La Jornada - Giovedì 4 novembre 2004
Applica unilateralmente gli accordi di San Andrés
Samuel Ruiz celebra che l'EZLN abbia lasciato la via della violenza
JOSÉ ANTONIO ROMAN

Davanti all'impossibilità di ridar vita al dialogo col governo federale, l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) ha incominciato ad "applicare unilateralmente" gli accordi di San Andrés - è quanto sostiene il vescovo emerito della diocesi di San Cristóbal de Las Casas, Samuel Ruiz García, e gli rincresce che sia ancora lungo il percorso di sofferenza delle comunità indigene, a dispetto dei progressi raggiunti nel riconoscimento dei loro diritti.

Nella conferenza stampa, dopo una messa nella basilica di Guadalupe per festeggiare i suoi 80 anni, il prelato ha criticato l'istituzione ecclesiastica, sostenendo che il modello di Chiesa cattolica esistente che si esprime soprattutto attraverso la sua gerarchia, è stato superato e non risponde più alle inquietudini, alle aspettative ed all’evoluzione del mondo d’oggi.

Il Congresso Eucaristico Internazionale, tenutesi recentemente nella città di Guadalajara, è stato l'ultima manifestazione possibile di questo modello "superato", nel quale "la gerarchia appare come la cosa più importante, i sacerdoti si perdevano già un po' più massificati e la massa era la massa. Se Pietro giungesse adesso dalla storia non riconoscerebbe la Chiesa nella quale lui aveva lavorato".

La celebrazione di ieri nel santuario guadalupano, organizzata per diversi gruppi civili e religiosi, contava con la presenza dei vescovi emeriti di Huautla, Oaxaca, Hermenegildo Ramírez, e di Saltillo, Raúl Vera López, che ha parlato del lavoro pastorale di più di 40 anni di Samuel Ruiz, compito nel quale si è sempre distinto nella difesa dei diritti umani, specialmente dei popoli e delle comunità indigene. Alla celebrazione sono giunti anche il religioso domenicano Miguel Concha ed il padre Joel Padrón.

Nella conferenza stampa, il vescovo Ruiz, rispondendo ad una domanda, ha parlato della situazione indigena nello stato del Chiapas. Ha detto che anche se questi popoli hanno conquistato degli spazi, rimane ancora loro davanti una strada molto dolorosa per il futuro. Rispetto all'EZLN, ha puntualizzato che a dispetto di questa difficile situazione ed al rifiuto del Congresso dell'Unione di approvare gli accordi di San Andrés, questa organizzazione non ha impugnato le armi, ma ha deciso di applicare in maniera unilaterale quegli accordi, soprattutto mediante la creazione dei municipi autonomi e la formazione delle cosiddette giunte del buon governo.

"Pensiamo che sia un atteggiamento positivo, quello di continuare per la strada delle pressioni, delle manifestazioni, delle rivendicazioni, ma non per quella violenza della quale loro stessi hanno detto che non era l'opzione, ma che erano stati forzati a seguirla".

Di buon umore, accompagnato dal vescovo Raúl Vera e dal padre Joel Padrón, Samuel Ruiz ha sottolineato che per la mancanza di riconoscimento del governo che non ha dato una "parola sincera " quando sono stati firmati gli accordi, sarà molto difficile riannodare un qualche dialogo.

Nel messaggio per i suoi 80 anni, il prelato in ritiro ha ricordato le varie tappe della sua vita, così come la sua partecipazione attiva nel Concilio Vaticano II (1962-1965) ed in varie conferenze generali dell'Episcopato latinoamericano (Celam).

Ha ricordato che un'illuminazione significativa del Concilio Vaticano II fu quella di definire la Chiesa come "popolo di Dio", con cui incominciò la strada verso un nuovo modello nel quale i cristiani smettevano di essere una "massa amorfa" diretta dalla gerarchia, per essere invece considerati come "individui e figli di Dio".

Un'altra cosa non minore di quel concilio - ha aggiunto - fu riconoscere l'esigenza di un dialogo tra la Chiesa ed il mondo, nel quale la prima aiuta il secondo a promuovere la fraternità, a riconoscere, vivere e difendere i diritti umani, affinché ci sia una vera uguaglianza, e così contribuire a che il mondo si trasformi.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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