La Jornada - Domenica 12 settembre 2004
Le autorità minacciano gli indigeni perché "lavorano la terra e sopravvivono"
Imminente sgombero di comunità zapatiste nel sud dei Montes Azules
non importa se dei bambini rimarranno dispersi nella selva

HERMANN BELLINGHAUSEN - INVIATO

San Cristóbal de Las Casas, Chis, 11 settembre - Funzionari e rappresentanti del governo federale minacciano con lo sgombero, anche violento, almeno tre comunità zapatiste nel sud dei Montes Azules, ha denunciato la giunta di buon governo Verso la speranza, dal Caracol madre dei caracoles dei nostri sogni, ubicato in La Realidad.

Nei giorni scorsi, gli abitanti di Primero de Enero e di Santa Cruz (del municipio autonomo Libertad de los Pueblos Maya) e quelli di Nuevo San Isidro (di Tierra y Libertad), basi d’appoggio dell'EZLN) si sono recati all'ufficio della giunta di buon governo "alla ricerca di una giustizia vera”, perché c’è "una minaccia di sgombero da parte del mal governo per il semplice fatto che lavorano la terra e cercano di sopravvivere con le loro famiglie". Le autorità della giunta dichiarano che: "non vediamo nessun reato nel lavorare la terra".

Il 22 agosto sono arrivati lungo le rive del rio Jataté ed del Lacantún gli inviati governativi Alejandra Maya Corzo, Carlos Mendoza Ruiz, Ricardo Ardiola Moreno, Óscar Chón Ruiz e Fernando Montoya, "con l'obiettivo di convincere le basi d’appoggio dell'EZLN ad abbandonare le loro terre. Queste persone hanno minacciato i nostri compagni di questi villaggi dicendo che se non li abbandonano volontariamente, saranno sloggiati con la forza da parte di persone che non sanno rispettare e le autorità si metteranno da parte, cioè, non interverranno".

Le autorità autonome denunciano la pratiche di controinsurgenza del governo federale: "Ai nostri compagni hanno promesso benefici se accettano di andarsene, facendo l’esempio di un tal Elías che se n’è andato dal posto ed (hanno detto che) ora 'vive in migliori condizioni, ha terra sufficiente, una buona casa ed un veicolo proprio; è per questo che è meglio che accettino questi benefici così vivranno meglio'”.

Hanno tentarono "anche di convincere i nostri compagni che è meglio che se vendano i loro polli per guadagnare qualcosa. Il mal governo sta applicando la sua strategia di controinsurgenza con i nostri villaggi, ora in modo minaccioso e coercitivo".

La giunta del buon governo aggiunge che il presidente Vicente Fox ed il governatore Pablo Salazar Mendiguchía non hanno onorato i loro impegni. "Quanto hanno rispettato di quello che hanno promesso al popolo, perché ora arrivino nuovamente con le loro promesse? Loro pensano che noi crediamo ancora a loro. Ma noi assolutamente non crediamo loro e neanche ci spaventiamo con le loro minacce. I nostri compagni dovranno difendere i loro diritti alla vita e quelli delle loro famiglie come si possa".

La giunta del buon governo ed i consigli comunali autonomi di Libertad de los pueblos maya e di Tierra y Libertad si domandano: "per quanto tempo possiamo continuare a sopportare questi repressori mascherati da governanti e da servitori del paese? In questo paese ogni giorno è sempre peggio. Il mal governo spinge ogni giorno sempre di più il popolo a prendere delle decisioni. Il cambiamento che questo governo ha promesso al popolo non è per il popolo. Per il popolo ci sono solo più povertà, sgomberi e distruzioni. Che cosa ci rimane?”.

Mediante la sua Commissione sui Temi Agrari, la giunta del buon governo ha divulgato questa settimana le denunce dei menzionati municipi ribelli. In termini molto simili, entrambe affermano che la commissaria della Segreteria di Ecosistema e Risorse Naturali (Semarnat), Alejandra Maya Corzo, è arrivata ai villaggi "con minacce di sgombero, di distruzione delle case e dei loro averi contro i nostri compagni basi d’appoggio dell'EZLN, se non abbandonano volontariamente il luogo".

Nel caso di Nuevo San Isidro, il 22 ed il 30 marzo, l'inviata ufficiale ha avvertito gli indigeni "che è meglio che ve ne andiate via e che firmiate un verbale d’accordo per lasciare la comunità". La giunta del buon governo dichiara: "Non ci sembra corretto che chiedano ai nostri compagni che firmino verbali di accordi se non rispecchiano le loro volontà e solo affinché le autorità governative abbiano un avallo per lo sgombero".

Il 5 giugno, "la stessa persona ha detto loro che il governo non permette di popolare la riserva dei Montes Azules, promettendo loro una buona casa, assistenza sanitaria, scuola, energia elettrica e strada". Il 26 agosto la delegata federale del Semarnat in Chiapas, Martha Cecilia Díaz Romo si è presentata con la commissaria Maya Corzo. "Hanno parlato con una famiglia ex zapatista (che fu) convinta dalle briciole del mal governo". Le funzionarie si son fatte fotografare con quella famiglia mentre questa riceveva una provvista di mais, fagioli, riso, olio ed altro.

In quest’ultima occasione, secondo le autorità autonome, la commissaria della Semarnat "ha minacciato i nostri compagni che la seguente volta verranno sloggiati con la forza e non importerà se muoiono o se dei bambini rimarranno dispersi nella selva".

I rappresentanti della giunta del buon governo Verso la speranza hanno dichiarato: "Ai nostri compagni non importa loro chi arrivi, venga chi venga, gente dei signori Bush, Bin Laden o altre persone che si dedicano solo ad ammazzare innocenti. Così come loro sanno ammazzare e morire, anche noi sappiamo farlo, però noi lo facciamo per difendere il nostro diritto alla vita. Lotteremo per difendere la nostra madre terra, perché è quella che ci dà l'alimentazione quotidianamente. Al mal governo diciamo che non crediamo alle sue false promesse".

Così, dopo che i governi statale e federale hanno reclamizzato "accordi" di sgombero con le comunità dentro i Montes Azules, la giunta del buon governo di La Realidad li smentisce, denunciando le minacce ricevute dalle comunità zapatiste. "Il popolo lotterà instancabilmente fino a che in questo paese regnino la giustizia, la libertà e la democrazia e per difendere il nostro territorio", hanno concluso le autorità autonome della regione selva-frontiera.


La Jornada - Domenica 12 settembre 2004
C'è un ferito
Una banda di polleros spara contro la polizia in Chiapas

ELIO HENRIQUEZ - CORRISPONDENTE

San Cristóbal de Las Casas, Chis, 11 settembre - Poliziotti statali hanno sparato contro una banda "ben organizzata" di presunti trafficanti di clandestini, polleros, nel municipio di Ocozocuautla con un saldo di un agente leso. Lo ha annunciato Horacio Schroeder Bejarano, segretario della Sicurezza Pubblica.

Durante l’intervista, il funzionario ha spiegato che il fatto è successo alle 14 di questo sabato nel capoluogo municipale, nel centro di Chiapas, quando un gruppo di agenti statali è stato "respinto" da tre presunti polleros – di cui non ha dato i nomi – che sono stati fermati e messi a disposizione del Ministero Pubblico. Tre veicoli sono stati sequestrati.

In seguito a questi fatti e ad altre informazioni ottenute, c’è stato un ordine di perquisizione di un rancho vicino al luogo dello scontro, dove si presume stiano nascosti vari clandestini che vorrebbero essere accompagnati negli Stati Uniti.

Schroeder Bejarano ha detto che tre giorni fa, nello stesso posto, una banda di polleros aveva già sparato contro il gruppo tattico della polizia settoriale. In quell'azione sono stati fermati circa 50 clandestini.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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