La Jornada - Sabato 13 marzo 2004
Accusano le autorità di intimorire con le tariffe elettriche i chiapanechi
La CFE ha riconosciuto i "progressi" del governo statale per il pagamento delle tariffe
HERMANN BELLINGHAUSEN - INVIATO

San Cristóbal de Las Casas, Chis. 12 marzo - I conflitti tra la Commissione Federale di Elettricità (CFE) e centinaia di comunità nello Stato sono diventati costanti e, in alcune occasioni, violenti come ha successo in Oxchuc e nella costa.

La CFE sta sviluppando attualmente il programma "Tariffa vita migliore", con l'intenzione di "regolarizzare" la situazione, metter ordine e piegare la resistenza contro i pagamenti del consumo di elettricità da parte delle comunità, dei quartiere urbani più poveri.

Per diverse organizzazioni, "Tariffa vita migliore" è "un gran inganno, macchinato dal governo federale in aperta complicità con quello statale, e dipinto in modo da confondere l'opinione pubblica", secondo quanto hanno denunciato il 27 febbraio, durante la giornata di proteste nella zona Nord, Los Altos, Costa e nella regione della frontiera. I prezzi continuano ad essere elevati, ingiusti e legati, spesso, a meccanismi di repressione.

Ciononostante, il superintendente del CFE, Miller Cruz Ovando, ha ieri "riconosciuto i progressi" fatti nel programma aal governo statale visto che "è riuscito a far firmare già 98 mila dei 300 mila trattati". Il debito in Chiapas con la CFE ammonta a 200 milioni di pesos, che dovrebbero venire saldati con "Tariffa vita migliore".

Anche se i gruppi che resistono al programma della CFE assicurano che almeno in 78 municipi si rifiutano le tariffe imposte dalla ditta parastatale e dalle autorità locali, il superintendente Cruz Ovando ha sostenuto che "la popolazione che rimarrà in resistenza non pagando il suo debito con la CFE, attualmente stanno già collaborando con entusiasmo per risolvere il problema".

Ma quel "entusiasmo" proviene forse dalle pressioni, dalle minacce e dai ricatti che sono avvenuti in vari municipi? In Yajalón e in Tila, per esempio, la "regolazione" dei pagamenti è stato il requisito per permettere a molte famiglie indigene di iscrivere i loro figli nelle scuole, o l'Esercito federale rilasci certificati di effettuato servizio militare. Si condizionano anche permessi di trasporto. Nelle mani dei presidenti municipali, il problema è diventato un'arma di manipolazione o di rappresaglia contro i loro oppositori politici in Oxchuc, Tenejapa, Tumbalá, Chilón ecc.

In Cancuc, il programma è servito a minacciare di espulsione le basi d'appoggio zapatiste. In diversi municipi della zona nord, i sindaci e le autorità di polizia e militari approfittano di "Tariffa vita migliore" per farsi un elenco delle famiglie e delle comunità autonome zapatiste.

La questione danneggia anche chiapanechi di molte altre organizzazioni, alcune simpatizzanti dell'EZLN, altre che appartengono alla OCEZ, alla CIOAC indipendente, a gruppi di insegnanti, di studenti e di cittadini semplicemente. Il coordinatore del Fronte di Resistenza Giuridica e Civile Chiapaneca (Frejuch), Amín Cholac Manzur, ha dichiarato in febbraio al giornale locale La Foja Coleta che "sono state presentate 5 mila richieste alla Procura Federale del Consumatore e 7 mila denunce alla Commissione Nazionale di Diritti Umani, per richieste di pagamenti eccessivi e tagli di massa e ingiustificati al rifornimento dell'energia elettrica". Questo si aggiunge alle denunce alla Suprema Corte di Giustizia della Nazione, che dovrebbero essere circa 3 mila.

Il deputato federale del PRD, Emilio Zebadúa, ex segretario del governo di Pablo Salazar Mendiguchía, ha riconosciuto pubblicamente che "Tariffa vita migliore, non ha risolto i problemi che pretendeva quando è stato presentato". Ha aggiunto che in Chiapas, le tariffe elettriche "continuano ad essere una peso molto forte per comunità, municipi, famiglie". Ha sostenuto che la CFE e le segreterie di Energia e delle Finanze, responsabili dell'applicazione delle tariffe, "non hanno compreso bene l'impatto che ha l'alto costo della luce elettrica sui chiapanechi".

Per assurdo, Chiapas genera il 60 per cento dell'energia elettrica del paese. Il dirigente Cholac Manzur si domanda: "in cambio di che? Se paghiamo le bollette più alte di tutta la nazione".

Le organizzazioni mobilitate contro il programma governativo e i tagli del rifornimento elettrico accusano le autorità governative di "star facendo pressione e di confabulare con i presidenti municipali, perché diventino promotori di 'Tariffa vita migliore' e veri e propri esattori della CFE".

Rivelano pure "le manovre sporche" con le quale i sindaci ufficiali "obbligano commissari ejidali e agenti municipali ad unirsi alla campagna di pressioni e di minacce contro cui stiamo in resistenza".

Sostengono che la CFE e le autorità locali agiscono "fuori dalla legalità e in chiara violazione dei nostri diritti umani fondamentali".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



logo

Indice delle Notizie dal Messico


home