La Jornada - Sabato 2 ottobre 2004
Il governatore Arturo Montiel cerca una ubicazione alternativa
Retromarcia nella costruzione del Wal-Mart in Teotihuacán
Il mandatario locale s’impegna a presentare delle proposte la prossima settimana
Tre attivisti del Fronte Civico proseguono il digiuno "fino alle ultime conseguenze"
ISRAEL DAVILA, JAVIER SALINAS E SILVIA CHAVEZ – CORRISPONDENTI
Toluca, Mex, 1º ottobre - A causa delle proteste di diversi settori della società organizzate dal Fronte Civico di Difesa della Valle di Teotihuacán, contro l'installazione di un centro commerciale della catena Wal-Mart nel perimetro C della zona archeologica in questo municipio, il governatore dello stato del Messico, Arturo Montiel Rojas, ha istruito la Segreteria di Sviluppo Urbano locale per cercare una proprietà alternativa per la riubicazione della struttura.
Inoltre il governo mexiquense ha iniziato delle conversazioni con l'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH), per estendere il perimetro della zona archeologica di Teotihuacán ed evitare così altre costruzioni. Questa l’informazione del segretario di Sviluppo Urbano, Francisco Covarrubias Gaitán.
Per un'ubicazione adeguata
Intervistato, Montiel Rojas ha detto che è d’accordo per cercare "un'ubicazione adeguata" per quel centro commerciale, dove ci sia il consenso della popolazione. Secondo lui l'arrivo di una Bodega Aurrerá a Teotihuacán costituisce un'opportunità di sviluppo per la comunità e per lo stato, non solo per gli investimenti che rappresenta un centro commerciale di questo tipo, ma anche per la generazione di posti di lavoro.
"Ho chiesto già all'architetto Covarrubias che rivedesse questo tema per beneficiare la zona. Bisogna cercare un'ubicazione adeguata perché significa generare posti di lavoro per la popolazione. Ora bisognerà vedere con le autorità municipali e gli abitanti un'alternativa che sia più adeguata per tutti" - ha detto il governatore.
Francisco Covarrubias ha spiegato che ci sono contatti coi costruttori affinché accettino la riubicazione e che si è sollecitato appoggio da parte dell'autorità municipale per trovare al più presto possibile una proprietà con caratteristiche e superficie simili al terreno dove si sta costruendo, che sia nei paraggi pur rimanendo fuori dalla zona archeologica.
Il funzionario ha detto che la prossima settimana presenteranno le alternative. "L'ubicazione che i costruttori stanno chiedendo è ad un chilometro e mezzo delle Piramidi, ma dentro il perimetro C. Noi pensiamo che il centro commerciale debba ubicarsi fuori da tutta la zona archeologica e stiamo perfino cercando di allargare l'area di protezione", ha spiegato Covarrubias Gaitán.
Disposti a morire
"Non cedete nella vostra resistenza", "via le multinazionali", "siamo con voi" o semplicemente un suono di clacson sono alcune delle voci e delle dimostrazioni di appoggio agli attivisti del Fronte Civico di Difesa della Valle di Teotihuacán che continuano, per il secondo giorno, lo sciopero della fame in un estemporaneo accampamento, installato di fronte alla proprietà dove si costruisce il centro Wal-Mart.
I tre attivisti in digiuno - Emmanuel D'Herrera Arizcorreta di 56 anni, Emma Ortega Moreno di 59 e Lorenzo Trujillo di 52 - assicurano che continueranno la loro protesta fino alle ultime conseguenze, perché lottano per difendere il patrimonio archeologico e storico per principio: "Fino a morire o fino a che ci portino via di qui in barella".
"Quando si difendono gli interessi si è disposti ad ammazzare, ma quando si difendono principi ed ideali, come quelli per i quali noi lottiamo, si è disposti a morire", spiega D'Herrera.
Lo stato di salute degli attivisti in sciopero di fame è accettabile, ma per ora non c’è nessuna risposta dalle autorità.
Dopo la loro prima giornata di digiuno, la notte è stata piovosa e fredda, ma non li ha scoraggiati. Nell'accampamento, i tre attivisti hanno continuato ad accogliere ed a parlare con tutte le persone che sono venute a visitarli, vicini, familiari, commercianti della zona o alcuni provenienti dai municipi confinanti come Acolman, Otumba, Axapusco o San Martin de Las Piramides.
Alcuni hanno portato parole d’incoraggiamento, altri acqua, siero o succhi. Due volte sono stati visitati da infermiere e medici del centro di salute di Teotihuacán. Il dottor Salvador Jiménez ha detto che per ora il loro stato di salute è accettabile, ma bisogna rivederli periodicamente perché uno, Lorenzo Trujillo, soffre di diabete e di problemi cardiaci.
Uno degli abitanti vicini, ha denunciato la presunta occupazione che l'impresa Wal-Mart ed il municipio vogliono fare di 180 metri di terreno dell’ejido ubicato nella parte posteriore della proprietà dove si costruisce il negozio, per dare accesso al centro commerciale. "I lavoratori di Wal-Mart stanno già misurando il terreno, dicono che costruiranno una strada".
Anche degli ex-lavoratori licenziati dall’impresa hanno mostrato la loro solidarietà agli attivisti ed hanno detto che stanno cercando un avvocato per presentare una denuncia contro la multinazionale Wal-Mart, per averli licenziati senza giusta causa né liquidazione. Martín Hernández ha spiegato che si tratta di 25 o 30 lavoratori, che in maggioranza abitano vicino a Teotihuacán.
"Abbiamo visto come si son portati via tutto quello che trovavano, alcuni sculture e vasi precolombiani. L'INAH ha preso molto, molto materiale, fra gli oggetti incontrati".
Petizione alla segreteria legislativa
Il Fronte Civico di Difesa della Valle di Teotihuacán ha presentato alla Segreteria del Potere Legislativo dello stato del Messico, una denuncia contro il governatore mexiquense, Arturo Montiel Rojas, il segretario di Sviluppo Urbano ed Abitazioni Statale, Francisco Covarrubias Gaitán, il sindaco di Teotihuacán, Guillermo Rodríguez Céspedes ed i membri del consiglio comunale affinché siano investigati sulle loro presunte responsabilità nel conferimento delle licenze e delle autorizzazioni che hanno permesso la costruzione di quel centro commerciale nel perimetro della zona C della zona archeologica di Teotihuacán.
Il Fronte Civico e l'Organizzazione delle Nazioni Indigene Unite, AC, hanno fatto arrivare, durante questa settimana, al Segretario del Congresso mexiquense, Vitorino Barrios Dávalos la loro denuncia, con una relazioni sugli eventi in ordine cronologico.
Emerge che la responsabilità ufficiale ricade nell’aver concesso le licenze di costruzione e di uso del suolo in un luogo "segnato nel Piano di Sviluppo Urbano Municipale, come proibiti alle opere industriali e commerciali di impatto significativo".
Nella denuncia è inclusa parte della perizia in sei punti dell'architetto Román García García in materia di sviluppo urbano ed ecologia e si chiede che in quanto al conferimento della licenza di uso del suolo, la segreteria legislativa investighi pure il direttore generale di Operazioni Urbane della Segreteria di Sviluppo statale, Jesús Aguiluz, e la responsabile locale in Teotihuacán di quella dipendenza, Lidia Gómez.
In quanto alla licenza di costruzione chiedono si investighi il sindaco di Teotihuacán, il direttore di Sviluppo Urbano del municipio, Hugo Hernández, oltre al sindaco Ricardo López ed i 10 consiglieri comunali che l'hanno autorizzata.
"In effetti, dalla semplice lettura delle autorizzazioni che impugnano, si evidenzia che l'atto è completamente nullo, poiché le autorità in questione non hanno rispettato quanto stabilito per legge".
Denunce alla Procura locale
In Tlalnepantla, la Procura di Giustizia dello Stato del Messico ha dato inizio ad un'investigazione sulla legalità della costruzione del Walt-Mart, nel perimetro C della zona archeologica di Teotihuacán, perché questa settimana vicini della zona hanno presentato due denunce penali contro la catena internazionale argomentando che l'area è zona protetta per decreto dell'Unesco come Patrimonio Culturale dell'Umanità.
Alfonso Navarrete Prida, procuratore di Giustizia mexiquense, ha spiegato che in risposta alle due denunce penali, si è aperta un'investigazione ed ha sollecitato le autorità corrispondenti - dall'INAH al governo municipale di Texcoco -, i piani di Sviluppo Urbano per precisare dove si ubicherà il centro commerciale, se ha le autorizzazioni ufficiali corrispondenti e verificherà che non stia dentro il poligono protetto.
Se emergeranno delle irregolarità, la Procura di Giustizia procederà conforme alla legge "ma attualmente stiamo solo iniziando ad investigare e ci si sta documentando".
L'INAH a favore della decisione
Da parte sua il direttore dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia, Sergio Raúl Arroyo, si è detto "totalmente a favore di questa decisione. È un giusto modo di fare politica e dimostra che c'è modo di risolvere i conflitti nonostante le limitazioni di indole legale".
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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