Documento redatto dal Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas

Storia base militare di Emiliano Zapata
21 gennaio 2004

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Il 7 settembre 1995, effettivi dell'esercito federale entrarono nella comunità di Emiliano Zapata e stabilirono un accampamento militare, occupando un terreno di circa 5000 metriquadri senza il consenso dell'ejido Emiliano Zapata. Da subito gli abitanti di Emiliano Zapata sono stati in disaccordo con la presenza dell'accampamento militare nell'ejido e con la sua installazione su un podere della comunità ed il 29 maggio e poi il 13 giugno del 2003, hanno denunciato la presenza dei militari e richiesto il loro ritiro dalle loro terre alla segreteria di governo (pratica numero 001/2003 e 003/2003).

L'8 gennaio 2004, la popolazione di Emiliano Zapata ha manifestato davanti all'ingresso - protetto da filo spinato e da una ventina di poliziotti militari - del 31° Reggimento di Fanteria della 30° Zona Militare per chiedere il ritiro dalla comunità in cui l'Esercito mantiene una base di operazioni da 8 anni. Come concordato dall'assemblea ejidale, la comunità ha concesso un termine di due settimane, che scadrà il 22 gennaio, alle truppe che si sono installate con la scusa di vigilare sulla pace, mantenere l'ordine ed impedire il traffico di droga.

A questa manifestazione pacifica, l'incaricato Francisco Díaz Méndez, accompagnato da Oscar Peñate Arcos, presidente del comitato di vigilanza e tutte le autorità ejidali, e diverse decine di abitanti della comunità, hanno esposto una serie di conseguenze pericolose dovute alla presenza dell'esercito nella loro comunità, come riporta il Verbale dell'Assemblea del 23 dicembre 2003, consegnato alla base militare:

"Da quando si sono impossessati del nostro Ejido, gli elementi dell'Esercito Federale hanno cominciato ad entrare nelle case private a cercare le donne, si sono visti elementi dell'Esercito Federale fumare marihuama sul ponte che si trova a 150 metri dalla comunità e molti abitanti si sono accorti che ad alcuni bambini è stata data marihuana e sono stati obbligati a rapporti sessuali con le prostitute che arrivano alla Base di Operazioni. (...) nella comunità non esisteva la vendita di bibite alcoliche ma questa cosa è proliferata dall'arrivo della Base. Elementi dell'esercito federale sono entrati nei terreni di alcuni ejidatarios per prendere legna senza permesso. Gli abitanti dell'ejido denunciano che i soldati buttano l'immondizia dovunque e sono cose che non si erano mai viste prima. Un bambino ha riportato ferite alla fronte quando è stato gettato dall'hummer su cui si trovava con i soldati e di questo è stato accusato il Colonnello che si era impegnato a pagare i danni, ma fino ad ora non si è avuto riscontro di questo. Il 13 e 17 maggio 2003 ed il 27 novembre 2003 si sono sentiti spari di armi da fuoco e questo ha spaventato i bambini e le donne. (....) è evidente che la presenza della Base di Operazioni nella nostra comunità ha provocato divisioni all'interno del nostro ejido".

Per queste ragioni gli abitanti di Emiliano Zapata hanno deciso di riprendere la lotta per cacciare l'esercito dalla comunità e difendere il loro diritto di "vivere tranquilli senza essere molestati da nessuno", nel verbale stesso hanno dichiarato che "siamo stanchi delle azioni dell'esercito federale della base di operazioni che si trova nel nostro ejido, che più che pace ha invece portato divisioni" e "che noi soltanto possiamo avere cura di noi stessi secondo i nostri usi e costumi". Concludono affermando che "a causa della mancanza di terre che colpisce molte famiglie nel nostro ejido, abbiamo concordato di distribuire i terreni su cui si trova la base di operazioni perché su essa possano costruire le loro case".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo)



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