei suoi supermercati, che insultano il paesaggio, è pari alla sua rapidità di espansione. Mentre infuria la polemica per Teotihuacan, si stanno già costruendo altri tre centri commerciali: a Atizapán de Zaragoza, nello stesso stato di Messico, a Cuernavaca, nello stato di Morelos, e a Tepeaculco, in Hidalgo.

Ovviamente, la Wal-Mart si traveste da agnellino. Ha annunciato di aver fatto dipingere le venti aule di una scuola vicina, a cui regalerà 15 computer. I suoi portavoce giurano di dedicarsi alla riforestazione e all'assistenza delle comunità in cui si installano. Per di più, a Teotihuacan, hanno promesso di rispettare un altare precolombiano venuto alla luce nel loro parcheggio.

Domenica scorsa, nell'area fra il Wal-Mart e le piramidi, si è svolta una importante manifestazione, con tanto di danze preispaniche. Il giorno prima erano arrivati vari reparti di polizia antisommossa che si sono distribuiti alle entrate delle rovine. «Per aiutare nell'assistenza ai turisti», hanno detto. Peccato che si sia in bassa stagione.

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