La Jornada - Mercoledì 15 settembre 2004
Invia solo a morte le reclute con false promesse
Padre di un giovane caduto in Iraq: l’esercito degli Stati Uniti non adempie
RUBÉN VILLALPANDO - CORRISPONDENTE

Città Juarez, Chih, 14 settembre - Rubén Estrella, che abita in El Paso, Texas, e padre del soldato Rubén Estrella Soto - nato in Città Juárez e naturalizzato statunitense - che nel marzo del 2003 è morto in un'imboscata in Iraq, ha chiesto alle giovani reclute di non credere alle offerte che fa loro l'esercito degli Stati Uniti, perché "li invia solamente a morte con false promesse di miglioramento".

Estrella Soto è stato uno dei nove elementi dell'unità di manutenzione 507, con sede in Fort Bliss - guarnizione militare ubicata in El Paso - che morirono durante uno scontro con truppe irachene il 23 marzo 2003, alla periferia di Nasiriya. Era nato in Città Juárez ed era emigrato con la sua famiglia a cinque anni, diventando cittadino statunitense a 18 anni. Suo padre ha mostrato ai media una lettera dell'esercito degli Stati Uniti coi dati di suo figlio che erroneamente lo indicano come nato in Porto Rico.

Dopo aver partecipato all'inaugurazione di un parco col nome di suo figlio, nella comunità Montana Vista, Rubén Estrella ha affermato che al momento i famigliari non hanno ricevuto l'assicurazione sulla vita del giovane, né la pensione che loro compete. È emerso che fino all’agosto precedente, il governo statunitense inviava alla famiglia un "appoggio" di cinque dollari mensili, ammonto che non è ancora arrivato a settembre.

Soto ha denunciato che suo figlio, di 19 anni, "è stato ingannato da ufficiali dell'esercito che gli hanno fatto firmare alcuni documenti riducendo l'importo della sua assicurazione sulla vita prima di partire per il Golfo Persico".

Ha aggiunto che suo figlio "credeva che firmando quelle carte gli avrebbero pagato 30mila dollari per i suoi servizi di manutenzione in Iraq e non sapeva che gli avevano ridotto l'assicurazione sulla vita che hanno i militari" statunitensi.

Secondo Estrella, l'assicurazione per i militari che muoiono in battaglia è di 250mila dollari, importo che non è stato finora dato alla famiglia, come neppure la pensione per il decesso.

Il padre del soldato ha detto che quando è partito per l'Iraq "non era per partecipare a combattimenti", poiché apparteneva ad un'unità di manutenzione veicoli. Ha aggiunto che le autorità castrensi non gli hanno spiegato come è morto Rubén, né la ragione per cui ha partecipato ad azioni belliche.

Ha commentato che prima non si era mai pentito di aver portato la sua famiglia agli Stati Uniti, ma "deve passarti qualcosa di brutto affinché tu ti renda conto di com’è questo paese". Ha detto che i giovani migranti non devono arruolarsi nell'esercito statunitense, "poiché non adempiono alle promesse e li vogliono solamente portare alla morte".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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