Martedì 20 aprile 2004
Chiedono che aggiustino la strada e li chiamano rivoltosi
Abitanti di Motozintla denunciano minacce e manipolazioni del sindaco
HERMANN BELLINGHAUSEN - INVIATO
La Realidad, Chis., 19 aprile - "Siamo venuti dalla giunta di buon governo perché loro hanno più esperienza nella resistenza e nei negoziati. Siamo venuti a chiedere consiglio, un orientamento forte e appoggio, dato che siamo sicuri di aver ragione, però non siamo politici. Abbiamo solo deciso di unirci e di difenderci. La nostra aspirazione è che ci aggiustino la strada". Parlano i rappresentanti della calzada Las Canoas, ubicata all'uscita di Motozintla verso Huixtla.
"Il presidente municipale, Oscar René González Galindo, ha mandato a disfare la via 'per pavimentarla' in ottobre. L'opera ha avariato due tubi dell'acqua, ha rotto il drenaggio ed i marciapiedi e ha danneggiato le nostre case, non sappiamo ancora tanto. Alle nostre proteste, ci hanno detto di formare un consiglio di partecipazione cittadina (CPC). L'abbiamo fatto in una assemblea. Non conoscevamo questioni amministrative. Il presidente ha sempre cercato di manipolare e di approfittare".
Al firmare un accordo, le autorità hanno aggiunto un foglio in bianco, firmata "ingenuamente" dal consiglio. "In questa pagina scrissero dopo che il CPC non avrebbe avuto alcun ruolo nel problema. Volevamo che le autorità riparassero la strada. Siamo ricorsi a tutte le istanze possibili: la Segreteria di Sviluppo federale, la Segreteria di Governo, deputati".
Il sindaco insiste a collocare una tubazione di otto pollici, che è insufficiente. Poi il deputato federale del distretto, González Galindo, "si è sentito sotto pressione e ha offerto denaro al CPC per non occuparsene più. Non ha rispettato".
Basta arrivare alla calzada Las Canoas, nel quartiere San Antonio, per rendersi conto della situazione, dicono. "Però parlano male di noi sulla stampa locale, ci accusano di 'rivoltosi'. I reggenti hanno visto che siamo un gruppo numeroso, che non vogliamo scarti fecali nella nostra via. Non mandano nemmeno a disinfettare, non puliscono. Al sindaco non importa perché non sta sentendo l'odore. Un medico manipolato ha detto che non c'è nulla di infetto, solo se beviamo la merda". Il 17 dicembre, il sindaco ha sparato per minacciarli.
Dicono che il ex-sottosegretario di Governo Gabriel Avila non si è incontrato riunito con loro, ma con i funzionari, "e si sono organizzati contro di noi, per imporre un progetto mal fatto. Ci sono state riunioni in Tuxtla Gutiérrez con la Contraloría, le segreterie di Acque e Salute, di Fiscalizzazione e di Governo". Il CPC è riuscito a farsi fare uno studio indipendente (GS Ingenieria Integrale), che non sono piaciuti l sindaco, per cui ha disdegnato i risultati e si è negato di pagare.
Fra le varie richieste, un'altra organizzazione, il Fronte Regionale di Motozintla, ha occupato nei giorni passati il palazzo municipale e ha trattenuto quattro funzionari. Il CPC non ha partecipato, però è stato presente. Si era detto che arrivava il governatore: sono arrivati 17 carri di polizia e il sottosegretario di Governo Arturo Luna Luján. Hanno parlarono con lui. "Continuiamo a sperare", dicono.
"Abbiamo altre richieste, però questa è molto urgente", aggiunge il CPC, rappresentato qui da sei persone, uomini e donne dall'aspetto cittadino e di diverse età. "Non apparteniamo a nessun partito". Parlano della corruzione regnante in Motozintla. Un caso: "Il tesoriere municipale Eduardo Ley ha comprato una casa di lusso solo tre mesi dopo arrivar occupato il suo posto. Ha pagato 450 mila pesos. Ma non c'era denaro?".
Una donna interviene: "Allora abbiamo detto, come dicono là nella montagna: 'Già basta!' Il presidente municipale e il deputato locale Pedro Sancristóbal (priisti) ci hanno minacciato di picchiarci. Siamo stanchi di questi governi".
Un'altra donna anziana parla: "Ho detto in un'assemblea: 'No votate per nessun partito, compagni'. Rimaniamo organizzati, devono imparare a rispettarci".
Alla fine, un uomo giovane assicura: "Le autorità ed i candidati si vestono tutti con la stessa giacca. Nessuno adempie".
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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