La Jornada - giovedì 9 dicembre 2004
I gruppi priísti sono responsabili dello sfruttamento delle risorse naturali
Le comunità zapatiste denunciano il taglio smodato e la vendita illegale di legname
"Il mal governo non ha ragione d'autorizzare la distruzione della selva"

HERMANN BELLINGHAUSEN - CORRISPONDENTE

La Garrucha, Chis. 8 dicembre - "In questi territori zapatisti non è permesso tagliare senza necessità gli alberi, perchè sono la vita. E se buttiamo giù un albero, è perchè ci serve, però contemporaneamente ne piantiamo un altro che lo sostituisca", dice la giunta del buon governo El camino del futuro e denuncia che invece in alcune località appoggiate dal governo il taglio smodato e la vendita di legname sono la pratica di tutti i giorni.

"Attualmente, in Venustiano Carranza, nella vallata del municipio autonomo Francisco Villa, i príisti vendono legname senza nessun controllo. Il taglio è a cura di una compagnia di Ocosingo", aggiunge l'unico membro della giunta che prende la parola. Gli altri tre ascoltano e di tanto in tanto precisano qualcosa in tzeltal.

Nel territorio che compete al caracol Resistencia hacia un nuevo amanecer, gli abitanti priísti di San Antonio Las Delicias Pamalá hanno sfruttato ampliamente i boschi, estraendo nei 2 anni scorsi migliaia di metri cubi di legname. "Col permesso del governo", secondo la giunta.

Altri villaggi dove si pratica il taglio presuntamente legale, anche se non in modo permanente, sono Nuevo Suchilá e Nuevo León. Anche vicino a Santa Lucía, nella vallata di Las Tazas (municipio autonomo San Manuel), gli zapatisti hanno denunciato l'estrazione illegale di caoba e cedro, "in assi collocate sui carri e con i passeggeri sopra per non farle vedere. Tutto questo lo fanno con la protezione della polizia di pubblica sicurezza e del presidente municipale di Ocosingo".

"Dentro alla legge"

In febbraio di quest'anno, le autorità autonome di Francisco Gómez hanno tentato di fermare il taglio in San Antonio las Delicias Pamalá, però i priísti si sono rifiutati, in modo minaccioso, adducendo il motivo che loro erano dentro la legge.

"Noi zapatisti continuiamo con fermezza a dire 'no' allo sfruttamento del legname dentro ai territori ribelli. La responsabilità per la distruzione del bosco è del malgoverno", dichiarano le autorità autonome.

Lungo tutto il 2004, il legname delle vallate è stato venduto "ad un prezzo miserabile", secondo la giunta del buon governo. "Fin dal principio stiamo chiedendo a queste comunità che non si rendano colpevoli di questo crimine contro le nostre risorse naturali, però quelli del malgoverno hanno concesso loro il permesso, secondo loro per dare posti di lavoro, cosa che ci pone tutti in pericolo per la grande distruzione di alberi".

Giorno e notte si possono vedere grandi pezzi di legno a pannelli che passano in direzione di Ocosingo.

Ad ogni modo, i villaggi e gli ejidos ribelli della selva tzeltal son riusciti a ridurre lo sfruttamento commerciale dei boschi e delle selve nei municipi autonomi Francisco Gómez, Ricardo Flores Magón, Francisco Villa e San Manuel, ed hanno disincentivato un poco i taglialegna. "La nostra resistenza ci è servita pure per frenare lo sfruttamento del legname e per proteggere le risorse della terra, dato che sono le ricchezze del popolo".

Le autorità autonome delle vallate tzeltales chiedono di fermare l'estrazione abusiva delle risorse naturali. "Il mal governo non ha ragione ad autorizzare la distruzione della selva".

Infine, parlando delle comunità zapatiste appartenenti al caracol Resistencia hacia el nuevo amanecer collocate nei Montes Azules, che subiscono le pressioni e le minacce delle autorità federali per forzarle a lasciare la loro terra, la giunta si limita a dire: "questo lo stiamo vedendo, però per ora non c'è nulla di nuovo".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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