La Jornada - Venerdì 13 agosto 2004
Hanno denunciato omicidi ed attacchi sistematici: i colpevoli sono "nel governo"
Amuzgos resistono dal '99 agli abusi di priísti

ROSA ROJAS - INVIATA

Xochistlahuaca, Gro - "Qui la gente ha già sopportato troppo la povertà, ma quello che non sopporta più è il fatto che le autorità municipali non rispettarono la decisione delle comunità di scegliere i suoi delegati". Questa è stata la scintilla che ha dato inizio all'incendio del cuore della Montaña amuzga.

"Questo problema non è di ieri né dell’altroieri, non è di quest’anno né di quello anteriore. È iniziato con l'aggressione contro il popolo in relazione con gli usi ed i costumi. Quello che vogliono imporre alle autorità nelle comunità è un'aggressione sistematica, non è una cosa isolata. È chiaro da dove viene perché, nonostante tutte le denunce che abbiamo fatto per le aggressioni, i feriti ed i morti, i responsabili non solo sono liberi, ma lavorano nel governo. È qualcosa di ben progettato e quello si vede ora, con l'aggressione alle nostre autorità tradizionali è che vogliono farla finita col progetto del popolo".

David Valtierra, ausiliare delle autorità tradizionali del municipio autonomo di Suljaa' (Xochistlahuaca), ha unito le parole alle immagini di un video - nel quale si mostrano varie aggressioni "dei priísti" contro i sostenitori dell'autonomia - col coraggio partecipativo di quasi 200 uomini e donne amuzgos che si sono presentati nell'auditorium municipale per rendersi conto che "non sono soli", ma anche per raccontare - affinché lo sappia tutto il paese e lo sappia pure l'ONU - l'accidentata strada che hanno dovuto percorrere per mantenere la loro dignità di popolo indio che vuole decidere da se stesso come vivere.

È stato un racconto a molte voci in un'assemblea di quasi cinque ore, a momenti in spagnolo, a momenti in amuzgo, di come si è sviluppata tutta la storia, iniziata alla fine del 1999, che ha portato ad innumerevoli mobilitazioni, blocchi stradali, sgomberi violenti e dimissioni di due presidentesse municipali.

Questa lotta ha implicato pure due morti, per lo meno una ventina di persone ferite gravemente, l'occupazione del comune da due anni, la costituzione - il 20 novembre 2002 - del municipio autonomo di Suljaa', almeno 50 ordini di cattura contro i lottatori sociali...

Nell'auditorium, i membri della Missione Civile per la Difesa dei Diritti Collettivi del Popolo Amuzgo di Xochistlahuaca hanno preso noto e ribadito ai partecipanti, attraverso Abel Barrera, presidente del Centro dei Diritti umani della Montaña Tlachinollan, la decisione di accompagnarli nel loro cammino, di appoggiarli nella difesa legale e nelle loro azioni di protesta.

Ha ratificato "l’impegno di raccogliere le testimonianze per presentare una relazione all'ONU sul modo in cui si è negata loro la giustizia, si violano i loro diritti, non si riconoscono le loro autorità". Ed ha espresso che questa missione è l’inizio di un lavoro permanente di numerose organizzazioni lì presenti, col municipio di Suljaa'.

Le autorità tradizionali ed agrarie sono composte da 10 uomini ed una donna. Su di loro ordini di cattura che nel caso del presidente del commissariato ejidale è già stato eseguito. Genaro Cruz Apóstol ha dovuto depositare, con l'aiuto della Commissione di Sviluppo dei Popoli Indios, 15mila pesos di cauzione per uscire dalla carcere.

Nell'assemblea si è fatta una sintesi dei fatti e sono stati distribuiti cd con foto delle aggressioni. Hanno raccontato che alla fine del 1999, Aceadeth Rocha - priísta, allora sindaco, ora deputata federale – ha incominciato ad imporre alle comunità delegati che prima invece venivano scelti in assemblea. La gente protestò e bloccò la strada per Ometepec. Da allora i priísti perpetrarono una serie di attacchi e di delitti, per i quali furono sono stati denunciati alle autorità, ma continuano a rimanere impuniti.

D'altra parte, dopo che mixtecos assaltarono nel 2003 l'ufficio dell’Anagrafe nel palazzo municipale e si portarono via parte dei volumi, gli autonomisti sono rimasti senza questa documentazione vitale.

Hanno spiegato che "sul Registro Civile abbiamo parlato col governo molte volte, ma non si è arrivati a nessuna conclusione; cioè per il governo la gente non esiste… e questa è un'esclusione, è la negazione dell'esistenza stessa della gente e come comunità abbiamo proposto di tenere due registri e che sia la gente a decidere su quale vuole iscriversi".

Hanno precisato: "Ormai non siamo più disposti a che ci dicano un’altra volta chi ci deve governare, per cui il 20 novembre 2002 ci siamo messi d’accordo di nominare le nostre autorità. Da allora il paese ha un progetto di governo, non solo di marce e di presidi".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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