Zinacantán, la principale bomba ad orologeria; il governo locale si riunisce a San Cristóbal
EVIDENTE IL PERSISTERE DI "CACICAZGOS" IN CHIAPAS IN VISTA DELLA PROSSIMA CAMPAGNA ELETTORALE
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato
San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, 2 giugno - Paramilitari priisti di Chenalhó che diventano perredisti per vincere la presidenza nei comuni e continuare a minacciare le basi di appoggio zapatise di Polhó. Panisti che manifestano nostalgia per Pinochet ed esigono "ordine". Ex priisti oggi perredisti armati e pronti per scontrarsi contro i priisti a Zinacantan, anche loro armati. Le identità dei partiti si dissolvono in un'entità dove lo stesso governo statale è composto in grande misura da ex priisti pentiti e priisti che a momenti disconoscono la loro parrocchia. Ciò che invece non si dissolve sono le strutture di potere ed i "cacicazgos" regionali che persistono.
In vista delle prossime elezioni statali, il 3 ottobre, la lotta dei gruppi interessati per le candidature e per l'elezione stessa, rispecchia zone significative dello scenario politico nell'entità più militarizzata della Repubblica, dove prosegue il suo corso una guerra di bassa intensità, che cambia, ma sostenuta. L'entità in cui è in corso anche un'ampia ribellione indigena che sta costruendo, pacificamente, forme autonome di governo dentro e fuori la cosiddetta "zona di conflitto".
Per il momento, la principale bomba ad orologeria si trova a Zinacantán, dove le lotte tra i gruppi "caciquiles" hanno generato la seguente situazione: il governo municipale (perredista) si è trasferito in toto nella vicina città di San Cristobal di fronte alla "mancanza di condizioni" nel proprio capoluogo municipale, mentre i priisti di Zinacantán dicono di temere un'imminente aggressione dei gruppi armati ed incappucciati che appoggiano il sindaco Martín Sánchez Hernández.
Senza ulteriori spiegazioni, almeno pubbliche, dalla settimana scorsa il municipio zinacanteco svolge le sue funzioni in questa città, in uffici costruiti l'anno scorso dopo il confronto armato tra priíiti e perredisti nel villaggio di Zinacantán. Questa presidenza è separata solo da una parete dalla casa di colui che fino a poco tempo fa era sottoprocuratore di Giustizia Indigena, Isidro Gómez Entzin, alleato del sindaco Martín Sánchez. E' stato rimosso dalla carica, quasi silenziosamente, dal governo statale a causa dell'attacco di perredisti armati contro una marcia di quattromila zapatisti nella comunità di Pasté il 10 aprile scorso. Il nuovo sottoprocuratore indigeno è Mariano López Pérez, originario di Nachig (Zinacantán), come Martín Sánchez, benché apparentemente non appartenga allo stesso gruppo.
Qui non esistono casi isolati ed il clima pre-elettorale è determinante. Anche a Chenalhó si sono trasformati in neoperredisti i gruppi e caciques paramilitari che si sono sentiti "abbandonati" dal PRI dopo il massacro di Acteal e lo scandalo enorme che questo aveva suscitato. Appartengono a questi gruppi i detenuti rinchiusi tutt'ora nel carcere di Cerro Hueco per la loro partecipazione al massacro di Acteal; quelli che sono usciti di e quelli che ancora scorazzano liberamente (e non sono mai stati disarmati) a Los Chorros, Tzanembolom e Yabteclum.
Tanto a Zinacantán come a Chenalhó il perredismo originario, derivante dal cardenismo indipendente o raggruppato, per esempio ne Las Abejas, è stato già eliminato, Quel PRD è cosa del passato. Il nuovo PRD è capeggiato da gruppi contrainsurgentes (per di più alleati tra loro) in entrambi i municipi de Loas Altos, uniti dalla stessa causa senza essere vicini: combattere l'autonomia zapatista e cacciare dal governo municipale ufficiale i caciques rivali, e per il momento meno belligeranti che rimangono nel PRI.
Irresistibili nostalgie
Può trattarsi di delirio senile o un degli spropositi di cui a lui piace fare uso, ma è pertinente menzionare le recenti opinioni del dottor Valdemar Rojas López, patriarca storico del PAN chiapaneco, attuale deputato locale e padre del deputato federale panista ed ex sindaco tuxtleco Paco Rojas. Soprattutto la brutalità esibita la settimana scorsa dal governo panista di Jalisco. Mera coincidenza o una delle linee dure della destra panista?
"Io sono per la linea dura", spiega Rojas López nella prima pagina del giornale El Diario di Tuxtla.
Gutiérrez nella sua edizione di oggi. "Io credo che qui manchi un Pinochet , o almeno un Fujimori. Io credo che in questo momento sia più che necessario che qualcuno prenda una decisione per ristabilire lo stato di diritto". Il fatto è che, aggiunge il legislatore bianco-azzurro, in Messico "nessuno rispetta nessuno... e se non si prendono provvedimenti energici, questo peggiorerà en entreremo nel caos".
È lo stesso personaggio che l'anno scorso, per prendersi gioco di un deputato indigeno che l'aveva preceduto parlando in lingua tzotzil, iniziò il suo intervento in inglese, affinché si vedesse come ci si sente quando si parla a qualcuno in una lingua che non si capisce. Prima di trivializzare la dichiarazione di principio pinochetista di Rojas López (fuori tempo ora che l'ex dittatore cileno ha appena perso la sua penultima battaglia contro la storia) bisogna ricordare che il partito politico del dichiarante condivide l'alleanza elettorale (col PRD) che ha dato origine al governo del cambiamento in Chiapas, oltre che essere il partito di governo nel paese. Inoltre, il dottor Rojas è considerato mentore politico di Juan Carlos Cal y Mayor, candidato virtuale panista e probabile vincitore al'Amministrazione di Tuxtla Gutiérrez.
Quando il candidato priista per il comune di San Cristobal del Las Casas, Sergio Lobato, concentra la sua propaganda nello slogan che copre i muri: "riprendiamo la nostra città", a che cosa si riferisce? Riprenderal da chi? In chiave sancristobalense "coleta" è chiaro: dagli indios. Sì, riprendersela anche dal PRI, ma ancora una volta non è rilevante l'appartenenza ad un partito. Questa città si è trasformata negli ultimi dieci anni; è un caso estremo di re-indianizzazione. La popolazione tzotzil, specialmente chamula, è cresciuto di numero, presenza e potere politico ed economico.
Non bisogna dimenticare che l'attuale sindaco (oggi anche aspirante a deputato) Enoc Hernández, nelle passate elezioni vinse sul PRI, PAN e PRD col simbolo del PAS ed il voto dei chamulas. Indipendentemente dai suoi successi od errori che non lo provano più inefficace dei suoi predecessori coletos e priisti, il presidente municipale di San Cristobal è unanimemente respinto dalla classe medio alta. Si dice che non governa per il centro della città, bensì per la periferia (cioè, la popolosa cintura di colonie indigene che arriva fino ai pendii della valle di Jovel).
Un altro dato: i candidati priisti per il collegio di San Cristobal e Teopisca sono Mariano Díaz Ochoa, Gustavo Moscoso e Rolando Villafuerte. I tre hanno occupato la presidenza municipale e sono identificati con i cosiddetti "autenticos coletos". Il passato ed il presente si danno la mano.
(tradotto dal Comitato Chiapas Maribel" - Bergamo)
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