La Jornada - Domenica 10 ottobre 2004
Toledo si unisce contro il Wal-Mart di Teotihuacán
All'artista juchiteco rincresce che gli interessi economici siano più forti del rispetto dei monumenti e della storia
VICTOR RUIZ ARRAZOLA – CORRISPONDENTE

Oaxaca, Oax, 9 ottobre - Il pittore Francisco Toledo ha espresso la sua solidarietà oggi al Fronte Civico in Difesa della Valle di Teotihuacán che aveva sollecitato l'appoggio dell'artista juchiteco al suo movimento contro il supermercato Wal-Mart in costruzione nel perimetro C della zona archeologica.

Toledo, che è pure presidente del Patronato per la Difesa e la Conservazione del Patrimonio Culturale e Naturale dello stato di Oaxaca (Pro-Oax), ha detto che la prossima settimana si riunirà con autorità dell'Istituto Nazionale di Antropologia e di Storia, al fine di sollecitarli a rispettare la normativa che proibisce nuove costruzioni vicine al centro cerimoniale.

Dopo essersi incontrato con membri del fronte, Toledo ha detto che gli hanno mostrato i documenti "che comprovano le molte irregolarità ed i molti permessi dati dall'INAH e dallo stesso municipio".

L'artista ha dichiarato che Pro-Oax aderisce alla lotta per Teotihuacan, perchè "siamo totalmente convinti che abbiano ragione a difendere questo posto sacro, con tutto quello che ha significato per la storia del Messico, contro l'interferenza di questo edificio commerciale".

Esistono regole "e anche solo chiedere di rispettare le normative potrebbe bastare, perché credo sia inutile esortare le autorità a rispettare la storia. Sappiamo che gli interessi economici sono molto più forti di qualunque amore o rispetto alla patria, ai nostri monumenti e alla nostra storia".

Ha denunciato che, secondo le informazioni fornitagli, non si è rispettata nessuna norma nella costruzione del centro commerciale: "è un progetto che, si vede molto chiaramente, sta invadendo questo spazio".

Tenace difensore del patrimonio culturale

In questo modo Toledo si conferma come uno dei più tenaci difensori del patrimonio culturale, dopo che nel 2002 è stato alla testa di una protesta contro la pretesa della transnazionale Mac Donald's di stabilire una succursale nel portale Benito Juárez, nello Zócalo (la piazza principale) di Oaxaca, zona dichiarata dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità l’11 dicembre 1987.

Dopo moltissime mobilitazioni, con raccolte firme, forum cittadini, lettere e distribuzioni pubbliche di atoles e tamales tipici della regione, il governo di Oaxaca fece retromarcia ed assicurò che "né nello Zócalo né nell’Alameda de León e nemmeno sulla passeggiata turistica, che va dallo zócalo al tempio di Santo Domingo de Guzmán, si deve installare un Mac Donald's, perché sono posti emblematici del patrimonio culturale degli oaxaqueños che dobbiamo conservare".

Ha precisato che l'impresa può aprire le sue porte a due o tre vie dallo Z ócalo, ma non nel cuore della capitale oaxaqueña.

Francisco Toledo aveva spiegato in una lettera pubblica - alla quale aveva aderito allora un gruppo di intellettuali, tra i quali Elena Poniatowska, Carlos Monsiváis, Elisa Ramírez ed Iván Restrepo - che Mac Donald's è "un'impresa transnazionale che contribuisce alla distruzione dei boschi tropicali del nostro paese e di tutta l'America Latina per allevare bestiame a basso costo ed insieme promuove una cultura alimentare nociva per la salute ed estranea alle nostre tradizioni.

Il nuovo cibo industrializzato, saturo di colesterolo e zuccheri, è legato all’incremento delle malattie cardiovascolari e del diabete in Messico, come nel resto del mondo. I ristoranti di 'cibo rapido' erodono la diversità culturale facendo chiudere le locande familiari e la gastronomia regionale. Consumano quantità inconcepibili di recipienti ed incarti di plastica, cartone e carta, rifiuti che inquinano il nostro pianeta" [La Jornada - 10/08/2002].

E come se fosse questo poco - sottolineava il documento - "Mac Donald's viola sistematicamente i diritti dei suoi lavoratori, inclusi quelli dei messicani emigrati che sono sfruttati come 'illegali' nei ristoranti di questa catena negli Stati Uniti. L'impresa è un modello di vizi corporativi, in questo momento che le rivelazioni di profonda immoralità e della rapina delle grandi compagnie statunitensi commuovono il mondo".

Come parte del suo programma di lotta, il pittore juchiteco aveva anche inviato una lettera ai dirigenti della Mac Donald's, con sede in Oak Brook, Illinois, nella quale aveva scritto che per gli oaxaqueños il tempo che si investe nella preparazione del cibo ed il tempo che si dedica per degustarlo "fanno parte del nostro patrimonio culturale intangibile. Significano quotidianamente un vissuto di diversità e di raffinatezza alimentare che eleva la nostra qualità di vita. La gente che visita il Centro Storico viene a conoscere la cultura di Oaxaca, incluse le nostre tradizioni gastronomiche.

La cucina messicana, riconosciuta come una delle tre grandi culture culinarie del mondo, ha qui le sue radici più antiche. Gli archeologi hanno trovato ad Oaxaca i resti più precoci del mais e di altri alimenti.

La presenza del Mac Donald's omogeneizzerebbe e svilirebbe un patrimonio unico al mondo. Se permettiamo l'entrata di questo tipo di catene nel Centro Storico, Oaxaca sembrerà sempre più una qualsiasi città statunitense e perderà l'attrattiva che ci genera la principale entrata economica: il turismo".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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