Messico, guerra a colpi di video. Partiti nella bufera
Fox ha fallito, già aperta la corsa alla successione. Ma Pri, Pan e anche Prd (sinistra) annaspano nella corruzione
GIANNI PROIETTIS - CITTÀ DEL MESSICO

Questo marzo passerà alla storia come il mese in cui si ruppero le fogne del sistema politico messicano. Tutto è cominciato il 1° marzo. Un video, girato da mani ignote e trasmesso simultaneamente dai maggiori telegiornali, mostrava Gustavo Ponce, assessore alle finanze nel governo di sinistra di Città del Messico, a un tavolo da gioco di Las Vegas. Con un enorme avana in bocca e un mucchio di fiches di fronte, giocandosi l'equivalente a un anno di stipendio. Due giorni dopo, un nuovo video misterioso mostrava René Bejarano, un altro esponente di rilievo del Partido de la Revolución Democrática, mentre riceveva fasci di banconote come finanziamento alla campagna elettorale 2003. I micidiali video hanno un triplice bersaglio: screditare l'intero Prd, colpire a morte il governo della capitale e minare la popolarità dell'attuale sindaco, Andrés Manuel Lopez Obrador. Il motivo? Se le elezioni presidenziali si facessero oggi, "Amlo", come lo chiama tutta la stampa, le vincerebbe in carrozza.

Al giro di boa dei tre anni di governo, il presidente Vicente Fox è riuscito a scontentare greci e troiani. Trattato spregiativamente dall'amministrazione Bush, che non gli concede neanche l'ombra dell'accordo migratorio su cui aveva puntato quasi tutte le sue carte, sconfitto in parlamento sulle sue proposte di riforma, il governo Fox non ha saputo risanare l'economia né portare a termine le privatizzazioni promesse. Invece di aprire la strada alla democratizzazione, come tutti speravano con la caduta del Pri dal governo, Fox ha accelerato la decomposizione del quadro politico. E la lotta alla successione è iniziata con tre anni di anticipo.

Ha cominciato, pochi giorni fa, Jorge Castañeda, il suo ex-ministro degli esteri, a proclamare la propria candidatura alla presidenza, senza neanche un partito che lo sostenga. La cosa ha fatto ghignare tutti i commentatori e i vignettisti politici, fra i quali Castañeda non è molto popolare per via del suo servile appiattimento sulle posizioni di Washington. Ma ben altri pretendenti si annidano al palazzo de los Pinos. Dietro lo scanno presidenziale si profila l'ombra di Martha Sahagún, l'invadente consorte del presidente Fox che non nasconde di ambire alla successione. Per quanto ridicole possano sembrare le aspirazioni della primera dama, si fondano in realtà su un secondo posto nelle inchieste, dopo Lopez Obrador. Ciò che provoca le reazioni più furibonde proprio nel Pan, il partito di Fox e della destra cattolica e filo-Usa. Anche nel Pri, che si dibatte in una grave crisi dopo aver perso il potere nel 2000, si è scatenata la lotta per la candidatura presidenziale del 2006. Ma l'obiettivo principale per il malridotto Partido Revolucionario Institucional, in questo momento, è abbattere la popolarità di Lopez Obrador. Coincidendo in questo con il Partido de Acción Nacional.

I candid video anti-Prd erano stati preceduti in febbraio da una camara escondida che aveva filmato il presidente del Partido Verde Ecologista mentre riceveva un'offerta di due milioni di dollari per "facilitare" un progetto turistico in Yucatan. Ma il giovane Gonzalez Torres junior aveva sostenuto la tesi di stare solo ascoltando la proposta per poi andarla a denunciare. E la cosa non aveva avuto seguito, anche se nessuno ci ha creduto. Poi, il 1° marzo è stata la volta del Prd: un terremoto, soprattutto nel partito. Quando si è saputo che l'autore dei video era Carlos Ahumada, un industriale di origine argentina legato al Prd, padrone di due squadre di calcio, un giornale e una società di costruzioni, ci si è accorti che il partito gli aveva concesso numerosi appalti di opere pubbliche nella capitale. E anche che Ahumada aveva incassato i soldi senza eseguire i lavori. Varie teste sono già saltate all'interno del Prd, espressione nel bene e nel male di ciò che resta della sinistra messicana. La più famosa è quella di Rosario Robles, che è stata sindaco della capitale prima di Lopez Obrador e ha commesso l'"errore" di essere l'amante del tiburon argentino.

Mai come oggi, il Prd, nato nel 1989, aveva conosciuto una crisi così profonda, tanto che è in gioco, secondo vari analisti, il futuro dell'intera sinistra. Intanto, Cuauhtémoc Cárdenas, fondatore del partito e tre volte candidato alla presidenza, ha rinunciato alle cariche interne, senza però uscire dal partito. I maligni dicono che è irritato dall'impossibilità di una sua quarta candidatura. I suoi sostenitori dicono che vuole ripulire e moralizzare il partito. I rischi di scissione sono concreti. Tuttavia al momento la popolarità di "Amlo" è stata appena scalfita.

Martedì Carlos Ahumada è stato arrestato a Cuba, sulla spiaggia del Varadero. Il governo messicano ha richiesto l'estradizione forse per smentire di avergli dato protezione. O per dare il colpo finale a Lopez Obrador. Il seguito alla prossima puntata.



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