La Jornada - Sabato 17 aprile 2004
Robert Fisk
Ma non c'è nessuno che gridi "basta!"?

Il presidente George W. Bush fa a pezzi il piano di pace palestino-israeliano e non succede niente. Non c'è problema per gli insediamenti solo per ebrei in Cisgordania. Va bene tirar via ai palestinesi la terra che è appartenuta loro per generazioni. La risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU dice che non ci si può prendere del territorio mediante la guerra: dimentichiamocela.

Sarà che Bush in realtà lavora per Al Qaeda? Che significa? Che a Bush importi più la sua rielezione che le sue azioni verso il Medio Oriente? O sarà che ha più paura della lobby israeliana che dei suoi stessi elettori? Non lo dubitiamo, è quest'ultima.

Il suo linguaggio, la sua relazione dei fatti, il suo discorso sulla storia sono stati così bugiardi nelle ultime tre settimane, che mi chiedo perché ci molestiamo ad ascoltare le sue noiose conferenze stampa. Ariel Sharon, perpetratore del massacro di Sabra e Chatila (mille e 700 civili palestinesi morti), è "un uomo di pace", nonostante che il rapporto ufficiale israeliano del 1993 su questo massacro l'abbia considerato "personalmente responsabile" di quel massacro. Adesso Bush si riferisce con elogi al piano del primo ministro israeliano, che è quello di rubare ancora più terre palestinesi, come ad un "atto storico e coraggioso".

Il cielo ci liberi. Consegnino gli insignificanti insediamenti ebrei di Gaza e non ci sarà più problema: la spogliazione di terra da parte di frazionatori coloniali, la negazione di qualsiasi diritto al ritorno in Israele ai palestinesi che vivono lì, tutto andrà bene.

Bush, che ha sostenuto di aver cambiato il Medio Oriente invadendo l'Iraq, adesso dice che sta cambiando il mondo con questa invasione. Non c'è problema! Però non c'è nessuno che gridi: "Alt! Ya basta!"?

Due notti fa questo individuo pericolosissimo, Bush, ha parlato di "libertà in Iraq". Non di "democrazia" in Iraq. No, non ha citato più la democrazia. Semplicemente l'ha lasciata fuori dall'equazione. Adesso è solo libertà: libertà dal giogo di Saddam Hussein, non libertà di fare delle elezioni.

E che cosa si pensa implichi questa libertà? Un gruppo di iracheni designati da Washington cederà il potere ad un altro gruppo di iracheni designati da Washington. In questo consisterà la "storica consegna" della "sovranità" irachena. Sì, va bene, posso capire perché Bush vuole attestare una "consegna" di sovranità. I nostri ragazzi devono stare lontani dalla linea di fuoco: che gli iracheni siano dei sacchi di sabbia.

La storia dell'Iraq si sta già scrivendo. Per vendetta per il brutale assassinio di quattro mercenari statunitensi - perché questo è quello che erano -, i marines hanno perpetrato un massacro di centinaia di donne, bambini e guerriglieri nella città sunnita di Falluja. L'esercito statunitense afferma che la gran maggioranza di coloro che sono morti erano militanti. Bugia, dicono i medici.

Però le centinaia di morti, molti dei quali erano in verità civili, costituiscono un vergognoso commento della soldatesca che ha portato avanti quegli indisciplinati attacchi a Falluja. Molti sunniti di Bagdad dicono che nel nuovo Iraq - la versione irachena, non quella di Paul Bremer - Falluja avrà lo statuto di nuova capitale irachena.

E il risultato? Vaste zone della Cisgordania palestinese diventeranno adesso parti di Israele, grazie alla cortesia del presidente Bush. Gli israeliani possono spogliare delle loro terre persone che non sono israeliane perché "non è realista" accettare altro.

È Bush un ladro? Un criminale? Lo si può accusare di convalidare un atto criminale? Può l'Iraq dire adesso al Kuwait che "non è realista" pretendere di cambiare le frontiere ottomane? Il territorio palestinese comprendeva una volta tutto quello che oggi è Israele. Non è "realista", in apparenza, cambiarlo, per lo meno nel due per cento?

Tutto ciò che Washington ha fatto per preservare il suo nome di "mediatore" in Medio Oriente è stato buttato a mare da questo codardo presidente degli Stati Uniti, George W. Bush. Che questo atto metterà ancor più a rischio i suoi soldati non lo preoccupa; ad ogni modo lui non deve fare i funerali. Che vada contro la giustizia naturale non lo inquieta. Che le sue affermazioni vadano contro il diritto internazionale non ha la minima importanza per lui.

E ancora così ci lasciamo trascinare da questo uomo. Se Al Qaeda ci attacca sarà colpa nostra. E se il 90 per cento degli spagnoli esprimono opposizione alla guerra, allora sono pro-terroristi anche se si lamentano che Al Qaeda ha assassinato 200 loro compatrioti civili. Primo gli spagnoli si sono lamentati della guerra, poi hanno dovuto soffrire per questa e adesso sono condannati come "pacifisti" dal regime di Bush e dai suoi codardi giornalisti quando si lamentano perché i loro mariti, le loro mogli ed i loro figli non si meritavano di morire.

Se tale è il loro destino, perdonatemi, però mi piacerebbe avere un passaporto spagnolo per condividere la "codardia" di questo popolo. Se Sharon è "storico" e "coraggioso", gli assassini di Hamas e della Jihad islamica potranno reclamare gli stessi titoli.

Questa settimana Bush ha legittimato il terrorismo e tutti coloro che perderanno un arto o la vita possono ringraziarlo per quest'atto di codardia. E temo che dovranno anche ringraziare Tony Blair per la stessa cosa.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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