Teotihuacan, Mex., 4 novembre - La prima bandiera transnazionale è stata piantata nella Città degli Dei. Wall-Mart ha aperto la sua succursale nel perimetro C della zona archeologica di Teotihuacán con l'avallo delle autorità. Primo giorno. C'è stato sangue.
L'inaugurazione era prevista per le prime ore di questo giovedì, ma un guasto nel sistema di collegamento delle casse al satellite ha ritardato l'inaugurazione fino al pomeriggio. “La vendetta degli dei" - ha detto qualcuno.
Secondo il filosofo e professore della UNAM, il dottor Adolfo Sánchez Vázquez, l'inaugurazione del negozio è "un attentato contro la cultura e le tradizioni nazionali di un paese. È, in definitiva, una dimostrazione del disprezzo delle multinazionali nei confronti di un paese sovrano ed indipendente e di una testimonianza che Teotihuacán deve essere rispettato per il suo significato storico e culturale. Questo fatto è la testimonianza di una politica che non ha difeso sufficientemente la cultura e le tradizioni nazionali".
A sua volta, la scrittrice Elena Poniatowska ha dichiarato che l'apertura del Wall-Mart “rappresenta il trionfo della forza e del denaro sul patrimonio archeologico e sulla storia del Messico. Jesusa Rodríguez mi ha raccontato che alcuni abitanti di Teotihuacán le dicevano 'ma perché vi impicciate?', ma vista da fuori l'installazione del negozio mi sembra terribile. Credo che tutti i grandi archeologi del Messico si stiano rivoltando nelle tombe. Credo che Vicente Fox rimarrà nella storia come il presidente che non ha difeso il passato precolombiano del Messico”.
Il Fronte Civico in Difesa della Valle di Teotihuacán ritiene una “tragedia" l'apertura del negozio anche per la “forma subdola con cui è stata autorizzata dalle autorità" e ribadisce che la lotta continuerà con la chiusura delle installazioni della zona archeologica domenica prossima.
E mentre il guasto nel collegamento era ancora in atto, decine di persone hanno aspettato per più di 8 ore che Wall-Mart, catena conosciuta internazionalmente per i suoi metodi di crescita basati sui bassi salari, aprisse le porte. A ricompensa della pazienza, la società ha messo loro a disposizione bibite, pasticcini e patatine.
Ressa nel parcheggio
Tutto è iniziato molto presto. Dalle sette della mattina sono arrivati nelle nuove e fiammanti strutture del Magazzino Aurrerá gli impiegati e poi un gruppo di persone, molti dei quali familiari dei lavoratori, che si sono messi sulla via Cruz de la Misión, di fronte all'entrata del parcheggio, reclamando l'apertura del negozio, ma il loro passo è stato impedito da elementi della sicurezza privata.
Tre ore dopo il gruppo di potenziali clienti ha sfondato le porte ed ha raggiunto la porta principale del negozio gridando slogan perché si aprissero le saracinesche. Davanti a queste insistenze, rappresentanti di Wall-Mart hanno annunciato che entro breve avrebbero aperto; nel frattempo i cassieri ed il personale dei diversi reparti lanciavano slogan in favore della multinazionale, con il sottofondo di canzoni di moda diffuse dagli altoparlanti.
Nel parcheggio aspettava anche una fila di carrelli ed a metà più o meno c’era la signora Sonia Ortega col suo figlioletto.
- Ansiosa di comprare signora?
- Sì, vogliamo che aprano il negozio!
- E quanto e che cosa comprerà?
- Ma, io non ho soldi!
Ancora una volta, il personale annunciava il ritardo di "alcuni minuti" nell'apertura che sono diventati ore e per non perdere i nuovi clienti c’è stata di nuovo una distribuzione di altre bibite per calmare la sete.
Quasi a mezzogiorno, César Ramos, rappresentante di Wall-Mart annunciava agli astanti che c'erano dei guasti nel sistema delle casse. “Abbiamo un problema con le casse e la zona casse non riesce a comunicare con il satellite e quindi non è possibile effettuare gli incassi".
Sangue per un mal d'amore
Raúl Argüelles, vicepresidente degli Affari Corporativi di Wall-Mart, ha segnalato che non avevano previsto di aprire oggi, ma a causa della gente l’avrebbero fatto. Nell'intervista, ha minimizzato le proteste per la costruzione del negozio ed ha vantato che la multinazionale gode dell'avvallo di Unesco, dell’ICOMOS, dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) e di altre autorità.
"Il fronte (civico teotihuacano) è un piccolo gruppo che ha interessi personali e commerciali", ha affermato.
Il parcheggio si è riempito di gente che aspettava sotto il sole mentre gli impiegati distribuivano patatine fritte, pasticcini e bibite. Era ormai ora di pranzo.
Il sangue ha cominciato a scorrere per un mal d'amore, di famiglia, quando i fratelli di María Eugenia Vázquez, impiegata del negozio, si sono scontrati con il suo fidanzato nel parcheggio. Il problema era familiare, ma due giovani ne sono usciti insanguinati.
Lì, ad alcuni metri dal selciato del parcheggio c’è l’area dove l’INAH ha trovato un piccolo altare.
Nella zona per le auto si è posto un gruppo di 15 poliziotti mentre nelle vicinanze del negozio c'erano altri 200 elementi antisommossa per impedire che fronte civico ed altri oppositori raggiungessero il negozio.
Le porte si sono aperte alle ore 15:38, le serrande si sono sollevate mentre alcune persone dicevano "adesso si entra" e sul viso di altri spuntava la delusione.
Non ci sono state cerimonie ufficiali né taglio di nastri né la presenza di autorità statali o municipali come è d'abitudine.
La gente si è affollata con i carrelli benché molti non andassero a comprare ma solo a vedere. Nel corridoio centrale del negozio, tra le casse sei e sette si vedeva ancora il segno dello scavo eseguito dagli archeologi della INAH venerdì scorso, dopo il quale l'ente ha autorizzato definitivamente l'apertura del negozio annunciando di aver trovato solo "un semplice banco di sabbia e mattoni del XX secolo".
Poco prima l'addetta alle comunicazioni di Wall-Mart, Claudia Algorri, aveva impedito l'ingresso della giornalista María Meléndrez Parada, quando ha saputo che rappresentava La Jornada. Dalla porta posteriore sono potuti entrare fotografi e cameraman di altri mezzi di comunicazione.
L'apertura del negozio non è la fine del movimento contro Wall-Mart. L'ultima parola non è ancora detta, assicurano Emmanuel D'Herrera Arizcorreta e Lorenzo Trujillo, dirigenti del fronte civico. "Ci sono diverse istante a cui ricorrere, possiamo ancora far ritirare la multinazionale da Teotihuacán".
Annunciano che domenica ci sarà "un'azione dimostrativa"
La lotta finirà "quando saranno puniti i responsabili" di aver dato il permesso alla multinazionale
ERICKA MONTAÑO GARFIAS
L'apertura del Magazzino Aurrerá nella zona C di Teotihuacán non è la fine della lotta contro Wall-Mart, annunciano rappresentanti del Fronte Civico di Difesa della Valle di Teotihuacán ed assicurano che questa domenica occuperanno la zona archeologica per chiedere che la multinazionale vada via.
Abbiamo solo chiesto alle autorità il "rispetto della Legge Federale su Monumenti e Zone Archeologiche, Artistiche e Storiche, del suo regolamento e del decreto presidenziale dell'agosto 1988 che regolano le opere realizzate dentro le zone di monumenti archeologici del sito precolombiano.
L'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) deve cancellare la licenza per l'opera e rivolgersi al Pubblico Ministero per definire i responsabili dagli atti e delle omissioni commessi nella costruzione della Bodega Aurrerá a San Juan Teotihuacán.
È il minimo che possiamo chiedere ed è radicalmente basato sulla ragione", ha detto Enrique González, uno dei sei coordinatori del fronte civico durante il forum Teotihuacán Oggi che si è tenuto mercoledì nella Facoltà di Filosofia e Lettere dalla UNAM, dove si è relazionato sulla "corruzione" grazie alla quale: si è resa libera l’area di proprietà, è stata conferita la licenza di costruzione ed è stato contrattato da parte di Wal-Mart un archeologo incaricato di sovrintendere le opere mentre era una competenza dell'INAH.
Una nuova aggressione del capitalismo
L’apertura del centro commerciale, ha assicurato González, significa che il fronte civico continuerà a lottare. “Non cederemo finche, secondo la legge, siano puniti i responsabili di quei permessi ed vogliamo fare delle azioni dimostrative", come quella prevista per domenica a partire dalle 10 all’ingresso 1 della zona archeologica.
Durante il forum si sono ribadite le petizioni inviate dal fronte al presidente Vicente Fox: il via del Wal-Mart da Teotihuacán, la realizzazione di una conferenza internazionale con i tre livelli di governo e la comunità internazionale per analizzare aspetti relativi a turismo, ecologia ed economia, oltre alla richiesta che sia approvata la proposta di modificazione della Legge Federale su Monumenti e Zone Archeologiche, Artistiche e Storiche.
Durante il forum, i professori universitari Alberto Constante ed Antonio Machuca hannoo lanciato l’allarme sulle conseguenze della costruzione e dell’apertura del centro, che hanno definito come una nuova aggressione del capitalismo contro le radici storiche ed economiche di una zona come quella di Teotihuacán.
(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo e dal Comitato Chiapas di Torino)
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