La Jornada 11 aprile 2004
"Non molestare i tuoi fratelli", chiedono al sindaco del PRD
GLI INDIGENI RIFIUTANO DI PIEGARSI A CHI È AL SERVIZIO DEL MALGOVERNO
Hermann Bellinghausen - Inviato

Zinacantan, Chiapas, 10 aprile - "Siamo venuti a dire al presidente municipale perredista Martín Sánchez Hernández ed ai fratelli perredisti di Jech'vó, Elambó Alto e Bajo, e che lo capiscano con le buone, che i nostri compagni basi d'appoggio di questo municipio non si assoggetteranno a nessun gruppo di persone che siano alleate di qualsiasi partito e presidente municipale che sia al servizio del malgoverno".

Con una dimostrazione moltitudinaria di appoggio agli zapatisti perseguitati di Zinacantán, centinaia di simpatizzanti dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) hanno fatto il loro ingresso oggi nel prospero capoluogo di questo municipio, governato da perredisti, i cui seguaci devono la vita di tre priisti, e tuttora impuniti. Senza scendere da un centinaio di veicoli, gli zapatisti dei municipi autonomi hanno letto in spagnolo e tzotzil un messaggio indirizzato al sindaco Sánchez Díaz e alle comunità citate.

"Il 12 febbraio scorso abbiamo inviato un breve messaggio per dirvi di smetterla di molestare i nostri compagni e di risolvere il problema dell'acqua. Ma, fino ad ora, la sola cosa che avete voluto è che i compagni si arrendano, che si umilino davanti a voi e che, con la scusa degli usi e costumi, volete che i nostri compagni si sottomettano agli ordini dell'autorità municipale perredista e dei cacicchi del municipio. Ma questo non sarà possibile perché noi abbiamo ormai coscienza della realtà dei nostri popoli e non ci ingannano più".

Una delegazione di incappucciati ha attraversato la piazza ed ha formalmente consegnato la lettera alla giunta. Hanno detto loro che il sindaco "non c'era".

Poi, hanno proseguito verso San Cristóbal de Las Casas e da lì verso Nachig, per entrare nelle alture di Zinacantán verso Jech'vó. Gridando ai loro compagni non erano soli, hanno consegnato diverse migliaia di litri di acqua alle famiglie private della stessa, e sotto un cartello con la faccia di Carlos Salinas appeso alla campana della piccola chiesa del posto, hanno anche letto un messaggio indirizzato al presidente municipale, ed in lingua tzotzil si sono rivolti lungamente ai loro "fratelli perredisti". Su uno striscione si poteva leggere: "Presidente del PRD, razza indigena. Non molestare i tuoi fratelli". Verso le ore 14, scoccate dal campanile locale, i portavoce ribelli si sono rivolti in termini rispettosi agli aggressori di Jech'vó:

"Noi zapatisti siamo contro le ingiustizie, le umiliazioni e la sottomissione a cui ci hanno abituati i malgoverni ed i loro presidenti municipali. Noi zapatisti vogliamo che ci rispettino, che rispettino la nostra resistenza, la nostra lotta. Voi, come indigeni, non dovete toglierci il diritto all'acqua, alla terra, al legname e all'energia elettrica, cose di cui già godiamo poco tutti noi indigeni.

"Vogliamo che capiate che stiamo lottando per il bene di tutti i popoli, indigeni e non indigeni; lottiamo per il futuro dei nostri figli, affinché un giorno i nostri popoli abbiano i veri diritti che meritano.

"La nostra lotta non è come il lavoro di un presidente municipale che, terminato il suo mandato se ne va con un bel po' di milioni di pesos lasciando il suo popolo nelle stesse condizioni, se non peggiori; in questo modo la vita dei popoli continua a peggiorare ed anche se cambiano i partiti (...) la situazione non cambia.

"È una bugia quando qualche presidente municipale dice che distruggiamo le usanze dei nostri popoli; noi zapatisti conserveremo e miglioreremo la nostra cultura, continueremo ad usare i nostri abiti regionali, miglioreremo la nostra lingua indigena, le nostre musiche tradizionali e continueremo a celebrare le nostre feste tradizionali, ma senza alcolici, perché l'ubriachezza non è un'usanza dei nostri popoli, ma un'imposizione dei conquistatori spagnoli ed inoltre l'alcool danneggia la famiglia, la persona, la comunità ed il municipio.

"In questo 10 aprile ricordiamo l'85esimo anniversario dell'uccisione del nostro generale Emiliano Zapata. Diciamo a voi ed al mondo intero che Zapata non è morto, perché noi siamo qui ed ovunque siamo milioni di zapatisti".

Alla mobilitazione hanno partecipato centinaia di simpatizzanti dell'EZLN provenienti da tutti i municipi autonomi de Los Altos e del centro del Chiapas.

Oltre che da Zinacantán, provenivano da San Juan de la Libertad, San Andrés Sakamchén, Chalchihuitán, San Juan Chamula, Chenalhó, Pantelhó, Mitontic, Tenejapa, Cancuc, Simijovel, Socoltenango, Teopisca, Venustiano Carranza, Amatenango, Villa las Rosas, Nicolás Ruiz, Comitán, San Cristóbal de Las Casas e Tuxtla Gutiérrez.


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo)



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