La Jornada - Sabato 17 aprile 2004
Invia lettera di risposta alla giunta di buon governo
Sono stati violati gli usi ed i costumi di Zinacantán
ELIO HENRIQUEZ - CORRISPONDENTE
San Cristóbal de Las Casas, Chis., 16 aprile - I circa 4 mila indigeni simpatizzanti dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) che lo scorso 10 aprile sono arrivati alla comunità di Jech'vó "hanno violato gli usi e costumi del nostro popolo entrando senza permesso ed hanno generato paura e sfiducia tra gli abitanti della zona", da questo sono derivati i fatti sanguinosi, ha dichiarato il sindaco perredista di Zinacantán, Martín Sánchez Hernández.
In una lettera di risposta inviata oggi alla giunta del buon governo Cuore Centrico degli Zapatisti davanti al Mondo, con sede in Oventic, il sindaco tzotzil ha negato che il municipio che presiede "desideri generare una situazione di conflitto con l'EZLN; al contrario, rispettiamo e condividiamo la sua lotta per preservare gli usi ed i costumi delle comunità indigene".
Il municipio di Zinacantán "non si unisce né vuol fare nessuna guerra contro l'EZLN", ha sottolineato ribadendo che il conflitto per l'acqua tra indigeni perredisti e zapatisti di Elambó Alto, Elambó Bajo ed Jech'vó è sorto quando questi ultimi "hanno deciso di non cooperare né partecipare ai comitati comunitari".
Ha aggiunto: "agli occhi di quelle comunità, la decisione degli zapatisti ha significato una rottura degli usi e costumi sui quali si basa l'organizzazione tradizionale del nostro municipio e perciò sono state le stesse comunità quelle che hanno deciso di tagliare il servizio dell'acqua" da dicembre scorso.
Nel documento di due pagine, Sánchez Hernández afferma che in Zinacantán "non esiste Polizia Municipale, ma solo polizia tradizionale" e che le pattuglie che sono arrivate nella zona dove si sono prodotti i fatti violenti sabato "erano arrivate per calmare gli animi degli abitanti perredisti delle comunità, però si sono trovati di fronte agli zapatisti che stavano andandosene ed hanno soffrirono aggressioni con pietre e colpi d'armi da fuoco. I poliziotti sono fuggiti lasciando le auto, che più tardi sono state distrutte dai partecipanti al presidio".
Ha aggiunto che, secondo gli usi ed i costumi di Zinacantán, "nessuna persona, gruppo o organizzazione può entrare nelle nostre comunità senza l'autorizzazione delle autorità municipali o comunitarie", per cui con il loro ingresso gli zapatisti sabato passato "hanno violato" detti usi e costumi.
Il sindaco ha detto che "come dimostrazione di buona volontà per risolvere il conflitto, il 15 aprile (ieri) si è riconnessa l'acqua che le comunità avevano chiuso in Elambó Alto, Elambó Bajo e Jech'vó, e così tutti hanno accesso al liquido vitale".
Ha inoltre espresso la "volontà" del municipio di continuare con il processo di dialogo e di ricerca di soluzione al problema. Sulle più di cento famiglie zapatisti sfollate, ha detto: "possono ritornare quando vogliono, con la sicurezza che non saranno aggredite assolutamente, dato che noi rispettiamo le diverse posizioni politiche e religiose".
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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