La Jornada - Giovedì 21 ottobre 2004
Indizi di "corruzione" nell'INAH, secondo il New York Times
La chiusura parziale del Wal-Mart è la condizione per il dialogo

ANA MÓNICA RODRIGUEZ E PABLO ESPINOSA

Nel terzo giorno di presidio davanti alla Direzione Generale dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH), il Fronte Civico in Difesa della Valle di Teotihuacán ha chiesto che si mettano i sigilli di sospensione temporanea al Wal-Mart, a garanzia del dialogo proposto da Luis Carlos Migliavacca, direttore di concertazione sociale della Segreteria di Governo.

Gli attivisti chiedono "la clausura parziale della costruzione" nella zona precolombiana perchè solo così è possibile iniziare un "dialogo serio" e permetteranno l'accesso agli impiegati dell'INAH nelle installazioni che ieri sono state sigillate con striscioni.

Sul caso Teotihuacán, il quotidiano New York Times ha dato rapporti costanti. In un esteso articolo del 28 settembre, inserisce in modo ricorrente la parola "corruzione": "La maniera in cui Wal-Mart ha ottenuto il permesso di costruire un supermercato in un territorio che si presume protetto dalla legislazione messicana come sito archeologico, ha contrariato i commercianti del luogo che indistintamente accusano il consiglio comunale, lo stato del Messico ed l'INAH di corruzione".

Il giornale newyorchese sottolinea che l'approvazione ufficiale del progetto Wal-Mart in Teotihuacán è avvenuta "come succede molto spesso, senza ascoltare l'opinione pubblica". Enfatizzano anche l'atteggiamento dell'INAH di "difendere la sua decisione di aver autorizzato il progetto".

Il comportamento dell'istituto nel difendere e considerare corretta la decisione di autorizzare la costruzione del Wal-Mart si è enfatizzato ancora di più l'altro ieri, quando l'INAH ha fatto arrivare alle redazioni una lettera firmata da Francesco Bandarin, direttore del Centro del Patrimonio Mondiale dell'Unesco, dove praticamente quell'istanza internazionale appoggia l'istituto. Poggiando su un giudizio previo dell'ICOMOS, pure favorevole all'INAH, il firmatario della lettera assicura che "l'opera in questione non rappresenta un danno né per l'integrità né per i valori culturali o ambientali della zona archeologica".

Invece, la missiva che un gruppo di intellettuali ha inviato al presidente della Repubblica - e che continua a rimanere senza risposta - dice che si tratta di un problema di ordine simbolico, di difesa dell'identità e della cultura messicane, "che ha oltrepassato i livelli legale e tecnico".

Il comunicato dell'Unesco è stato inviato dall'INAH alle redazioni dopo che la titolare del Consiglio Nazionale per la Cultura e per le Arti, Sari Bermúdez, ha fissato pubblicamente la sua posizione riguardo al problema ed ha qualificato come "deplorevole" che l'istituto abbia concesso a Wal-Mart il permesso di costruzione.

Bermúdez ha ribadito il suo disaccordo con l'autorizzazione data dall’INAH a Wal-Mart in Teotihuacán, anche se ha riconosciuto che è un’attribuzione dell'INAH concedere quel tipo di permessi.

Ha aggiunto: "Fra poco avremo Walt-Mart dappertutto e mi domando che necessità hanno, con tanti posti dove si potrebbero mettere".

Ieri, l'INAH ha dichiarato a La Jornada che: "si continua a cercare una via d'uscita a questo conflitto, sulla base della permuta del terreno, cioè che si cerchi un'altra proprietà per edificare il Wal-Mart", fuori dall'area in questione.

In Amecameca, stato del Messico, nel frattempo l'INAH ha chiuso in maniera precauzionale le opere di demolizione dell'immobile che aveva ospitato l'impresa di farina più importante della regione dei vulcani, dove Wal-Mart pretende di costruire un altro centro commerciale.

In questo caso, di nuovo l'INAH aveva concesso il permesso che ha aperto le porte alla transnazionale, con una licenza per ristrutturare "rispettando l'immobile" e sotto la condizione di avvisare con una settimana di anticipo sui cambiamenti. Dato che non hanno avvisato, l'INAH ha chiuso ieri i lavori di demolizione, anche se il progetto del Wal-Mart continua.

In Amecameca, l'autorizzazione dell'INAH per costruire un altro Wal-Mart è stata firmata da Anabel Mirò, la stessa funzionaria che ha concesso il permesso alla transnazionale per costruire nella zona archeologica di Teotihuacán.

Fino a notte, la sede dell'INAH, nel quartiere Roma, era occupata dal Fronte Civico. Sul posto sono accorsi gruppi solidali e numerosi reporter, in maggioranza media di altri paesi.

Emmanuel D'Herrera, uno dei dirigenti dell'associazione civile ha esposto le tre petizioni: "La chiusura delle opere nel perimetro C della zona di Teotihuacán, la convocazione di una conferenza internazionale e il blocco al Parlamento della Legge di liberazione delle zone archeologiche".

Domenica 24, nella Plaza del Sol in Teotihuacán si realizzerà una Cerimonia Artistica Internazionale in Difesa del Patrimonio Culturale dei Popoli, dalle 12 alle 15.

[su informazioni di René Ramón e Javier Salinas – corrispondenti]

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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