Che bello che la Banca Mondiale riconosca che sradicare la povertà è vitale per la pace!
Peccato che le sue ricette vadano in senso contrario!

Da La Jornada – 14 ottobre 2004
Critica le promesse vuote delle potenze
Ci sarà instabilità mondiale se non si frena la povertà

Si diffonde la disperazione: il 50% della popolazione sopravvive con 2 dollari al giorno
Il Messico oggi è più che legato mai economicamente agli Stati Uniti

Washington, 3 ottobre - James Wolfensohn, presidente della Banca Mondiale (BM), ha dichiarato al termine della riunione annuale del suo organismo finanziario col Fondo Monetario Internazionale (FMI) che lo sradicamento della povertà "è centrale per la stabilità e la pace" del pianeta. La maggior minaccia in gran parte dei paesi in via di sviluppo è "la frustrazione e la mancanza di speranza" a causa della miseria.

Nell'incontro, i leader finanziari mondiali hanno chiesto di unificare gli sforzi per abbattere la povertà, visto che, secondo le cifre della BM, il 50% della popolazione del mondo vive con meno di due dollari al giorno.

E sia Wolfensohn che Rodrigo Rato, direttore amministrativo del FMI, si son detti d’accordo sul fatto che non c’è stato nessun progresso sostanziale nel percorso per attenuare il debito dei paesi più poveri, né nei meccanismi per aumentare il flusso dell’assistenza a quelle nazioni.

Il presidente della BM ha sottolineato il fallimento dei leader delle potenze perché nelle riunioni mondiali promettono solo di assistere economicamente i paesi in via di sviluppo, ma le risorse non arrivano mai. Ha ribadito che la lotta alla miseria è un punto chiave nella guerra contro il terrorismo.

Si promette di apportare risorse per lo sviluppo, ma le nazioni ricche non assegnano effettivamente il denaro. "Quelle promesse diventano di volta in volta sempre più vuote".

Rato ha detto che le decisioni di cambiare la modalità di voto nel FMI e nella BM, vuole offrire un maggiore peso relativo ai paesi in via di sviluppo. Si tratta di decisioni politiche che devono essere prese dalle nazioni membri.

Il segretario di Governo, Francisco Gil Díaz, partecipando alla riunione annuale dell'Istituto di Finanze Internazionali (IIF, nella sua sigla in inglese) si è impegnato coi leader delle imprese finanziarie più potenti del mondo ad inviar loro una relazione sui progressi nella ristrutturazione del debito pubblico, sulle riforme della Pemex e nel contenimento della spesa pubblica. È emerso che il Messico è oggi più che mai legato economicamente agli Stati Uniti.

[su informazioni di Jim Carsón e David Brooks – corrispondenti]

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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