La Jornada 7 luglio 2004
NEI MONTES AZULES NON C'È STATO NESSUNO SGOMBERO, SOSTIENE IL PROCURATORE AGRARIO
MATILDE PEREZ U.

Il procuratore agrario, Isaías Rivera Rodríguez, ha assicurato che nella riserva della biosfera dei Montes Azules non c'è nessuno sgombero ma che si tratta di spostamenti combinati con le famiglie, sostenendo che lì, le soluzioni sono concordate.

Ha aggiunto che in caso che sono stati violati i diritti agrari delle famiglie residenti in quella zona, la Procura Agraria le assisterà, ma - ha insistito - "non ho notizia di nessuno sgombero".

La scorsa domenica, 25 famiglie del villaggio San Francisco El Caracol sono state costrette ad abbandonare la zona dove stavano e sono state trasferite a Marqués de Comillas, nel villaggio che ufficialmente si chiamerà Santa Martha, come ha già informato La Jornada. Tuttavia, Isaías Rivera ha dichiarato di ignorare questa situazione, benché ha ammesso che l'istituzione fa parte - come coadiuvante - del gruppo formato dalle segreterie di Riforma Agraria, Ambiente e Risorse Naturali e governo del Chiapas, per assistere le famiglie residenti in 49 villaggi.

A questo riguardo, la senatrice chiapaneca, Arely Madrid Tovilla ritiene che il problema dei Montes Azules non si risolverà finché il governo federale continuerà ad assegnare terre senza plusvalore alle famiglie che caccia da questa zona e le trasferisce in altre regioni.

Questa faccenda va avanti da molti anni, quello che le famiglie indigene vogliono sono terre coltivabili ma richiedono anche una "ciclo di produzione" ed un altro tipo di alternative per il loro sviluppo. Ha suggerito che alle superfici proposte per risistemare le famiglie, siano aggiunte infrastrutture per l'irrigazione, per esempio.

Ha assicurato che le famiglie che hanno un decreto presidenziale a loro favore non saranno sgomberate dai loro villaggi mentre chi è insediato irregolarmente sarà trasferito in altri luoghi per impedire la "distruzione" dei Montes Azules. "Non esiste l'intenzione di cacciarli con la violenza, perché siamo i legislatori che difendono gli indigeni". Ma il gruppo istituzionale che lavora in questo caso deve tenere in considerazione che non si tratta solo di un conflitto agrario ambientale, ma che lì è presente l'EZLN, che la zona è la frontiera con il Guatemala e per questi motivi le azioni devono essere attente.


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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