La Jornada - Lunedì 16 agosto 2004
Sviluppo umano nullo in quei paesi
L’Unicef chiede ai governi di Al rispetto per i bambini indigeni
La discriminazione comincia nella "infanzia"

CAROLINA GOMEZ MENA

Il Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia, Unicef, ha esortato i governi dell'America Latina a "non posticipare più" i diritti dei bambini e degli adolescenti indigeni. Secondo l’organizzazione, nonostante che in Americo Latina circa il 10% della popolazione, cioè, poco più di 40 milioni di persone appartengano ai popoli originari, e circa un terzo siano minori di 18 anni, gli indicatori dello sviluppo umano e del benessere non mostrano che questi paesi abbiano raggiunto nemmeno i minimi rispetto a salute, educazione ed alimentazione.

L'Unicef riferisce che "l’esclusione e la violazione dei diritti umani" in questo settore della popolazione sono una costante e puntualizza che questa "discriminazione comincia dall'infanzia", dal seno materno e continua perché "milioni di bambini e bambine indigene vedono negato il loro diritto ad un nome, ad una nazionalità, all'accesso alla salute, ad educazione di qualità ed alla protezione". Per tutto ciò, avvisa che si "continua ad ignorare tutti gli indigeni e in modo ingannevole si adempirà alle mete di sviluppo del millennio" il cui principale proposito è ridurre la povertà alla metà nel 2015.

Si sa poco delle carenze dei popoli originari ed emerge l'esclusione sociale che sperimentano i minorenni indigeni la cui mortalità è molto alta: "75 su mille neonati indigeni nati in America Latina non raggiungono l'anno di età, mentre tra la popolazione non indigena questo tasso è vicino al 52 per mille".

Le principali malattie che attentano al loro diritto alla vita sono infettive e prevedibili ed i tassi di denutrizione e di mortalità materno-infantile triplicano le medie nazionali.

In Messico ci sono circa 5 milioni di bambini e bambine indigene: da neonati fino a 18 anni di età i tassi di mortalità infantile arrivano a superare i 45 per ogni mille nati vivi.

È anche alto l’indice di denutrizione fra i minori di cinque anni, visto che supera quasi per il 20% la percentuale della media nazionale arrivando al 58%.

Ma questa situazione non è esclusiva del Messico, poiché in Bolivia il 20% dei minorenni indigeni muoiono prima di compiere il primo anno e più del 14% prima di andare alla scuola. In Guatemala, paese che ha il 42% di popolazione indigena, la denutrizione infantile raggiunge quasi il 70% e 70 bambini circa muoiono ogni giorno per malattie curabili.
Di fronte a questa situazione, l’Unicef sollecita ai paesi latinoamericani e dei Caraibi firmatari della Convenzione dei Diritti del Bambino a garantire l’adempimento di questo protocollo.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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