COMUNICATO DEL CONSIGLIO POPOLARE AUTONOMO IN ESILIO DI TLALNEPANTLA, MORELOS, MESSICO
Consiglio Popolare Autonomo e Commissione dei Barrios e Popoli di Tlalnepantla in esilio

Da quando è iniziato il movimento della nostra comunità quanto abbiamo rivendicato è il rispetto dei nostri usi e costumi. In osservanza della legge e in forma pacifica abbiamo chiesto il rispetto degli articoli 39 e 115 della Costituzione Politica degli Stati Uniti Messicani.

I motivi per cui il popolo non accetta Elias Osorio [ex sindaco ufficiale N.d.T.], è perché ha svolto l'incarico pubblico assegnato in modo arbitrario, prepotente, autoritario e dittatoriale. Il popolo di Tlalnepantla, dopo la repressione subita il 26 novembre, aveva sollecitato al governatore dello stato di Morelos un incontro per intavolare un dialogo ma non ha ricevuto alcuna risposta positiva. Abbiamo subito vari tentativi di repressione il giorno 16 dicembre, quando Francisco Coronato, rappresentante della statale Commissione dei Diritti, si è presentato nella comunità con il fine di convincerla ad intavolare il dialogo con Elias Osorio, una commissione di deputati e con gente del governo messicano.

Queste quattro riunioni non hanno prodotto risultati favorevoli per la comunità perché non c'è stata maturità, volontà e capacità politica da parte dei deputati e del sottosegretario che erano presenti. Per questo motivo il popolo di Tlalnepantla ha deciso di rompere il dialogo e di dar vita al Consiglio Popolare Autonomo per far fronte alle necessità della comunità, in special modo riguardo all'acqua potabile.

È importante sottolineare che lo statuto e la dichiarazione sono basate nel diritto storico che ci salvaguarda come comunità indigene del popolo nahuatl e per la legittimità che ci concede la volontà della maggioranza degli abitanti.

Il governo Statale e Federale stanno violando lo stato di diritto e hanno mandato il loro apparato repressivo per far tacere la nostra voce e far sì che non si ascoltino le nostre richieste di giustizia e di rispetto dei nostri diritti.

Come suo solito, il governo estradista [del governatore dello stato, Estrada N.d.T] ha inviato reparti scelti e cecchini, tutti con armi di grosso calibro come le R-15, M-1, fucili di grossa portata e pistole di vario calibro.

Durante questa operazione hanno assassinato il compagno Gregorio Sanchez, hanno ferito diversi dei nostri fratelli nell'irruzione della forza pubblica nella sede del municipio e poi è iniziato il rastrellamento nelle nostre case spingendo fuori a colpi di manico di fucile diversi compagni che ora si trovano prigionieri insieme a quelli catturati nel bosco.

Durante i giorni 14 e 15 gennaio, la gente che era riuscita a mettersi in salvo attraverso il bosco per raggiungere altri villaggi vicini, è stata braccata da elementi della polizia sia via terra che aerea con l'obiettivo di ammazzarli: non è stato un inseguimento, ma una vera e propria caccia agli uomini, alle donne, agli anziani ed ai bambini indifesi. Le persone che hanno vissuto questi fatti possono testimoniarlo.

In questo momento il villaggio di Tlalnepantla è praticamente deserto ed abbandonato, soprattutto per timore della repressione, poi perché non appoggiano Elías Osorio ed infine perché sono in piena lotta fino a quando non sarà data risposta alle loro giuste e legali richieste.

Il popolo di Morelos non può permettere che restino impuniti questi fatti violenti contro la nostra comunità, visto che è l'ennesima volta che il governo estradista agisce in forma brutale e spietata.

Ora il governo dello stato di Morelos ci accusa di appartenere ad un gruppo guerrigliero: non esiste alcun fondamento per tale accusa dato che anche oggi manifestiamo in forma pacifica chiedendo ancora una volta rispetto per le decisioni del nostro popolo, rispetto alla sovranità, rispetto all'autonomia, rispetto ai nostri diritti e alla nostra volontà decisionale.

Esigiamo la fine della repressione, del sopruso, della persecuzione (della caccia all'uomo) e giustizia e libertà incondizionata per i prigionieri politici.

Il popolo di Tlalnepantla e il popolo del Morelos sono stanchi di vivere sotto il mandato neofascista di Estrada Cajigal e per questo esigiamo un processo politico e legale per le azioni repressive contro la nostra comunità.

Il popolo si è sempre manifestato per la pace ed è stato sempre disponibile al dialogo nonostante il condizionamento di cui è stata oggetto la commissione, perché il governo aveva detto che finché c'era dialogo non ci sarebbero stati ordini di cattura.

Dopo il violento massacro che abbiamo subito, i deputati federali hanno detto che è necessario riprendere il dialogo e trovare una soluzione politica.

Da parte del popolo c'è sempre stata la volontà di dialogo, della sua necessità e che conduca alla soluzione, e lo faremo ma senza essere condizionati, senza tranelli e in modo pubblico. Se possibile dovrà aver luogo nel Congreso de la Union ed in presenza dei mezzi di comunicazione.

Ringraziamo per la solidarietà e l'appoggio incondizionale le comunità indigene, le organizzazioni sociali del popolo di Morelos, del popolo del Messico e speriamo di continuare a riceverlo. Questa lotta non è solo di Tlalnepantla, è di tutte le comunità e di tutti i popoli indigeni del Morelos e di tutti i popoli fratelli.

Diffondere a tutti i mezzi di comunicazione

Red de Comunicacion de Morelos desde algun lugar de la eterna primavera
areli@laneta.apc.org http://www.laneta.apc.org/mailman/listinfo/redmorelos


(tradotto dal Consolato del Messico - Brescia)



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