La Jornada - Giovedì 11 marzo 2004
Sono aumentate le pene per il reato di diffamazione
Giornalisti denunciano legge bavaglio approvata in Chiapas
È un attacco alla libertà di espressione
ANGELES MARISCAL - CORRISPONDENTE
Tuxtla Gutierrez, Chis., 10 marzo - Decine di giornalisti del Chiapas e di altri stati del paese hanno presentato oggi una querela al relatore speciale per la Promozione e Protezione del Diritto alla Libertà di Opinione e di Espressione della Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, Ambeyi Ligabo, per le riforme ed aggiunte al Codice Penale di questo stato in materia di reati contro l'onore, che attenterebbero contro la libertà di espressione dei lavoratori dei mezzi di comunicazione.
Nel documento diretto al relatore Ambeyi Ligabo, i lavoratori della comunicazione chiedono la sua mediazione e che scriva un'esortazione al governo statale, visto che in Chiapas, in controtendenza rispetto ai postulati dell'Organizzazione degli Stati Americani (OEA) e dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) in materia di diritti umani, si sono imposte - su proposta del governatore Pablo Salazar Mendiguchía - sanzioni di multa e di pena detentiva più alte del paese per punire reati di diffamazione e di calunnia.
Le riforme in questione sono passate dall'ambito civile a quello penale, stabilendo pene di "arresto da tre a nove anni e multe da 100 a mille giorni di salario minimo vigente".
Nella missiva spiegano che in altri commi aggiunti al Codice Penale chiapaneco si stipulano misure non solo contro quelli che diffamino o calunnino, ma anche ai proprietari dei mezzi di comunicazione, ecc.
Argomentano che tali riforme al Codice Penale attentano agli articoli: 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 4 della Dichiarazione Americana dei Diritti e Doveri dell'Uomo, 19 del Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici e 13 della Convenzione Americana sui Diritti Umani.
Cioè violano gli articoli di legge che sono i parametri del diritto internazionale sulla libertà di espressione, informazione e di opinione.
Nella lettera ci si appella pure alla Dichiarazione Congiunta sui Meccanismi Internazionali per la Promozione della Libertà di Espressione, firmato il 18 dicembre 2003.
In questa dichiarazione, tra altre questioni, si proclama che "non devono esistere restrizioni legali in relazione a coloro che esercitano il giornalismo".
La lettera firmata per lo meno da 80 giornalisti di vari stati del paese, così come da organizzazioni non governative che difendono i diritti umani, la libertà di stampa, d'espressione, d'informazione e d'opinione, così come dall'associazione civile Libertà di Informazione del Messico.
Giovedì 11 marzo 2004
Il corpo presentava segni di abuso sessuale
Trovano un'altra giovane donna assassinata in Città Juárez
RUBEN VILLALPANDO E MIROSLAVA BREACH - CORRISPONDENTI
Città Juarez, Chih, 10 marzo - Una donna di circa 20 anni è stata ritrovata morta, seminuda, nella zona ponente della città, dove si trovano i quartieri Lomas de Poleo, Anapra e Cerro del Cristo Negro. È il primo omoci dio di una donna di quest'anno.
In questa parte della città, una delle più povere, sono state trovate circa 25 donne assassinate negli ultimi 11 anni. Il corpo di questa giovane portava segni di abuso sessuale
È stata abbandonata a circa 800 metri dal cerro del Cristo Negro, dove erano già stati ritrovati sei corpi di adolescenti tra ottobre del 2002 e febbraio del 2003. Un testimone anonimo ha informato alle 8 e 40 il numero per le emergenze 060, della Direzione di Sicurezza Pubblica Municipale, sul ritrovamento del corpo, che per il momento non è stato identificato
Personale del gruppo speciale della Agenzia Federale di Inchiesta (AFI) e della PGR hanno ispezionato tutta la zona a bordo di un elicottero. Altri 100 effettivi hanno interrogato coloro che hanno le loro case vicino a dove si è ritrovato il cadavere.
Visita di senatrici
L'omicidio è coinciso con la visita delle componenti della Commissione Speciale del Senato per la Inchiesta sui Crimini contro le Donne, composta da legislatrici del PAN, del PRI e del PRD, che hanno richiesto che si investighi complete e rapide.
Hanno detto che vicini del luogo hanno detto loro che da vari mesi c'era una costante vigilanza di polizia, "però stranamente ieri non c'era".
Luz Estela Castro, avvocato dell'organizzazione "Giustizia per le Nostre Figlie", ha sostenuto che il crimine rappresenta una sfida per il nuovo procuratore generale di Giustizia dello stato, visto che il suo predecessore è ricorso all'invenzione di colpevoli, nel suo tentativo di frenare la richiesta cittadina di risolvere i omicidi seriali di Città Juárez. "Questa ondata di crimini non si ferma. Pare un circolo vizioso che ricomincia sempre più o meno nella stessa data, secondo le statistiche degli omicidi".
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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