La foja coleta
martedì 16 marzo 2004 - numero 1292

Lanciano l'allarme su nuovi scoppi di violenti in Chenalhó
Adesso nella località Lázaro Cárdenas

- Carlos Herrera -

San Cristóbal de Las Casas, 16 marzo - Indigeni della località Lázaro Cárdenas, nel municipio di Chenalhó, hanno denunciato che l'atteggiamento e le minacce da parte dei funzionari del Municipio e delle autorità comunitarie di questo luogo potrebbero provocare nuovi fatti di violenza.

Il rappresentante dei colpiti da questa nuova sequenza di intimidazioni, Adán Hernández Pérez, ha detto che sabato 13 marzo un gruppo di 25 persone, che portavano machete e bastoni, è arrivato a San Lázaro, situato a pochi chilometri del capoluogo municipale di Chenalhó, nella regione de Los Altos.

L'indigeno ha spiegato che questo gruppo di persone, arrivato su due camionette Nissan e con a capo l'agente municipale di Majomut, José Gómez Hernández, si è messo a provocare le 38 famiglie che da circa 10 anni vivono nel villaggio di Lázaro Cárdenas.

"Noi non vogliamo avere problemi però questo gruppo di persone, che è agli ordini del sindaco di Chenalhó, Armando Vázquez Gómez, vuole impadronirsi di tutti i terreni", invasi nel 1994 - si tratta di 112 ettari.

Nell'intervista, Hernández Pérez ha ricordato che nel 2001 le autorità del Municipio li hanno obbligati a cedere il 50% dei 112 ettari e per questo motivo il terreno è stato diviso tra varie famiglie di altre comunità su istruzioni della presidenza municipale.

Ha espresso il suo scontento perché da molti anni stanno denunciando questa situazione alle diverse istituzioni del governo dello stato però "fino ad ora nessun funzionario è intervenuto e questo problema si può complicare e causare violenza".

Adán Hernández ricorda che nel 1995, le autorità municipali di Chenalhó l'hanno spogliato delle sue terre e che lui è stata incarcerato e suo fratello Pedro Hernández Pérez è stato ucciso, "perciò chiediamo che adesso ci ascolti il governo e che le terre siano regolarizzate, perché potrebbero capitare fatti incresciosi".


"Prima venivano fuori i candidati, adesso la corruzione" - lo dice il vescovo Samuel Ruiz García
- Julio César López -

San Cristóbal de Las Casas, 16 marzo - Il vescovo emerito Samuel Ruiz García ha detto che il sistema di partiti politici è esaurito in Messico e che "in un futuro non molto lontano" ci sarà "una nuova forma di organizzazione della società" attraverso raggruppamenti non partitari.

In un'intervista, il polemico vescovo ha ironizzato sulla corruzione nel paese e ha detto che "prima venivano fuori i candidati mentre adesso viene fuori la corruzione e cresce il discredito dei partiti".

Ruiz García è stato vescovo della diocesi di San Cristóbal per 40 anni e oggi è qui nel 15° anniversario della fondazione del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas, del quale è fondatore e presidente.

Il religioso ha affermato che la crisi dei partiti politici è universale "perché la corruzione è venuta fuori anche da altre parti" ed "è una cosa generalizzata il discredito dei partiti in tutto il mondo".

- Lei pensa che la società civile abbia le capacità di assumere il potere?

- Ci sono fenomeni di massa che prima non erano visibili e questa è l'indicazione chiara che stiamo camminando verso una nuova possibilità. Non è soltanto un sogno.

Il vescovo emerito ha parlato della situazione dei diritti umani in Chiapas: sia nello stato che nel paese persistono le violazioni ai diritti fondamentali.

Però ha aggiunto che le comunità indigene stanno man mano prendendo coscienza dei loro diritti, cosa difficile visto che la parola "diritti" non esiste nelle differenti lingue che si parlano in Chiapas.

"Prima c'erano re e vasalli o sudditi; oggi ci sono i cittadini" - ha sottolineato.

In ultimo, Samuel Ruiz ha ribadito che gli indigeni credevano che la violazione dei loro diritti "fosse volontà di Dio", i nativi "pensavano di non avere diritti", però attualmente hanno preso "coscienza del fatto che ci sono i diritti umani" e che si riflettono negli Accordi di San Andrés Larráinzar.


E d i t o r i a l e
DOLORE

16 marzo - Le manifestazioni del popolo spagnolo per il dolore prodotto dell'attentato dell'11 febbraio, dove è morta gente innocente che viaggiava per andare al lavoro in un giorno come gli altri, ha risvegliato la coscienza di tutti su come si sentono impotenti, di fronte all'incertezza che in qualsiasi momento ci si può trasformare in vittime.

La guerra contro il terrorismo che ha inventato Bush, è servita per incrementare ancor di più l'insicurezza e ha dimostrato che la violenza non si può combattere con la violenza. I paesi alleati contro Iraq non potranno più dormire in pace; non importa che siano bambini, donne, giovani, o anziani che non hanno partecipato assolutamente alle decisioni dei loro governi, ma che sono il bersaglio vulnerabile attaccato dai terroristi nel loro desiderio di dimostrare che lo possono fare.

La guerra contro il terrorismo, non è una guerra convenzionale. Non c'è un nemico di fronte da combattere. Per questo, gli svantaggi non si possono misurare, né si può prevenire nessun attacco. Non ci sono campi di battaglia, non esistono aree ristrette, ma al contrario, i posto più affollati, sono il punto debole in qualsiasi città e paese del mondo.

Però vediamo il perché degli attentati. Tutti sappiamo che il governo degli Stati Uniti ha fabbricato tutte le guerre del mondo, perché per i "gringos" è il loro affare principale. Sono potenti perché hanno sufficiente materiale bellico per uccidere e distruggere il mondo.

L'invasione dell'Iraq l'hanno fatta perché loro, i gringos, hanno deciso che così doveva essere e i loro seguaci, i governi di Spagna e di Gran Bretagna sono stati le loro comparse. Magari i gringos possano proteggersi da un altro attacco terrorista, cosa che sarà decisa dal futuro, perché lo abbiamo già visto l'11 settembre del 2001, che sono vulnerabili, che non hanno potuto preverlo. Adesso è toccato alla Spagna e domani, speriamo che sia così, la prossima nella lista è l'Inghilterra.

La cosa brutta è che nessuno è preparato al dolore.

LA FOJA COLETA
Direttrice: CONCEPCIÓN VILLAFUERTE
Editore: Amado Avendaño Figueroa
Collaboratori: Carlos Herrera, Heriberto Velasco, Manuel Martínez López
Uffici: Calle Venustiano Carranza #26 - Barrio de San Diego - San Cristóbal de Las Casas - Chiapas
Teléfono (967) 678-90-62 - E-mail: lafojacoleta@yahoo.com.mx - Pagina web: www.lafoja.com


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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