A 10 anni dalla sua apparizione pubblica, lo zapatismo ha dimostrato un'enorme abilità nel tessere un movimento unico con un’agenda comune, sulla base dell’intreccio di diversità regionali, culturali, politiche e sociali. Inoltre è riuscito a dar vita ad un movimento articolato, basato sul rispetto e sulla valorizzazione delle differenze, - ha affermato Miguel Alvarez, direttore dei Servizi di Consulta per la Pace, che ha sottolineato che "lo zapatismo è un processo che continua a camminare".
Partecipando alla tavola rotonda I fattori sociali: indigeni, Chiesa ed ONG, inclusa nel seminario A proposito dei 10 Anni dell’Insurrezione Zapatista: Riflessioni e Prospettive che si è realizzata ieri nell'Università Ibero-americana, ha spiegato che, all’interno di quel movimento, si sono create le condizioni che hanno fatto sì che "emergesse un protagonista con quella capacità di articolazione".
Tuttavia ha sostenuto che non è stato l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, quello che ha spinto la necessità dell'organizzazione militare, ma "sono stati gli indigeni che reclamarono la necessità di prepararsi per imparare a difendersi” e che non bisogna vedere lo zapatismo, "movimento che continua a camminare”, solo sotto le modalità con le quali si è presentato dieci anni fa, ma anche "come un movimento dall’enorme vitalità: nel 1994 si vedeva un corpo armato, sostenuto da un movimento sociale, nel 2004 è un movimento sociale con un suo territorio ed un suo esercizio di potere, sostenuto da un corpo armato.
C'è stata una rotazione qualitativa di fondo, in relazione al modo che, dentro allo stesso EZLN, convivono la logica indigena, quella politica e quella militare, intesa questa come una necessità strategica, ma non come l’opzione fondamentale".
In questo modo – ha proseguito - l'EZLN è un protagonista rappresentativo dell'insieme dei movimenti e dei popoli indigeni in un conflitto che è vigente, ma che come paese “ci ha dato una grande vittoria: quella di aprire la rotta verso la dignità ed il diritto ad un'altra razionalità per pensare il paese, la politica e la legalità".
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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