La Jornada - Giovedì 21 ottobre 2004
Vuole indennizzare solo nel 2005
La Conagua non rispetta gli accordi con i mazahuas

MATILDE PÉREZ U.

Tra i diversi manifestanti e gruppi che ogni giorno installano presidi nello Zócalo di Città del Messico, ieri nove membri della Fronte Comune per la Difesa dei Diritti umani e delle Risorse Naturali del paese mazahua hanno protestato per più di cinque ore per "le bugie" della Commissione Nazionale dell'Acqua (Conagua).

"Non vogliono iniziare le opere promesse in questo anno, vogliono fare tutto nel 2005", hanno detto Armando Velázquez Alonso ed Agustina Araujo, che presentavano cartelli grandi come un foglio di quaderno nei quali chiedevano alla Conagua di rispettare gli accordi dello scorso 10 ottobre.

Il segretario di Ecosistema e Risorse Naturali, Alberto Cárdenas Jiménez, ha asserito che esiste la "volontà politica, ma tutto è fermo. Ci hanno detto che le opere e la consegna del macchinario avverrà l’anno prossimo; se è così non potremo produrre nel ciclo primavera-estate 2004-2005 e solo, forse, ci riusciremo per l'autunno-inverno" 2005-2006, ha precisato Velázquez Alonso.

Le autorità ambientali e Conagua si erano impegnate a pagare 2 milioni di pesos per i 300 ettari inondati dall’apertura di una delle saracinesche della diga Villa Victoria, ad edificare serbatoi per trattenere la pioggia, ad iniziare opere di conduttura per l’acqua potabile per l'ejido Mesa San Martin alla fine di ottobre ed a creare serre familiari e masserie con l'appoggio della Segreteria di Agricoltura e del governo dello stato del Messico.

"Abbiamo avuto quattro riunioni ed i rappresentanti del governo federale - tra i quali il direttore di Infrastruttura Idraulica Urbana, Jesús Campos - ci hanno detto che il denaro lo consegneranno ad ognuno degli ejidatari e che le opere incominceranno nel 2005. Inoltre volevano che firmassimo già l'accordo" ha ricordato Velázquez Alonso.

Il governo mexiquense ha assicurato loro che apporterà la parte che gli compete, ma "non inizierà niente prima che il governo federale consegni le risorse".

"La Conagua si rifiuta di pagare i danni, sta contrattando. Ora vuole dare meno denaro ed in più consegnarlo ad ogni ejidatario, quando la richiesta è che si dia all'ejido e che le sue autorità decidano che cosa fare del denaro", ha spiegato José Luis Gómora, commissario ejidale di Mesa San Martin.

Hanno avvisato che il presidio che portano avanti dal 15 settembre di fronte all’impianto di potabilizzazione di Berros tornerà ad essere molto numeroso e le donne stanno già valutando di dar di nuovo vita all'Esercito Zapatista Mazahua per la Difesa dell'Acqua.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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