Josefina Vázquez Mota, titolare della Segreteria di Sviluppo Sociale (Sedeso), ha ammesso che la "stabilità economica" del paese non è stata fattore sufficiente per sconfiggere la povertà e l’emarginazione, perché ancora oggi "uno" ogni due connazionali è in quelle condizioni e quindi si devono attuare dei programmi che diano più possibilità di crescita alle famiglie povere.
In questo senso, anche se ha sottolineato che sono necessarie riforme strutturali, ciò che si richiede è che non siano solo sul piano economico, ma soprattutto su quello sociale, perché secondo la funzionaria non c'è migliore politica sociale di quella che scommette nell'investimento nello sviluppo delle capacità, nel capitale umano e nella generazione di entrate per i meno favoriti.
In un’intervista concessa dopo l’inaugurazione del primo congresso internazionale "Vincere la povertà estrema, una meta comune", organizzato dall'Università Anáhuac, ha spiegato che quello che sta mancando al paese è giungere agli "accordi politici" necessari per avanzare ma ha scartato che la responsabilità sia delle istanze come il Parlamento.
"Più che affermare che la politica sta disturbando, io vorrei insistere negli accordi politici, perché quelli che ce li richiedono di più sono giustamente le popolazioni più povere del paese, le più lontane. Hanno necessità di riforme che facilitino la creazione di posti di lavoro, di incentivi corretti, e noi dobbiamo fare anche la nostra parte come Esecutivo".
Ha ribadito che, anche se non sembra che sia così, la legalità è fattore indispensabile per il superamento della povertà, visto che "ogni volta che violentiamo l’adempimento della legge ci allontaniamo non solamente dalla possibilità di superare la povertà, ma pure dalle molte voci che hanno urgenza di risposte concrete"...
Ha ammesso che "25 milioni" di messicani che sono in una situazione di povertà "sono ubicati attorno ai centri urbani o vivono direttamente nelle nostre città".
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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